UCCISO A COLPI DI MAZZA DI CRICKET A BELLA FARNIA: 16 ANNI DI CARCERE PER ENTRAMBI I KILLER

Screenshot

Aggredito e ucciso a Sabaudia, in località Bella Farnia: si è concluso il processo per i due uomini accusati dell’omicidio del connazionale indiano

La Corte d’Assise di Latina, presieduta dal giudice Gian Luca Soana, a latere il collega Paolo Romano e la giuria popolare ha condannato, col giudizio abbreviato (che prevede un sconto di un terzo della pena), il 60enne Singh Satpal e il 54enne Raj Sudkev, entrambi di nazionalità indiana, alla pena di 16 anni di reclusione ciascuno.

I due uomini, condannati entrambi alla interdizione perpetua dai pubblici uffici, sono ritenuti responsabili per l’omicidio del connazionale Singh Jagar (49 anni), avvenuto il 13 novembre 2023, a Bella Farnia, nei pressi del noto Residence, da anni centro della comunità indiana di Sabaudia. Alla moglie e il fratello della vittima, costituiti parti civili, assistiti dall’avvocato Diego Chitò, i giudici hanno concesso il risarcimento civile e una provvisionale, da pagare in solido, per l’ammontare di 50mila euro. Le motivazioni della sentenza usciranno tra 90 giorni.

I due imputati, prima che il Tribunale dichiarasse conclusa l’istruttoria, si erano auto-accusati a vicenda nell’udienza conclusiva odierna. Il 60enne Singh Satpal, difeso dall’avvocato Marilena Spata, aveva acconsentito al suo esame interrogato dal pubblico ministero Martina Taglione e dal suo difensore. L’uomo, con l’aiuto dell’interprete, ha fornito la sua versione dei fatti, sostenendo che se avesse voluto uccidere Singh Jagar, lo avrebbe già fatto, avendo vissuto con la vittima nella stessa casa da tempo. “Non avevo nessun motivo di ucciderlo – ha detto – quella sera stava dormendo e Raj Sudkev lo stava picchiando. Io dissi di stare calmi. La mazza ce l’aveva in mano Raj Sudkev che mi ha messo anche le mie mani sul collo della vittima che ha cercato di liberarsi. Poi, Sudkev ha preso a mazzate in testa Singh Ujagar. Io ho preso la mazza e l’ho appoggiata, ma Sudkev ha ripreso la mazza e l’ha colpito di nuovo. Io, poi, sono salito al letto per dormire e con la coda dell’occhio ho visto Sudkev e suo figlio avvolgere la vittima in una coperta. Non era ancora morto”.

Leggi anche:
UCCISO A COLPI DI MAZZA DI CRICKET A BELLA FARNIA: “AVEVA LA TESTA QUASI TUTTA APERTA. TUTTI LO VEDEVANO, MA NESSUNO LO AIUTAVA”

“La vittima – ha ribadito Sudkev – era solo un convivente. Io non avevo attriti con lui. La vittima era stata cacciata da casa perché creava problemi, ma erano stati Sudkev e l’altro inquilino, Singh Gurdreep a cacciarlo perché avevano discusso. La vittima fu portata fuori da sudkev, dal figlio e dall’amico del figlio, tutti facevano uso di cocaina”. E i testimoni che lo accusano? Gli ha fatto notare il pubblico ministero: “Loro mentono”, ha detto Satpal. Eppure, come gli ha ricordato sempre il pubblico ministero, Satpal, nel 2020, era stato arrestato per aver colpito uno degli inquilini in testa, peraltro ascoltato in incidente probatorio insieme ad un altro testimone di quella sera fatale: il figlio di Sudkev.

Dopo l’esame del connazionale, Raj Sudkev, assistito dall’avvocato Massimiliano Fornari, ha rilasciato una breve dichiarazione: “Non sono stato io ad ammazzarlo. Lo ha fatto Satpal ad ammazzarlo perché aveva perso con lui 500 euro a poker. Io stavo dormendo”.

È stato il pubblico ministero Taglione a ricostruire la vicenda che aveva portato all’uccisione di Singh Jagar. Un contesto degradato dove l’uso del bastone e della scopa a mo’ di arma da punizione sarebbe stata molto frequente in quella casa di immigrati. Una lite domestica che sarebbe avvenuta tra i due imputati e Singh Jagar, con la testimonianza oculare di due persone presenti quella stessa sera (il figlio della vittima e un suo amico), cristallizzate in incidente probatorio. È stato il medico legale, nel corso del processo, a descrivere il cadavere come attinto da due mezzi lesivi diversi: un pugno e la mazza da cricket che gli inquirenti ritengono come l’arma del delitto perché sporca del sangue della vittima la quale fu colpita sulla fronte, sul volto e sulla testa. Nessuno dei imputati, inoltre, ha chiamato i soccorsi dopo aver trasportato fuori il corpo di Jagar dalla casa; al contrario, hanno portato fuori la vittima e il bastone di cricket, si sono messi a parlare dopo aver ripulito e si sono messi a dormire fino quando la mattina dopo i Carabinieri sono venuti ad arrestarli. “Se fossero stati chiamati i soccorsi – ha detto il pubblico ministero – vittima sarebbe stata salvata”.

Per il pm Taglione, entrambi gli imputati hanno deciso insieme di aggredire il loro connazionale che si trova nel suo letto, inerme: “Stava dormendo e non si stava difendendo. L’aggressione è avvenuta quando la vittima era sdraiato a letto. Non erano ubriachi, sono lucidi, hanno ripulito tutto e non fanno niente per rimediare ad una aggressione degenerata. Lo hanno abbandonato fuori dall’abitazione e in uno stato agonico al freddo”. Non ci sono dubbi, per il pm: i due imputati anno agito insieme. Ad ogni modo, l’istruttoria non ha fatto emergere il motivo dell’omicidio: sembrava il furto di qualche euro, ma la ragione dell’omicidio non è stata accertata. C’era una conflittualità pregressa, forse erano ubriachi, forse una contesa per i soldi finalizzati all’acquisto di alcol. Secondo l’accusa, è un motivo banale, futile, sebbene il pubblico ministero non ha richiesto la circostanza dell’aggravante e così il Tribunale ha ritenuto non vi fosse. Non vi è dubbio, però, sulla responsabilità degli imputati per cui il pubblico ministero ha chiesto la pena, senza aggravante della futilità del motivo, a 24 anni di reclusione, con la riduzione di un terzo della pena, dal momento che la difesa aveva chiesto che i due imputati fossero giudicato col rito abbreviato.

Entrambi gli avvocati difensori, Fornari e Spata, hanno chiesto l’inutilizzabilità dell’incidente probatorio in quanto il figlio dell’imputato e l’amico avrebbero dovuto essere indagati e non lo sono stati, con l’aggravante che il medesimo amico aveva una macchia di sangue sui pantaloni. I legali hanno chiesto l’assoluzione per i due assistititi e, in subordine, il minimo della pena.

Leggi anche:
UCCISO A COLPI DI MAZZA DA CRICKET: RINVIATI A GIUDIZIO I DUE KILLER DI BELLA FARNIA

L’INDAGINE – I fermi dei due uomini sono avvenuti a 24 ore di distanza dall’omicidio. A chiudere l’indagine lampo i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, che hanno proceduto, sotto la direzione del sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione, al fermo di indiziato di delitto di iniziativa della polizia giudiziaria, nei confronti dei due cittadini indiani.

Sono accusati dell’omicidio di Singh Jagar, 48 anni, bracciante agricolo che si trovava senza lavoro e che viveva con i due sospettati nel residence Bella Farnia, da anni centro abitato della numerosa comunità indiana di Sabaudia.

Le attività di indagini hanno portato a individuare i responsabili nei due conviventi della vittima che, interrogati dai Carabinieri, non hanno confermato il delitto, nonostante ci siano altre testimonianze che li inchioderebbero alle loro responsabilità.

Il 49enne è stato vittima di una vera e propria aggressione a colpi di mazza da cricket piovuti su tutto il corpo, anche in testa. La mazza, in seguito, è stata anche ritrovata dai militari dell’Arma. Sono stati alcuni connazionali ad avvertire il personale sanitario che, insieme ai Carabinieri, è intervenuto sul luogo dell’aggressione, in un campo a due passi dal residence Bella Farnia in Largo Russia. Il corpo è stato ritrovato per la precisione in Via Cina.

Sul movente dell’aggressione, avvenuta durante la festa indiana del Diwali (che cade anche il 12 novembre e simboleggia la vittoria del bene sul male), i militari dell’Arma hanno lavorato alacremente. Qualcuno nella comunità giura che la sera del delitto, con un tasso alcolico elevato, gli aggressori del 48enne hanno iniziato a discutere con la vittima per una questione di affitto da pagare e soprattutto perché alla vittima veniva imputato di non lavorare e di essere spesso ubriaco. La discussione, partita in casa, sarebbe proseguita fuori e nel campo che costeggia il residence l’uomo è stato preso a bastonate e lasciato per terra in condizioni gravi.

È così che l’uomo, che presentava segni di assideramento e anche un dito tagliato, ha passato tutta la notte ferito senza potersi muovere e, solo la mattina, un connazionale, vedendolo, ha avvertito i soccorsi del 118 e i Carabinieri che non hanno potuto far altro che constatare il decesso, in realtà avvenuto poco dopo all’ospedale Santa Maria Goretti. Una circostanza da non sottovalutare, poiché significherebbe che l’uomo, forse, si sarebbe potuto salvare se i soccorsi fossero stati chiamati subito.

La zona di Bella Farnia, come noto, è da anni meta e centro della comunità indiana di Sabaudia. Purtroppo, ancora una volta, dopo l’efferato omicidio avvenuto nell’autunno del 2021 a Borgo Montello, per cui sono stati condannati a luglio in sette, la comunità dei sikh continua a finire sulle cronache giudiziarie non solo per immigrazione, sfruttamento e caporalato, ma anche per casi di ritorsioni e spedizioni punitive.

Leggi anche:
OMICIDIO DI BORGO MONTELLO: ATTESA, PAURA E UNA MAFIA EMERGENTE

Il caso, ad ogni modo, rimanda tristemente all’omicidio consumatosi nel 2008 sempre all’ex Somal, dentro uno degli appartamenti del complesso, in cui fu vittima il 47enne Singh Manjit. Per il delitto furono condannati dal Tribunale di Latina due connazionali a 21 anni in primo grado. Assolti altri due imputati dello stesso omicidio. Successivamente, nel 2013, la Corte d’assise d’appello di Roma ravvisò che c’era un unico responsabile per l’omicidio del cittadino indiano, trovato ucciso a Bella Farnia. Si trattava dell’indiano Singh Kashmir che per quel fatto è stato condannato a 17 anni di reclusione. Assolto invece il connazionale Paul Shashi con la formula “per non aver commesso il fatto”.

Era il 5 giugno 2008, quando, al secondo piano di una villetta nel complesso ex Somal, fu trovato il corpo senza vita di Singh Manjit, lavoratore stagionale di un’azienda agricola, con regolare permesso di soggiorno. Il corpo dell’uomo presentava profonde ferite alla testa e, secondo gli investigatori, l’omicidio maturò al culmine di una violenta lite tra connazionali per futili motivi.

Articolo precedente

DISCARICA SANT’APOLLONIA, IL 5STELLE DI APRILIA CHIEDE AI COMMISSARI UN RICORSO AL TAR

Articolo successivo

SPIAGGE OCCUPATE ABUSIVAMENTE E PESCE NON TRACCIATO: TUTTI I CONTROLLI DELLA GUARDIA COSTIERA DI GAETA

Ultime da Giudiziaria