SCOUT PEDOFILO, INTERVIENE IL CENTRO ANTI-VIOLENZA CRITICA LA PERIZIA: “NOI DALLA PARTE DELLE FAMIGLIE E DELLE VITTIME”

Assistente capo scout originario di Terracina arrestato per aver abusato di alcuni minorenni, interviene il Centro Antiviolenza per Adolescenti e Minori vittime di reato e il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio

“Gli organi di stampa nei giorni scorsi hanno dato la notizia – in riferimento al caso di pedofilia  con vari reati di pornografia minorile, violenza sessuale estorsione, atti persecutori e detenzione di materiale pedopornografico – a carico di un giovane adolescente di Terracina con vittime minori (non solo appartenenti al Gruppo Scout Terracina 3) dell’ammissione al giudizio abbreviato con udienza fissata il 4 giugno prossimo e dell’acquisizione di una perizia psicologica di parte depositata  dall’imputato”. A scriverlo, in un intervento, la Garante Infanzia e Adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni, e l’avvocato Pasquale Lattari, che difende le parti civili nel processo a carico del 19enne assistente scout di Terracina. 

“La diffusione sulla stampa di espressioni riportate nella perizia che evidenziava “un quadro caratterizzato da vulnerabilità psicologica significativa” – che non incide in alcun modo sulla imputabilità e sulla capacità dell’imputato – ha destato agitazione nelle famiglie delle vittime ripresa prontamente dagli organi di stampa. 

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È vero!! Tutte le famiglie che  sono state accolte, ascoltate e tutelate da parte di questo Centro e  non solo sotto il profilo giudiziario con la costituzione di parte civile (risultano parti civili costituite anche l’istituzione Garante infanzia ed adolescenza della regione lazio, il Gruppo scout terracina 3 e due associazioni di tutela dei minori No child abus e Insieme a Marianna) sono pervase da sconcerto e sconforto dalle espressioni che hanno letto circa lo status psicologico dell’imputato, a fronte del materiale probatorio (incidenti probatori, chat, foto e filmati sequestrati allo stesso).

Lo status di vittimizzazione secondaria  delle famiglie – integrata anche da questo elemento – che ci preme  tutelare e proteggere anche in questo frangente ci dà l’occasione di alcune riflessioni esperienziali che valgono per tutte le vittime minori ed adolescenti dei casi trattati dal nostro Centro per  minori ed adolescenti vittime di  reato specie nei casi  di pedofilia e violenze e, quindi, non solo per il caso in questione: dalla prospettiva delle vittime e delle loro famiglie nei comportamenti – processuali ed extra –  degli autori non vi è mai ed in alcun modo il minimo rispetto, pensiero neppure indiretto –  e senza che ciò incida sugli accertamenti penali a carico dell’autore – ai dolori ed alle sofferenze delle vittime e delle loro famiglie; abbiamo assistito – sempre salvo il sacro diritto di difesa da garantirsi sempre e comunque – alle più svariate motivazioni personali e psicologiche addotte dagli imputati nei vari procedimenti (spesso nonostante  prove ed elementi evidenti circa la responsabilità) a pretesa giustificazione delle proprie condotte. Gli indicati autori di violenza o di pedofilia danno giustificazioni ai propri comportamenti le più varie: legate a vulnerabilità psicologica (come nel caso in questione) oppure collegate al proprio orientamento sessuale..o,  addirittura,  connesse a particolari situazioni di stress personale/familiare..oppure  indotte – quasi determinate – dall’essere stati  a loro volta abusati. 

Ma le determinazioni e le azioni del violento e del pedofilo – anche se i bambini che hanno subito abuso ove non trattati e curati spesso sviluppano – da letteratura scientifica – disfunzioni e disturbi sessuali e spesso diventano abusanti da adulti!! – sono sempre libere e volontarie ed in nessun caso la persona è indotta o costretta in modo automatico o determinato dal proprio status psicologico a compiere tali reati contro minori ed adolescenti. 

La persona è e resta sempre libera di scegliere – volontariamente e con coscienza e volontà –  di compiere le azioni de quibus contro minori ed adolescenti – tra le più abiette che può compiere un essere umano!! –  ed è sempre libera di scegliere di evitarle.

Tant’è che in tutti i casi trattati tali  motivazioni personali psicologiche addotte sono risultate vane nei giudizi ai fini dell’accertamento della  responsabilità penale dei vari imputati. Anzi in alcuni casi sono risultate aggravanti le condotte e la responsabilità degli stessi. 

Le vittime – cosificate dal puro soddisfacimento sessuale dell’abusante – e le loro famiglie spesso hanno remore a denunciare, hanno vergogna e timore  anche per paura di subire ulteriore vittimizzazione secondaria dal processo e da ciò che ne consegue in punto di riferibilità ed individuazione. In ragione di tutto ciò ci sentiamo di dover confortare le vittime e le loro famiglie

L’esperienza di questi anni ci dice che la vittima – specie adolescente o minore – che trova la forza di parlare, di confidarsi (tanti sono gli strumenti e le opportunità…con i genitori, con professori, con gli sportelli di servizio psicologico delle scuole…) si sente liberata dal peso insopportabile dell’abuso, e la vittima  che denuncia alla autorità competenti pone fine all’abuso e sterilizza immediatamente l’attività dell’autore.

In questo modo, la vittima interrompe il ciclo della violenza ed evita – le condotte di violenza di pedofili, di violenti..- sono recidivanti e mai regressive – dolore ad altre vittime. 

Anzi proprio l’acquisizione di questa consavolezza – il  volere fortemente che altri coetanei non abbiamo a patire e sopportare lo stesso dolore subito –  è la spinta che – spesso –  abbatte ogni remora o timore di denunciare.

La vittima minore ed adolescente  e la famiglia che denuncia non risulta mai pentita di averlo fatto anzi…nel tempo è confortata e soddisfatta dall’appoggio, dall’assistenza, dalla tutela  delle autorità competenti – giudiziarie e di pubblica sicurezza e di sostegno, cura e di ascolto  – che, a nome dell’intera collettività e nell’interesse generale – perseguono i colpevoli a mezzo tutti gli strumenti idonei. E ciò garantendo e fornendo  ascolto ed accoglienza delle vittime minori ed adolescenti ed adulti vittime di violenza in condizione di particolare vulnerabilità”. 

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