UNA PIAZZA PER BARANY, BRUNI (FDI): “NON SI È MACCHIATO DI NESSUN CRIMINE, È MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE”

Cesare Bruni
Cesare Bruni

Lettera aperta su Camillo Barany, il consigliere comunale Cesare Bruni (Fratelli d’Italia) risponde dopo le polemiche suscitate dalla sua mozione per intitolare (che si discuterà domani, 3 febbraio, in consiglio comunale) allo squadrista fascista una piazza o una via nella città di Latina

“Alla luce delle polemiche scatenate dalla mia proposta, trovo necessarie alcune precisazioni e riflessioni. Trovo, infatti, questa polemica pretestuosa e strumentale, oltreché dai toni esagerati. Devo confessare che mi coglie di sorpresa poiché nella mozione, che evidentemente non è stata letta da molti che polemizzano, siano ben esplicitate sia la ragione che la figura di Barany. Intanto, ti ribadisco che questa è una mia proposta e, per quanto io appartenga ad un partito, rimane una mia iniziativa solitaria, di cui rivendico paternità e responsabilità. Questa proposta voleva contribuire a integrare la memoria della città.

Non vi era alcun intento nostalgico o surrettizie riabilitazioni del passato. Il senso, come nelle altre mozioni da me presentate, era quello di un contributo per un confronto sereno sull’intera nostra storia, senza pregiudizi. Devo constatare che così non è e che addirittura si sta gridando all’emergenza democratica. Come tutti sanno bene, comprese le opposizioni in consiglio per averlo più volte pubblicamente attestato, ho un alto senso delle istituzioni e della democrazia e non è certo mia intenzione imporre ad alcuno alcunché.

La ricerca di una memoria storica quanto più condivisa, e non impositiva, è un impegno di anni a cui non sono mai venuto meno e a cui non verrò meno adesso. Alcune precisazioni sono, però, d’obbligo. La definizione di “ squadrista”, che risponde all’esigenza sensazionalistica e a stimolare la polemica, non si addice affatto alla figura di Barany. Quest’ultimo faceva parte della MVSM, che divenne la quarta arma dell’esercito e partecipò a tutti gli eventi bellici. È bene precisare che non sono addebitate a Barany azioni disdicevoli o violente, per quanto è a mia conoscenza. Ridurre quindi per fini polemici questa figura a “ lo squadrista” è sbagliato ed infondato. Figlio di una famiglia ebreo ungherese, i suoi avi avevano combattuto nel Risorgimento italiano.

Per questo era intriso degli ideali risorgimentali di amore per l’Italia. Lotto’ con i rivoluzionari messicani, nel 1914-15 combattè con la legione garibaldina, i volontari accorsi in Francia. Nel 1915 si arruolò volontario come alpino. Nel dopo guerra partecipò all’impresa di Fiume, divenne fascista come tanti altri italiani, partecipando alle altre guerre. Partecipò alla fondazione di Arborea, alla bonifica Pontina e alla nascita di Latina. Infine, al comando della compagnia “Littoria” composta da soldati del nostro territorio, combattè e morì nella guerra d’Africa del 1935-36. Gli fu concessa la medaglia d’oro al valor militare, forse l’unica della nostra città. Fu quindi tutt’altro che “lo squadrista”, appartenente a bande di manganellatori. Ove questi fossero stati i termini, non avrei mai formulato questa proposta. Ricordare questa MOVM non significa affatto glorificare le guerre coloniali e non c’entra nulla con il nazifascismo che arriverà anni dopo la sua morte.

Leggi anche:
LA PIAZZA INTITOLATA ALLO SQUADRISTA, INTERVIENE L’ANPI: “UN’ALTRA PAGINA NERA PER LATINA”

Credevo che a tanti anni di distanza, nell’ottica di una storia, locale e nazionale, finalmente normale si potesse recuperare anche la sua memoria. Normalizzazione della storia che ho sempre perseguito con la pubblica condanna tanti anni fa delle leggi razziali, della dittatura, dei crimini delle foibe, o con il sostegno alla mozione per ricordare il primo sindaco antifascista di Latina, Fernando Bassoli, o con il voto favorevole alle mozioni storiche proposte dalle opposizioni. Credevo, che anche Latina potesse ricordare degnamente questo suo figlio, come mi sembra sia ricordato ad Arborea e nel lodigiano.

Evidentemente mi sbagliavo. Il desiderio di gridare allo scandalo, di strumentalizzare per fini politici è più forte e prevale su tutto. Anche perché, qualora si ritenessero fondate certe obiezioni, si dovrebbero cancellare allora in ogni parte d’Italia i nomi delle tantissime medaglie al valore delle guerre d’Africa, dalla fine dell’ottocento alla seconda guerra; le tantissime vie intitolate ai luoghi dei fatti d’armi d’Africa e così via. Faccio quindi fatica a comprendere il livore di tutta questa polemica. Rimango convinto che, a distanza di tanti anni, anche fatti, persone ed eventi del periodo precedente alla seconda guerra mondiale che riguardano la nostra città debbano essere conosciuti ed oggetto di confronto e che da parte mia, non vi è nessuna volontà di imposizione.

Concludo, scusandomi per la lunga lettera, ma soprattutto con il povero Barany, morto per il suo dovere, sotto il tricolore, ancora sepolto in terra straniera a Macallè in Etiopia, trascinato in una polemica assurda ed antistorica per la mia colpa di voler ricordare la memoria di un concittadino, che non si è macchiato di nessun crimine, Medaglia d’Oro al Valor Militare”.

Articolo precedente

CAMBI DI DESTINAZIONI D’USO DA CASE A B&B, FARE LATINA: “NUOVE OPPORTUNITÀ PER LA CITTÀ”

Articolo successivo

TERRACINA BOCCIATA SUI RIFIUTI, LEGAMBIENTE: “ESCE DAI RADAR DELLA DIFFERENZIATA”

Ultime da Politica