La Corte di Appello di Roma – sezione Lavoro ha condannato nella giornata di ieri, 8 gennaio, la CSC Mobility Scrl, la società che gestisce il trasporto pubblico a Latina, a reintegrare nel posto di lavoro un autista, G.C.O. (le sue iniziali), assistito dagli avvocati Tiziana Agostini e Alessandro D’Angelis, licenziato nel 2023.
II Tribunale di Latina aveva già giudicata illegittima la condotta datoriale, facendo però applicazione della normativa contenuta nel Jobs Act, che non consente la reintegrazione del lavoratore e quindi condannando la società al pagamento di 24 mensilità della retribuzione.
La Corte di Appello ha accolto l’appello del lavoratore, che chiedeva di essere reintegrato nel posto di lavoro, in quanto, alla luce della decisione della Corte costituzionale dello scorso anno, le condotte contestate al lavoratore dovevano considerarsi come insussistenti ai fini della comminazione del licenziamento, con il conseguente diritto del dipendente a riottenere il posto di lavoro.
La sentenza costituisce uno spartiacque, poiché pone fine alle condotte dei datori di lavoro che, approfittando del regime sanzionatorio introdotto dal Jobs Act, che marginalizza la possibilità di reintegrazione, utilizzavano la sanzione espulsiva anche fuori dai limiti imposti della contrattazione collettiva per liberarsi di lavoratori per varie ragioni, non sempre legittime, non più graditi.