“Lo scioglimento per mafia del comune di Aprilia non ci coglie di sorpresa perché rappresenta l’esito inevitabile dell’inchiesta Assedio del luglio 2004 condotta dalla Dia e dalla Direzione distrettuale Antimafia di Roma che ha inferto un colpo durissimo al sodalizio criminale diretto dal boss Patrizio Forniti. Ringraziamo oltre che il lavoro degli inquirenti, i membri della Commissione di Accesso, la Prefetta di Latina Vittoria Ciaramella e il Ministro Matteo Piantedosi.
Il sodalizio da cui è scaturito lo scioglimento è un clan autoctono che ha dispiegato la sua azione criminale, contaminando anche il tessuto sociale-economico e politico locale sfruttando i rapporti con i compiacenti esponenti degli organi comunali tra cui il sindaco Lanfranco Principi accusato di scambio elettorale politico mafioso e di concorso esterno in associazione mafiosa. La potenza del clan Forniti è riuscita negli anni a determinare un’egemonia totale nel controllo degli affari illeciti marcando il territorio apriliano rispetto agli altri clan mafiosi con i quali interagiva in posizione di forza come la potente famiglia calabrese dei Gangemi e con le cosche reggine presenti nell’area pontina come gli Araniti,De Stefano e Martino.
I cittadini, le forze sociali e associative devono vivere questo commissariamento come occasione di rigenerazione etica nel segno della legalità e della bellezza, diventando protagonisti della rinascita
Le istituzioni e i commissari prefettizi che arriveranno sostengano le reti civiche e gli imprenditori onesti che vogliono spazzare via le collusioni, le timidezze, le banalizzazioni, leminimizzazioni e le culture della sopraffazione di cui si nutrono le mafie. E’ il tempo della corresponsabilità e del protagonismo dei cittadini che intendono offrire percorsi di speranza in grado di sconfiggere la rassegnazione per essere protagonisti del cambiamento e restituire dignità ad un territorio oltraggiato non dallo scioglimento per mafia, ma dalla criminalità organizzata”.
Così, in una nota, il referente Libera Lazio, Gianpiero Cioffredi.