OMICIDIO IN VIA DORMIGLIOSA: “JOHN ERIC MORÌ IN AGONIA DOPO ESSERE STATO COLPITO ALLA CAROTIDE”

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Omicidio a Sermoneta, prosegue il processo per il 36enne di origine nigeriana accusato dell’omicidio di un connazionale

“Fu una morte agonica che durò dai 20 ai 40 minuti”, ha spiegato la consulente. Il 31enne John Eric, il nigeriano ucciso il 13 novembre del 2023, è stato ferito a morte con un corpo contundente di vetro. Ad aggredirlo, inoltre, non può essere escluso siano stati in più di una persona. È quanto riferito oggi, 4 marzo, in Corte d’Assise a Latina dalla consulente medico-legale Maria Cristina Setacci che ha svolto l’esame autoptico sul cadavere dalla vittima uccisa, secondo la Procura di Latina, dall’imputato David Ojo, difeso dall’avvocato Alfredo Frateschi. Presenti come parti civili i famigliari della vittima difesi dall’avvocato Bianchi.

Esaminati dal pubblico ministero Martina Taglione, sono sfilati – dinanzi alla Corte d’Assise composto dai giudici Soana e La Rosa, oltreché alla giuria popolare – tre carabinieri, che hanno svolto le indagini, tra cui il comandante della stazione di Sermoneta, e, per l’appunto, la dottoressa Setacci. John Eric, come noto, è stato ucciso in Via Dormigliosa, nel Comune di Sermoneta, nella notte del 13 novembre dopo una festa che era stata data in casa del fratello, chiamato a testimoniare nelle prossime udienze.

Il colpo letale, secondo il medico-legale, sarebbe stato inferto, probabilmente, con il vetro tagliato di una bottiglia che ha lacerato giugulare e carotide. Da qui un fiotto di sangue violento che ha causato la morte di John Eric. Tuttavia, come ribadisce il medico legale, se si fosse intervenuti per tempo, tamponando la ferita, il 31enne sarebbe ancora in vita. Invece, come testimoniata dai militari dell’Arma che hanno svolto le indagini, nessuno di coloro che rimase fino a tardi nella casa del fratello della vittima chiamò il 112. Eric colpito mortalmente si spostò nel complesso dei casali di Dormigliosa stramazzando a terra dopo poco, ma lontano dalla casa dove si era data la festa.

“C’erano molti schizzi di sangue in prossimità dell’abitazione – ha spiegato uno dei Carabinieri rispondendo alle domande del pubblico ministero -. C’erano guanti intrisi di sangue, una mazza e un mattone sporchi di sangue. Il cadavere è stato trovato vicino alla terza abitazione. Abbiamo trovato anche un guanto poggiato alle spalle della bicicletta e anche un bastone sporco di sangue. Per terra, c’erano diversi frammenti di vetro nel complesso delle case di Via Dormigliosa che sembrava una discarica”

Il corpo della vittima presentava ferite all’altezza del collo, ma, come spiegato dal medico legale, vi erano lesioni anche in faccia. Ecco perché, secondo la dottoressa Setacci, l’uomo è stato colpito anche a pugni da chi lo ha aggredito: “C’erano ferite da colluttazione”, ha ribadito uno dei militari.

A testimoniare anche uno dei Carabinieri che guidò la perquisizione nella casa di David Ojo, ubicata a Priverno dove l’uomo, come ricostruito dagli investigatori dell’Arma, dopo aver partecipato alla festa, si recò prendendo il treno da Latina Scalo alle ore 5,41 della mattina. Nella casa dell’imputato, “trovammo una donna nigeriana, la compagna dell’imputato, e poi c’era un altro connazionale. Sul letto c’era una maglietta con uno strappo e con macchie di sangue. Anche la canottiera era sporca di sangue. La maglietta era sporca all’altezza del petto, ma nessuna delle maglie era stata occultata”.

Dentro l’abitazione, i Carabinieri sequestrarono anche due cellulari. Cellulari che entrano in gioco nella terza testimonianza dei Carabinieri, quella del comandante della stazione di Sermoneta, il quale ha coordinato le indagini. Il luogotenente ha spiegato che vi furono diverse telefonate tra i quattro che rimasero nella casa del fratello di Eric, insieme alla vittima, fino a tarda notte. “Il volto della vittima presentava tracce di terreno, era stato rigirato per il riconoscimento. C’era copiosa presenza di macchie di sangue nell’area”.

Quello che è certo, come evidenziato sia dai carabinieri che dal medico legale, è che Eric presentava anche altre ferite, non letali, ma che fanno presupporre una vera e propria aggressione subita. Ferite sotto l’occhio sinistro e destro, ferite da mezzi contundenti, sulla gamba ferite da caduta: “È possibile – spiega la dottoressa Setacci – che ci fossero più soggetti che hanno partecipato all’aggressione, forse due persone. L’arma è stata impugnata con la mano destra e ha colpito il lato sinistro della faccia e del collo della vittima”. Inoltre, sul corpo della vittima c’erano escoriazioni sul volto e altre lesioni antiche sul corpo, oltreché a graffi sulla guancia sinistra. Non solo, perché sulle mani di Eric c’era molto sangue, probabilmente dovuto al fatto che l’uomo cercò di tamponarsi. Un particolare non da escludere, ma non considerato certo dal medico legale. Al contempo, il presunto killer, David Ojo, una volta arrestato, presentava un ferita profonda sulla mano. Una circostanza che potrebbe rimandare all’uso del corpo contundente di vetro scagliato dal responsabile sul collo di John Eric.

Il processo, rinviato al prossimo 6 maggio, riprenderà con l’escussione di altri sei testimoni chiamati dal pubblico ministero Martina Taglione. L’imputato, va ricordato, nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto, si era dichiarato completamente estraneo all’omicidio, così come aveva fatto quando era stato interrogato dai militari dell’Arma. Il 36enne – che oggi ascoltava lo svolgimento del processo con l’aiuto di un interprete dall’italiano all’inglese – aveva respinto ogni addebito, fornendo la sua versione dei fatti e spiegando di non essere stato presente al momento dell’aggressione di John Eric.

I FATTI – Una vicenda terribile, nata nell’ambito di una festa finita male, condita da eccesso di alcol, che ha portato all’aggressione della vittima morta per dissanguamento e con qualche segno di assideramento.

Il giorno dopo l’omicidio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, tramite una indagine lampo, hanno proceduto, sotto la direzione del sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione, al fermo di indiziato di delitto di iniziativa della polizia giudiziaria a carico di David Ojo. Secondo la ricostruzione delle fasi che hanno portato all’omicidio, il 36enne sarebbe stato preso in giro dal 31enne e persino colpito con uno schiaffo. Successivamente, complice il tasso alcolemico alto, il 36enne avrebbe lavato col sangue l’affronto e si sarebbe vendicato colpendo con il vetro rotto di una bottiglia il 31enne John Eric.

Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, diretti dal tenente colonnello Antonio De Lise, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Latina, e dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia e della Stazione di Sermoneta, l’omicidio di Eric è avvenuto all’esterno dell’abitazione dove i protagonisti si erano incontrati per partecipare ad una festa privata. A emettere il decreto di fermo per il 35enne nigeriano è stato direttamente il sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione.

Il ritrovamento del cadavere è avvenuto intorno a mezzogiorno di lunedì 13 novembre quando i Carabinieri, insieme a personale sanitario del 118, sono intervenuti per la segnalazione di una persona straniera deceduta, dell’età di circa 30 anni. Ad accorgersi del corpo dell’uomo è stato il proprietario 80enne del terreno dove sorge il casolare, diviso in mini appartamenti affittati a diversi immigrati, in cui si è consumata la festa tragica.

Il luogo dove è stato rinvenuto il cadavere è stato isolato da parte dei militari. Ciò che è certo è che l’uomo, John Eric, residente a Roccagorga e in attesa di permesso di soggiorno, si trovava in un casolare in Via Dormigliosa (la strada che arriva a Doganella di Ninfa) dove era in corso l’incontro con gli altri connazionali.

L’uomo è stato colpito vicino alla gola: presentava la ferita più grave all’altezza della giugulare ed è stato trovato già cadavere da Carabinieri e personale sanitario. Ad ogni modo, non è l’unica ferita: l’uomo aveva altri tagli più lievi sempre tra viso e collo.

I militari dell’Arma, sin da subito, lavorando senza soluzione di continuità per 24 ore, hanno iniziato gli interrogatori, in primis con gli abitanti della casa nei pressi della quale è stato ritrovato morto il nigeriano. Ascoltato anche il fratello di Eric. La convinzione degli investigatori è che si è trattato di una lite degenerata nel peggiore dei modi, nell’ambito di una festa domenicale (usuale nella comunità degli immigrati).

Un’area diventata difficile quella di Via Dormigliosa, dove c’è una folta comunità di immigrati: non solo nigeriani, ma anche rumeni e persone del nord Africa. Nel 2022, a primavera, un altro giovane nigeriano, di circa 25 anni, era stato aggredito sempre sulla stessa via, mentre, durante una festa, si era allontanato per strada.

Il giovane fu accoltellato e picchiato, ma, seppur riconoscendo dalle immagini mostrategli dagli inquirenti alcuni dei suoi aggressori, decise di non denunciare. Un regolamento dei conti che non ha mai trovato la sua spiegazione, anche in ragione dell’assenza di una denuncia da parte della vittima, miracolosamente salvata dai sanitari dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.

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