Arrestata dalla Polizia di Stato la caposala di un reparto sanitario dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina
È stata arrestata dagli agenti della Polizia di Stato, lunedì scorso, la caposala di un reparto sanitario dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. La donna è stata accompagnata anche presso il nosocomio dove lavora da tempo e dove i poliziotti della Squadra Mobile, su disposizione della Procura di Latina, hanno effettuato una perquisizione accurata. Non ci sarebbe solo lei ad essere coinvolta in una storia che, al momento, è dai contorni oscuri e sulla quale è mantenuto il massimo riserbo da parte degli inquirenti. Sono coinvolti anche due coniugi di Velletri, legati alla vicenda insieme all’infermiera stimata da tutti e responsabile di un reparto d’eccellenza.
Oggi, 12 giugno, si è svolto l’interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Laura Morselli, alla presenza del Procuratore Aggiunto Luigia Spinelli e dell’avvocato difensore Renato Archidiacono. È probabile che la donna si sia avvalsa della facoltà di non rispondere e il Gip ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare.
Da ciò che risulta, sarebbero emersi a carico dell’infermiera, che si trova in carcere a Rebibbia, e degli altri due coinvolti (anche loro in carcere), circostanze gravi afferenti a reati contro minori. Il riferimento, ovviamente, è alla pedopornografia.
La storia sarebbe iniziata come una vicenda di maltrattamenti subiti dall’infermiera che avrebbe riportato anche in una occasione alcune lesioni e lividi. L’indagine, una volta avviata, avrebbe portato alla luce la detenzione di materiale pedopornografico da parte della infermiera e del compagno-amante, anche lui impiegato nell’ospedale nel settore delle pulizie. Ad essere coinvolta, in un secondo momento, anche la moglie dell’impiegato, indagata e arrestata anche lei per reati afferenti alla pedopornografia. Il materiale pedopornografico sarebbe stato trovato sui dispositivi cellulari e computer dei tre arrestati.
Una vicenda orribile tanto che la caposala, stimata da tutti nel reparto, sarebbe cambiata nell’ultimo periodo: non più lucida, tanto che sarebbe stato l’ospedale a segnalare la vicenda all’autorità inquirente, ma solo per un caso di maltrattamenti. Negli ambienti dell’ospedale la vicenda ha destato un vero e proprio choc. La donna coinvolta, nell’ultimo periodo, aveva cambiato atteggiamento e condotte sul lavoro: dimenticanze, cambi d’umore, assenza, dimagrimento e soprattutto segni di sofferenza sul viso. Tutti elementi che hanno fatto capire a chi la circondava che qualcosa di grave nella sua vita fosse accaduto.
Il materiale pedopornografico (foto e video), peraltro, o almeno parte di esso, sarebbe stato autoprodotto dagli indagati, tutti incensurati e insospettabili. È questa l’ipotesi agghiacciante degli investigatori che hanno perquisito anche l’armadietto e l’ufficio della caposala la quale, una volta separatasi dal marito, aveva iniziato a frequentare il compagno amante, geometra dipendente di una ditta esterna che si occupa di pulizie e manutenzione presso l’ospedale civile.