L’ennesima storia di stalking avvenuto a Latina tra un ex compagno troppo geloso e una donna: di mezzo il loro bambino
Il contesto è quello di Latina, tra abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Alla sbarra, con giudizio immediato, un quarantenne di Latina, S.K., arrestato lo scorso dicembre per aver violato il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico. Una misura emessa dall’autorità giudiziaria per tutelare la ex compagna, di Latina anche lei e agente della Polizia Locale.
Oggi, 18 marzo, dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Roberta Brenda, si è celebrata l’udienza in cui è stata ascoltata come testimone la vittima e persona offesa, vale a dire la ex compagna che, al culmine dell’esasperazione per gli atti persecutori subiti, ha denunciato l’ex alla Questura di Latina. L’uomo è difeso dall’avvocato Fabrizio Mercuri
I fatti più gravi, almeno così raccontato dalla donna, interrogata dal pubblico ministero, sarebbero avvenuti tra settembre e novembre 2024, alcuni dei quali quando l’imputato era già stato raggiunto dalla misura del divieto di avvicinamento. Il prontuario di ingiurie ricevute dalla donna, negli anni, è quello tristemente solito: “Puttana, ti levo nostro figlio, ammazzo te, tua madre e tuo padre”.
Tra i particolari più gravi raccontati dalla vittima, ci sono diverse audio e immagini inviati tramite Whatsapp in cui l’imputato le mostra l’organo genitale e le varie fasi della masturbazione. Un aspetto che la vittima ha raccontato con lucidità.
“Era geloso, non ha mai accettato che mi sono rialzata e che ho trovato un lavoro”. In altra circostanza, l’uomo le avrebbe sputato e tirato addosso una sigaretta. A fare le spese di tali comportamenti un bambino di cinque anni, avuto dalla coppia quando ancora erano insieme. “Ero intimorita che potesse far male al bambino, è per questo che l’ho denunciato”. Un uomo descritto come un violento che, secondo la ex compagna, deteneva anche una pistola, mai vista, nascosta in uno scantinato.
A settembre 2024, mentre tornava dal mare con un amico dopo aver cenato insieme, l’ex si era appostato su Via del Lido, vicino a un distributore di benzina. È in questo momento che, vista la ex con un altro, nasce una colluttazione tra i due uomini. Successivamente, il 31 ottobre 2024, quando l’imputato dovrebbe già avere il braccialetto elettronico (non ancora montato per problemi burocratici e di reperibilità dello strumento), raggiunge la donna e il loro bambino nei pressi della sua casa in centro a Latina. A novembre, un altro episodio di violazione della misura. Ecco perché, a dicembre, è scattatato l’arresto dell’uomo.
Da ultimo, nel 2022, un’altra circostanza sottolineata dalla donna: “Rimasi incinta e mi costrinse ad abortire. Non voleva assumersi la responsabilità genitoriale ed economica di un secondo figlio”.
Il processo riprenderà il prossimo 20 marzo. Il giudice ha concesso un breve termine all’avvocato difensore così da poter produrre documentazione di immagini e audio che dimostrerebbero di come anche la donna cercasse l’ex.