Olimpia, udienza interlocutoria sugli unici due imputati superstiti del processo sul “sistema Latina” defunto a settembre
Il secondo collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Nadile-Villani-Romano, ha deciso che ci sarà un unico processo e non verranno separate, come invece aveva richiesto il pubblico ministero Giuseppe Miliano, le posizioni giudiziarie degli unici due imputati superstiti derivanti dalla maxi indagine “Olimpia”, non potati dalla tagliola di prescrizione e abolizione del reato di abuso d’ufficio.
Prima di aggiornare l’udienza al prossimo 28 novembre, quando verranno ascoltati tutti i testimoni della difesa, il pubblico ministero Giuseppe Miliano, titolare dell’indagine, ha chiesto che sia acquisita la conversazione del 2014 intercorsa e intercettata dai Carabinieri tra l’ex funzionario del Comune di Latina, Nicola Deodato, e l’allora deputato di Fratelli d’Italia ed ex uomo forte in provincia dell’attuale premier Giorgia Meloni: si tratta, ovviamente, dell’ex Presidente del Latina Calcio, Pasquale Maietta.
Il pm ha chiesto che la conversazione tra Deodato e Maietta, all’epoca non intercettabile in quanto parlamentare della Repubblica, sia acquisita in quanto è stata menzionata dal medesimo Deodato nella scorsa udienza di fine marzo ed è divenuta corpo del reato, invalidando la garanzia costituzionale dell’articolo 68. L’articolo dell’immunità parlamentare, infatti, stabilisce che, per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza, l’autorità giudiziaria deve chiedere l’autorizzazione alla camera di riferimento, in questo caso a quella dei Deputati.
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L’ex funzionario, che nell’ipotesi accusatoria è stato estorto da Maietta per far pagare al Comune un gruppo elettrogeno utile all’illuminazione dello Stadio Francioni, facendo menzione della telefonata tra lui e l’ex deputato nel corso dell’istruttoria avrebbe trasformato quell’intercettazione utilizzabile nel processo che si sta svolgendo.
Alla richiesta del pubblico ministero, si è opposto l’avvocato Leonardo Palombi, che difende Maietta, chiedendo ad ogni modo un termine per contro-dedurre. Termine che coincide con il lungo rinvio concesso e che vedrà riprendere il processo, come detto, a fine novembre.
Nell’udienza di fine marzo, Deodato (anche lui imputato “potato” dal processo) era stato chiamato a testimoniare sulle pressioni che l’allora onorevole di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta, avrebbe esercitato su di lui per far sì che comperasse, a spese del Comune di Latina, un gruppo elettrogeno che serviva alle partite del Latina Calcio.
Siamo nell’agosto 2014 e Maietta è Presidente del Latina Calcio, oltreché ad essere deputato della Repubblica e ex assessore al bilancio dell’amministrazione di centrodestra, all’epoca, a guida del Comune di Latina. Il Sindaco è Giovanni Di Giorgi che, come decine di imputati eccellenti o meno, è uscito fuori dal processo a settembre scorso grazie al salvacondotto della prescrizione e, soprattutto, dell’abolizione dell’abuso d’ufficio, reato soppresso dall’attuale Governo di centrodestra guidata da Giorgia Meloni.
A rimanere ancora imputati, come detto, sono Maietta, difeso dagli avvocati Leonardo Palombi e Filippo Dinacci, per il reato di estorsione ai danni di Deodato e il costruttore Massimo Riccardo, assistito dagli avvocati Daniele Giordano e Lucio Amedeo Melegari, che ha rinunciato – unico – alla prescrizione ed è accusato di associazione per delinquere insieme ad altre persone che, però, non verrano mai processate.
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