Accusato di rapina ed estorsione: per Mohamed Jandoubi, affiliato al clan Travali, è stato stabilito il rinvio a giudizio
Avrebbe costretto, sotto la minaccia di un coltello, un 50enne di Latina ad acquistare, presso il centro commerciale Latina Fiori, un cellulare, un monopattino, un tablet e una tv led. Successivamente, dopo che la vittima di estorsione aveva reclamato di poter avere indietro tutto ciò che gli era stato sottratto (tra cui un ulteriore cellulare rubato dalle sue mani), il 37enne Jandoubi avrebbe preso a calci e pugni l’uomo, costringendolo dentro la sua casa in una notte da incubo durata fino alle 3.
Per questi episodi il 37enne di origine tunisina Jandoubi, processato e condannato con alcuni membri del clan Travali nel processo derivante dall’inchiesta “Status Quo”, dovrà rispondere nel processo che inizierà il 13 gennaio 2026 davanti al secondo collegio del Tribunale di Latina. A deciderlo, il giudice per l’udienza preliminare Barbara Cortegiano che oggi, 25 febbraio, ha rinviato a giudizio l’uomo, difeso dall’avvocato Marco Nardecchia. Si è costituito parte civile anche l’uomo estorto, assistito dall’avvocato Emanuele Farelli.
A condurre le indagini fu l’allora sostituto procuratore di Latina, Andrea D’Angeli. Le accuse a carico di Jandoubi sono quelle di estorsione, sequestro di persona, rapina e minacce. I fatti contestati sono accaduti tra gennaio e febbraio del 2021.
A gennaio 2024, l’uomo, volto noto a cronache giudiziarie e forze dell’ordine, è stato raggiunto dalla misura della sorveglianza speciale, essendo un “soggetto che vive abitualmente con i proventi di attività delittuosa e dedito alla commissione di reati che pongono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica”.
L’uomo è l’ex convivente di Valentina Travali, sorella dei fratelli Travali, coinvolta sia in “Alba Pontina” che nell’operazione “Reset”, e protagonista del video rap girato ai Palazzoni per cui fu stata tradotta in carcere e in seguito condannata.