Dipendente infedele arrestata per aver rubato gioielli e soldi per un valore di circa 200mila euro: rigettata la richiesta di patteggiamento
Il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Roberta Brenda, ha rigettata la richiesta di patteggiamento a 1 anno e 4 mesi da parte della 49enne di Aprilia, assistita dall’avvocato Sandro Marcheselli, accusata di furto aggravato presso la gioielleria dove fino all’anno scorso era dipendente. Il giudice non ha accolto il patteggiamento, respingendo al contempo la richiesta di revocare la misura degli arresti domiciliari a cui la donna è ristretta da due mesi. Il processo, che si svolge con rito direttissimo, si svolgerà quindi davanti ad altro giudice monocratico e il prossimo 13 marzo sarà lo stesso giudice Brenda a leggere le disposizioni del Presidente di sezione penale che, per quella data, avrà stabilito chi giudicherà la donna.
Lo scorso 2 gennaio, era stato il giudice Brenda a convalidare l’arresto della donna di 49 anni, confermando la detenzione domiciliare così com da richiesta del pubblico ministero. Il caso risale alla tarda mattinata del 31 dicembre (giorno in cui il rapporto di lavoro della donna con la gioiellerie era cessato) quando i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Aprilia, all’esito di attività investigativa preliminarmente condotta, hanno tratto in arresto la 49enne con con l’accusa di furto aggravato.
Nello specifico, i Carabinieri erano intervenuti su richiesta pervenuta al 112 dalla gioielleria “Stefano Andolfi”, in Piazza Benedetto Croce, dove il gestore aveva colto in flagranza la sua dipendente mentre asportava oggetti preziosi dal negozio. Nella circostanza, l’indagata era stata sottoposta a una perquisizione che aveva permesso di rinvenire nella sua disponibilità monili per un valore complessivo di 60.000 euro.
L’equipaggio della Sezione Radiomobile del Reparto Territoriale di Aprilia, agli ordini del Tenente Leonardo Di Tomassi, aveva esteso la perquisizione anche nell’abitazione della 49enne, rinvenendo ulteriore refurtiva per un valore di circa 140.000 euro, provento di furti precedenti presso il medesimo esercizio commerciale.
I preziosi, che sono stati riconosciuti dal titolare della gioielleria, in parte recavano ancora l’etichetta del negozio ed erano stati riconsegnati all’avente diritto. “Se mi avessero detto in passato che il 31-12-2024 lo avrei passato a far arrestare una mia dipendente perché mi stava rubando soldi e gioielli del negozio – aveva scritto il titolare della gioielleria Stefano Andolfi su Facebook – avrei preso a pugni chi me lo stava dicendo per la inverosimilità della cosa…invece te hai reso realtà questa inverosimilità. Hai tradito la cosa che reputo più importante nella vita, la fiducia di chi ha creduto in te tradendo anche i tuoi colleghi…(senza contare la figura che hai fatto fare ai tuoi familiari).
Spero (ma non credo) che questa situazione ti dia modo di riflettere e di capire i veri valori della vita che non sono scarpe e borse firmate. Faccio un augurio speciale a tutti i miei ragazzi e ragazze che lavorano alla Stefano Andolfi Gioielli, per un 2025 ricco di soddisfazioni…e a te cara ragazza auguro solo di capire!!! Un grazie alla Compagnia Carabinieri di Aprilia per la celerità del loro intervento e la delicatezza e gentilezza che hanno usato nei confronti di tutti”.