Follia di un uomo di 30 anni nei pressi di Terracina, sulla strada statale Pontina: insegue l’ambulanza e aggredisce il medico
“Ringrazio tutti per la solidarietà dimostrata in queste ore e per le parole di stima. Ieri con la collega Giorgia Castaldi siamo rimasti vittime di una vile aggressione nello svolgimento del nostro lavoro di Emergenza sanitaria da parte di un folle esagitato ed ubriaco”. A scriverlo sulla sua pagina Facebook il medico ed ex assessore del Comune di Terracina, Vincenzo Di Girolamo.
“Stiamo bene. Il danno più grande resta quello emotivo. Il dispiacere nel mancato apprezzamento di chi corre in strada per salvare una vita é l’unica vera ferita che abbiamo riportato. Ringrazio la tempestività della Polizia di Stato del nostro commissariato che ha evitato che la situazione degenerasse e i numerosi amici che sono intervenuti a darci supporto sul posto.
Resta l’amarezza per chi nell’espletamento del proprio servizio non può arrestare un pregiudicato perché “non colto in flagranza di reato” o sequestrare la patente perché “non trovato alla guida del veicolo”.
Vi lascio ad una riflessione, dopo che la mia foto e le mie generalità hanno fatto il giro della provincia. Se avessi reagito? Se avessi colpito il soggetto (anche solo per difendermi) e questo fosse caduto a terra avrei avuto lo stesso trattamento? Sarei rimasto nell’ anonimato? Se fossero circolati video di una colluttazione per strada che titoli sarebbero usciti sui giornali? “Medico si azzuffa nel mezzo di un soccorso” “Rissa nel traffico della Pontina” “ex assessore facinoroso e medico boxer da spettacolo in strada” e che provvedimenti avrei avuto? Sicuramente una denuncia da parte del soggetto, probabilmente una segnalazione all’ordine dei medici e di conseguenza avrei rischiato anche il posto di lavoro.
Questo, amici cari, é deplorevole! Noi medici, infermieri, autisti e soccorritori dei servizi d’emergenza non siamo ancora abbastanza tutelati. Occorre più rispetto per chi un domani potrebbe essere su quel mezzo per soccorrervi o aiutare un vostro caro. Educhiamo i nostri figli ad apprezzare chi lavora in sirena perché restiamo in pochi a portare avanti questo mestiere”.
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