EGATO 4, STEFANELLI ANNUNCIA: “LE AZIONI DEI COMUNI USATE COME PEGNO TORNANO IN ACQUALATINA”

Gerardo Stefanelli
Gerardo Stefanelli

Giornate di “rientri” per l’ATO 4: azioni sbloccate dopo 15 anni; Anzio nell’ufficio di presidenza dell’Egato. Lo Statuto ancora in stand-by

Di seguito l’auto-intervista del Presidente dell’Egato 4, Gerardo Stefanelli, pubblicata in una nota dalla segreteria dell’Ato4.

Presidente, sono giorni di notizie per il Servizio Idrico Integrato. Per prima cosa: dopo anni, il recupero delle azioni per diversi comuni dell’ATO 4. Che cosa è successo esattamente?

Questa è una vicenda che risale al 2007, quando Acqualatina sottoscrisse un finanziamento da oltre 114 milioni di euro per realizzare una serie di investimenti legati al servizio idrico. Per ottenere quelle risorse, vennero chieste delle garanzie a dieci Comuni, che impegnarono le loro azioni di Acqualatina in favore della banca finanziatrice. In pratica, quelle azioni – seppur formalmente di proprietà dei Comuni – erano rimaste sotto pegno per oltre 15 anni.

Oggi possiamo dire che questa pagina si chiude: è subentrata una nuova banca, Banco BPM, alla quale abbiamo chiesto di rinunciare al pegno. Questo significa che le azioni torneranno effettivamente a essere disponibili per i Comuni e saranno depositate di nuovo in Acqualatina. Un passaggio tecnico, certo, ma fondamentale dal punto di vista della governance.

A questo notizia si aggiunge l’ingresso del Comune di Anzio nell’Ufficio di Presidenza dell’Egato 4. Un tassello che completa l’assetto istituzionale dell’ente dopo l’uscita di Aprilia.

Sì, il Comune di Anzio è stato eletto, e questo ci permette di ristabilire una piena rappresentanza territoriale. È un passaggio che rafforza l’assetto collegiale e che dimostra anche la rilevanza dell’ente fuori dai confini Provinciali: Anzio, è una realtà extra-provinciale, ma che oggi entra comunque a presiedere l’Ufficio di Presidenza dell’Ente. 

Un Comune che porta con sé anche uno storico di morosità importante.
È un tema reale. Sicuramente esiste la necessità di lavorare insieme per riportare il Comune in una situazione di normalità amministrativa. Lo faremo con spirito costruttivo e senza strappi, ma con la consapevolezza che l’equilibrio dell’intero ATO passa anche dalla responsabilità di ciascun componente. In questi anni l’Egato 4 ha dimostrato di saper lavorare per tenere insieme i territori, anche nei momenti di maggiore complessità, e continueremo su questa strada.

Questo nuovo ingresso riporterà sul tavolo delle discussioni l’approvazione dello Statuto?

Il tema non è mai stato chiuso: personalmente, ho continuato a rinnovare e sollecitare l’importanza che il rinnovo dello Statuto potrebbe avere sulla salute del territorio e dell’Ente, anche perché detta le regole fondamentali al suo funzionamento. Il punto è semplice: senza uno statuto approvato, non possiamo completare la struttura dell’ATO. Attualmente abbiamo un solo dipendente all’interno dell’Ente e abbiamo già definito un fabbisogno per almeno quattro nuove figure – due amministrative e due tecniche – che ci servono per affrontare il lavoro quotidiano e accompagnare la trasformazione del servizio idrico in questa fase decisiva. Ma finché lo statuto resta bloccato, tutte queste cose restano sospese.

Oggi questa situazione potrebbe essere sbloccata?

In passato ci sono state resistenze da parte di alcuni Comuni, in particolare legate al fatto che la presidenza di Egato coincide – per norma regionale – con quella della Provincia. Ma si tratta appunto di una disposizione di legge: non è qualcosa che possiamo modificare con lo statuto. Oggi, anche grazie al nuovo ingresso di Anzio, le dinamiche interne sono sicuramente cambiate e una nuova votazione sull’approvazione potrebbe avere esiti diversi. Questo tema non deve essere chiuso, anzi deve continuare ad essere all’ordine del giorno: lo dobbiamo all’efficienza dell’Ente.

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