Stalking e maltrattamenti a Latina, si è concluso il processo all’uomo accusato di aver minacciato di suicidarsi con i figli mentre li portava in auto
Una condanna a 3 anni di reclusione per il 47enne di Latina, difeso dall’avvocato Oliviero Sezzi e accusato di stalking ai danni della ex compagna. A pronunciare la sentenza di condanna e disporre il risarcimento per la donna, da stabilirsi in separata sede civile, è stato il primo collegio del Tribunale di Latina composto dai giudici Soana-Bernabei-Brenda.
La particolarità di questo ennesimo caso di stalking è che l’uomo, in uno dei tanti episodi sollevati dagli inquirenti, avrebbe minacciato di suicidarsi con i figli, comunicandolo al telefono alla ex compagna.
Al termine della sua breve requisitoria, il pubblico ministero Marco Giancristofaro ha chiesto la condanna dell’uomo alla pena di 4 anni e 6 mesi. Il pm ha ricordato di come lo stesso imputato ha confermato, nel corso dell’istruttoria che si è svolta in diverse udienze, di aver puntato la pistola contro la moglie e di aver minacciato di sfracellarsi con l’auto mentre aveva con sé i bambini. Tutti episodi che l’imputato, esaminato in aula, ha minimizzato. L’avvocato di parte civile, Francesca Pepe, nel chiedere la condanna dell’uomo, ha chiesto il risarcimento per l’ex moglie, presente in aula. La legale ha difesa l’imputato un soggetto violento, tanto che anche la ex compagna aveva riferito, quando era stata ascoltata come testimone, di aver subito uno schiaffo con la rottura di un timpano, di averlo denunciato e poi di aver ritirato la querela.
La difesa dell’uomo, invece, ha chiesto l’assoluzione in quanto non sarebbero emersi gli elementi fondanti dei maltrattamenti, tanto più che a 7 anni la relazione si è interrotta.MINACCIA LA EX DI UCCIDERSI CON I FIGLI, L’IMPUTATO PICCHIÒ UNA EX
I FATTI – A febbraio scorso, la vittima aveva iniziato a raccontare agli investigatori della Squadra Mobile di Latina, dopo anni di terrore, il contesto di minacce e di violenze fisiche e psicologiche subite dal padre dei suoi figli negli anni di convivenza, condotte che l’avevano portata già dal 2017 a porre fine alla relazione e a trasferirsi insieme ai figli minori presso la casa dei genitori. La donna ha raccontato inoltre di non aver mai denunciato quelle condotte per paura di eventuali ritorsioni nei confronti suoi e dei figli; in più occasioni infatti sarebbe stata minacciata dall’uomo, anche con minacce di morte. La donna ha ricostruito agli inquirenti anche vari episodi di violenza fisica subita, tra cui uno avvenuto mentre era in stato di gravidanza, in attesa del loro secondo figlio.
Nonostante l’allontanamento dalla casa familiare e la fine della relazione, l’uomo non avrebbe interrotto le condotte persecutorie nei confronti della donna, tempestandola di telefonate whatsapp fino ad arrivare al culmine avvenuto nella giornata di giovedì 29 febbraio, in cui l’uomo, nel corso della telefonata registrata dalla donna, le ha proferito la minaccia di togliersi la vita “sbattendo“ l’auto in cui si trovava con i figli, contro un palo.
Il contesto delineato dalla vittima, fatto di minacce e prevaricazioni, unitamente agli ultimi fatti documentati attraverso i file audio e le foto mostrate agli inquirenti e riferibili senza dubbio a condotte avvenute nelle 48 ore precedenti alla denuncia della stessa, hanno consentito agli inquirenti di procedere all’arresto dell’uomo, grazie allo strumento dell’arresto in flagranza differita, introdotto dalla Legge 24 novembre 2023, n. 168 recante “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, istituto applicabile nei casi di violenza domestica quando, fuori dalle ipotesi di flagranza o quasi flagranza, possa evincersi sulla base di documentazione videofotografica o altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica la inequivocabilmente commissione del fatto nelle 48 ore precedenti, nella cui casistica rientra anche la commissione del reato di atti persecutori previsto.