Sanità pontina, la consigliera comunale di Santi Cosma e Damiano, Carmela Cassetta, interviene dopo le dichiarazione di Rocca
“In merito alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente Rocca e dai rappresentanti dell’attuale Giunta della Regione Lazio riteniamo doveroso ristabilire la verità sui risultati raggiunti dalla sanità laziale e smentire la narrazione della destra, la cui impronta sulla sanità del Lazio dopo due anni di governo è ancora sconosciuta.
Risultati sulla sanità: merito delle giunte di centrosinistra
Il risanamento dei conti, la riduzione dei tempi di attesa e il miglioramento della qualità dei servizi sanitari non sono il frutto dell’azione dell’attuale governo regionale, ma il risultato di un percorso avviato e portato avanti con determinazione dalle giunte di centrosinistra che hanno governato il Lazio negli ultimi dieci anni. È stato grazie al lavoro di queste amministrazioni che la Regione è uscita dal commissariamento, ha ottenuto il pareggio di bilancio e ha potuto investire in nuovi ospedali e tecnologie.
Il disastro ereditato dal centrodestra: debito, commissariamento e sanità “romanocentrica”
È necessario ricordare come si è arrivati a questo punto. Negli anni 2000-2005, sotto la guida del centrodestra, si è verificata l’esplosione del debito regionale fino a 10 miliardi di euro, con un deficit annuale che nel 2005 raggiunse i 2 miliardi. Ciò ha prodotto il commissariamento della sanità del Lazio, imponendo un drammatico blocco ad assunzioni ed investimenti. In quel difficile contesto, il Presidente Marrazzo, esponente del centrosinistra, riuscì comunque a istituire Latina come DEA di II livello (primo e tutt’ora unico DEA di II livello, ossia ospedale con alte specialità, fuori della città di Roma) e stanziò i fondi per il nuovo ospedale di Formia, espletando la gara per il progetto.
Il passo indietro imposto dal centrodestra e le conseguenze
Nel 2010, il governo Polverini di centrodestra azzerò le decisioni di Marrazzo sugli ospedali di Formia e Latina, determinando la perdita della qualifica di DEA di II livello per la struttura del capoluogo pontino. La destra decise quindi di costituire le famigerate “macroaree”, comprendenti ciascuna una provincia ed un grande ospedale romano di riferimento (per Latina era il San Camillo), accentrando totalmente su Roma la sanità di qualità, mentre le strutture provinciali vennero declassate con conseguente perdita di risorse. Con il Decreto del Commissario (Presidente della Regione Lazio) n. 80 del 30 settembre 2010, il governo di centrodestra tagliò 24 ospedali delle province del Lazio, nessuno a Roma e 4 in provincia di Latina: gli ospedali di Sezze, Priverno, Gaeta e Minturno.
La rinascita con il centrosinistra
Caduta la destra, dal 2013 al 2022 il governo Zingaretti di centrosinistra ha dovuto gestire per dieci anni la sanità del Lazio commissariata, con blocco assunzioni e investimenti. Nonostante queste difficoltà, sono state abolite le macroaree e si è ripreso ad investire sulla sanità provinciale, ospedaliera e territoriale. La Regione ha ripreso ad assumere, ha aumentato la qualità e la quantità dell’offerta di cure e di servizi sanitari, iniziando un percorso di investimento sulla sanità territoriale.
Investimenti e nuovi ospedali: progetti nati con il centrosinistra
I finanziamenti per i nuovi ospedali, citati oggi come successi dell’attuale giunta, sono in realtà il frutto di una programmazione pluriennale avviata dalle precedenti amministrazioni. Il progetto per il nuovo Ospedale del Golfo a Formia è stato inizialmente avviato durante la presidenza Marrazzo e poi ripreso e inserito nel piano di investimenti della Regione Lazio, che ha stanziato oltre 100 milioni di euro per la realizzazione della struttura. Il nuovo Ospedale di Latina è stato deliberato ed interamente finanziato con fondi pubblici dalla Giunta di centrosinistra guidata da Zingaretti. Il via libera alla sua realizzazione – decisione politica annunciata a dicembre 2019- con uno stanziamento di circa 240 milioni di euro attinti dal fondo di edilizia sanitaria art. 20 L. 67/88, a cui si aggiunsero altri 60 milioni di euro con i fondi art. 1 comma 14 L. 60/2019 per un importo complessivo di 300 milioni, era stato possibile grazie all’uscita dal commissariamento della sanità del Lazio. Il PD ha dimostrato concretezza ed efficacia nella propria azione, garantendo il finanziamento pubblico e per l’intera opera, senza alcuna aleatorietà di interventi privati o di improbabili progetti di finanza. È con la delibera ASL LT n. 1016 del 14 ottobre 2021 che viene approvato lo studio di fattibilità del nuovo ospedale e successivamente dalla Regione entro il 2022. Dalle elezioni del febbraio 2023 è tutto fermo. Il Presidente Rocca solo a fine dicembre 2024 ha annunciato la decisione di esternalizzare la progettazione di fattibilità, attività già svolta dalla ASL di Latina: buttati via 2 anni.
Riduzione delle liste d’attesa: un percorso ancora incompleto
Se oggi si parla di una riduzione delle liste d’attesa, è solo grazie alle riforme strutturali e agli investimenti fatti negli anni passati. Tuttavia, i dati più recenti mostrano che la situazione resta critica. A titolo di esempio, l’attuale giunta non ha ancora messo in campo misure efficaci per risolvere le criticità residue, soprattutto nelle aree periferiche e nei piccoli comuni. Per non parlare del taglio di oltre 2 milioni di euro per il poliambulatorio di Aprilia.
Modello Lazio: un’eredità da non disperdere
Il Lazio è diventato un modello grazie al lavoro di squadra, alla competenza e alla visione delle giunte di centrosinistra, che hanno saputo coniugare risanamento finanziario e tutela dei diritti dei cittadini. Oggi chiediamo all’attuale governo regionale di riconoscere questa eredità e di non disperdere i risultati raggiunti, evitando di attribuirsi meriti che non gli spettano. Gli atti amministrativi, le delibere di giunta e i bilanci approvati negli anni sono la prova concreta di questo percorso.
Il Partito Democratico continuerà a vigilare affinché la sanità pubblica resti al centro delle politiche regionali, chiedendo trasparenza sull’utilizzo dei fondi, investimenti mirati nelle aree più fragili e un reale coinvolgimento delle comunità locali nelle scelte strategiche.
Il Lazio merita una sanità di qualità, costruita sul lavoro e sulla responsabilità di chi ha saputo affrontare le difficoltà e guardare al futuro con coraggio e competenza”.