Nuovi esiti dall’indagine sulla truffa online delle auto di lusso, denominata “Car Lifting”. Un’evasione fiscale milionaria, immatricolazioni fraudolente nel commercio on-line di auto di lusso e 1329 persone truffate in tutta Italia, residenti in 20 regioni del territorio nazionale (per 97 province), e acquirenti degli autoveicoli commercializzati con modalità illecite, dei quali 170 hanno presentato querela per i reati di truffa connessi alla compravendita delle autovetture. Sono i numeri dell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Pordenone e dalla Polizia Stradale di Udine con arresti e ingenti sequestri di immobili e valori in tutt’Italia. Decine gli indagati. Nell’elenco, per Regione, dei soggetti acquirenti degli autoveicoli fraudolentemente immatricolati e/o “schilometrati” o vittime di truffe mediante vendite (con anticipi già corrisposti) per le quali non è stata effettuata la consegna dell’autoveicolo, nel Lazio risultano coinvolti, malgrado loro, 428 clienti per un valore di presunto raggiro da 12.355.200 euro. Il Lazio è, secondo i calcoli degli investigatori, la regione più truffata tra quelle coinvolte seguita a distanza da Veneto (265 truffati per un valore di 7.776.600,00), Friuli Venezia Giulia (188 truffati per 5.539.400) ed Emilia Romagna (82 truffati per 2.064.300)
Dopo la prima fase d’indagine, che coinvolse anche Latina, Nettuno e Anzio, l’operazione Cars Lifting, resa pubblica a marzo 2019 nei confronti di un sodalizio criminale operante nella commercializzazione on-line di autoveicoli di pregio di provenienza tedesca (Porsche, Mercedes, Audi, Bmw), erano stati indagati 18 soggetti in tutta Italia (di cui 5 destinatari di provvedimenti cautelari personali) e disposti provvedimenti di sequestro per equivalente per circa 5 milioni di euro.
Ad aprile, il Tribunale del Riesame di Trieste ridimensionò in parte l’inchiesta: tre capi di imputazione su 12 sono stati annullati, altri quattro riformati. Questa fu la risultanza di un’udienza in cui gli avvocati Gaetano Marino e Italo Montini, che assistono due indagati nell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Stradale, si appellarono contro l’ordinanza cautelare. Tra i capi di imputazione annullati vi furono quelli dell’evasione dell’Iva e della truffa per la mancata consegna dei veicoli.
Al contempo, da marzo in poi, al di là del Riesame, su delega della Procura della Repubblica di Udine l’attività investigativa della Guardia di Finanza è proseguita, in Italia e all’estero, anche ricorrendo a strumenti di collaborazione internazionale.
Nel corso delle nuove indagini si sono meglio chiariti i contorni oggettivi e soggettivi delle attività criminali poste in essere da una associazione che operava in tutta Italia nella commercializzazione di centinaia di autoveicoli, perlopiù di lusso, nella più totale inosservanza degli obblighi fiscali, per i quali sono stati ora quantificati complessivamente ricavi non dichiarati per quasi 36 milioni di euro (con un’IVA evasa di oltre 7 milioni).
Grazie ad alcune agenzie di pratiche automobilistiche il cui ruolo è al vaglio degli inquirenti, la struttura criminale riusciva, presso alcuni uffici del Dipartimento Trasporti Terrestri (Treviso, Roma, Latina, Palermo), a sottrarsi alle disposizioni di legge “antievasive” che non consentono l’immatricolazione di veicoli usati di provenienza comunitaria (e quindi il rilascio dei libretti di circolazione e delle targhe) senza il preventivo assolvimento degli obblighi di versamento dell’I.V.A. Per aggirare la corretta procedura di immatricolazione venivano attuate modalità truffaldine, mediante la presentazione di documentazione ideologicamente falsa, nonché contraffacendo la firma degli ignari soggetti acquirenti.
Le investigazioni hanno fatto emergere ulteriori attività criminose nelle operazioni di vendita: gli autoveicoli commercializzati risultavano spesso subire una riduzione del chilometraggio (dal 50% al 70% di quello reale) agendo sul software e sulle centraline elettroniche dei mezzi; le manomissioni avvenivano presso due autofficine, ubicate a Padova e nella provincia di Treviso, asservite all’associazione criminale.
Infine, è stato appurato, in contesti non episodici, il perfezionamento di operazioni di vendita con l’incasso di anticipi e, talvolta, dell’intero corrispettivo (anche per 30/40 mila euro), senza poi provvedere alla consegna dell’auto, sovente, avviando altresì plurime trattative per la cessione del medesimo autoveicolo a più acquirenti.
In aggiunta alle evasioni fiscali sono stati, quindi, quantificati ulteriori introiti illeciti per 2.150.000 euro attinenti versamenti corrisposti dagli acquirenti per “vendite” di autoveicoli mai concluse.
Malgrado le descritte evasioni e condotte di natura truffaldina, le operazioni commerciali dell’organizzazione criminale (canalizzate attraverso noti e importanti siti internet specializzati nell’intermediazione di autoveicoli – risultati del tutto ignari dei reati), erano, tuttavia, di notevole capacità attrattiva, tenuto conto dei prezzi estremamente competitivi offerti, evidentemente consentiti sia dalla artificiosa “riduzione” dell’anzianità chilometrica delle auto (che fittiziamente ne elevava il valore economico delle stesse), che dal seriale “risparmio” del versamento dell’IVA dovuta all’Erario.
Nel prosieguo dell’attività investigativa, il Giudice delle indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Udine, ha emesso ulteriori due provvedimenti di arresto nei confronti di membri del sodalizio criminale, già eseguiti dalla Guardia di Finanza, che ha inoltre determinato ulteriori provvedimenti ablativi sugli assetti patrimoniali degli indagati, attualmente 20 soggetti residenti nelle provincie di Pordenone, Udine, Roma, Latina, Palermo. Treviso, Gorizia e Padova.
Allo stato risultano sequestrati i seguenti beni e valori, per un controvalore stimato di 3.500.000 euro, tra cui, in particolare:
- 126.000 euro in contanti o saldi di c/c bancari (di cui 42.000 euro depositati in istituto di credito austriaco);
- 2 ville, di cui una con finiture ed arredamenti di lusso, piscina e ampio terreno;
- 3 appartamenti;
- quote di una società proprietaria di una tenuta agricola;
- 75 automobili di grossa cilindrata di marca Porsche, BMW, Mercedes e Audi, nonché auto storiche americane (Chevrolet) ed europee (Fiat, Mercedes, Citroen);
- 12 motociclette (Harley Davidson, Ducati, Vespa, Laverda, Benelli, Suzuki);
- 21 orologi di lusso (marchi Rolex, Cartier, Gucci, Tudor, Breitling e Audemars Piguet);
- 13 opere d’arte d’autore (dipinti e sculture);
- una cantina costituita da 836 bottiglie di distillati e vini di estremo pregio e rarità.
L’autorità giudiziaria udinese ha, inoltre, disposto il sequestro delle carte di circolazione rilasciate a 635 autoveicoli commercializzati in tutta Italia, in precedenza fraudolentemente immatricolati senza versare l’IVA.
Il competente ufficio del Ministero dei Trasporti ha disposto, tramite le proprie articolazioni territoriali, una nuova immatricolazione delle autovetture
Ulteriori 140 autovetture, la cui immatricolazione (sempre irregolare) non era ancora conclusa, sono state sottoposte a “vincolo ostativo”, per le quali gli uffici del Dipartimento dei Trasporti hanno poi concluso l’iter, solo dopo aver ricevuto le attestazioni di pagamento dell’IVA (altrimenti non corrisposta) per complessivi 704.679 euro.