Satnam Singh, fissata l’udienza preliminare per Antonello Lovalo, accusato dell’omicidio del bracciante indiano
È stata fissata la data del processo per il 39enne di Latina, Antonello Lovato, accusato dell’omicidio doloso del 31enne di nazionalità indiana, Satnam Singh avvenuto tra Latina e Cisterna di Latina. Il processo, con giudizio immediato, prenderà avvio davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina (compresa la giuria popolare), presieduta dal giudice Gian Luca Soana, il prossimo 1 aprile. Una data che potrebbe essere solo indicativa in quanto da oggi, giorno di notifica, gli avvocati difensori di Lovato – Mario Antinucci, Stefano Perotti e Valerio Righi – avranno 15 giorni per valutare se chiedere un rito alternativo, ossia un abbreviato previsto dalla legge, con la riduzione di un terzo della pena eventualmente inflitta. A quel punto il procedimento si svolgerà davanti a un giudice per l’udienza preliminare, sempre presso il Tribunale di Latina
Lo scorso autunno è arrivato l’avviso di conclusione indagini per il 38enne, così come disposto dal Procuratore capo Giuseppe De Falco e dal sostituto Marina Marra che hanno chiesto il giudizio immediato per l’imprenditore.
Lovato è tuttora detenuto in carcere per via dell’ordinanza di custodia cautelare redatta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina. Dapprincipio nel carcere di Latina dove era guardato a vista dagli agenti di polizia penitenziaria in ragione di possibili tentativi di vendetta da parte di appartenenti alla comunità indiana ristretti in carcere, Lovato, anche nel carcere di Frosinone, dove si trova recluso, è in regime di sorveglianza a vista. Nessuno, infatti, nel carcere ciociaro, ha ritenuto che il detenuto possa essere fuori da qualche rischio. Chi lo ha visto, parla di un uomo distrutto, alle prese con il fatto che gli ha cambiato la vita.
A disporre il decreto di giudizio immediato è stato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano, che ha ereditato il fascicolo dal collega Giuseppe Molfese.
Il bracciante indiano è diventato simbolo del malcostume del caporalato e il suo nome, dopo la sua morte, è finito all’attenzione di tutti i giornali e telegiornali nazionali e internazionali. L’arresto di Lovato è stato disposto per l’appunto dal giudice per le indagini preliminari del Trobunale di Latina, Giuseppe Molfese, lo scorso 2 luglio 2024, dopo la richiesta pervenuta dal sostituto procuratore di Latina, Marina Marra, il 25 giugno dello stesso anno.
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Il Gip Cortegiano ha stabilito in otto il numero delle persone offese tra cui due fratelli di Satnam Singh, il presidente della Comunità indiana del Lazio, Gurmukh Singh, Jasveer Kaur, tutti difesi dall’avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere, Giuseppe Versaci. Le altre persone offese indicate nel decreto dal Gip sono i sindacalisti Maurizio Landini della Cgil, Giovanni Mininni della Flai Cgil, Giuseppe Massafra della Cgil di Latina. I tre sindacalisti sono difesi dagli avvocati Simone Sabbattini, Antonio Valori e Andrea Ronchi.
Indicata, naturalmente, come persona offesa anche la moglie del bracciante, Soni Soni, la 27enne difesa dall’avvocato del foro di Latina, Gianni Lauretti.
Nel capo di imputazione il 39enne Lovato è accusato di omicidio doloso e diverse violazioni del decreto legislativo 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. “Con plurime condotte esecutive di un medesimo disegno criminoso”, Lovato, “dopo aver causato con colpa, mediante la violazione delle norme di sicurezza sul lavoro, il grave ferimento del lavoratore Satnam Singh, privo di pemesso di soggiorno e senza regolare contratto di lavoro, il quale, addetto a manovrare l’attrezzo artigianale “avvolgitelo”, privo di qualsiasi protezione, rimaneva impigliato nello stesso per poi essere trascinato nell’attrezzatura, così subendo l’amputazione totale dell’arto destro e altre gravi lesioni, trovandosi sul posto e dunque avendo l’obbligo giuridico di prestare allo stesso immediata assistenza, ometteva di chiamare i soccorsi e poneva in essere una sequela di azioni volte all’occultamento di quanto accaduto”.
Lovaro, secondo il pm Marra, “caricava a bordo del suo furgone il Satnam, che nel frattempo perdeva copiosamente sangue, riponendo ii braccio amputato in una cassetta per gli ortaggi”; “abbandonava agonizzante nei pressi della. sua abitazione unitamente alla cassetta contenente il braccio mozzato”.
Inoltre “si dava precipitosamente alla fuga e poneva in essere condotte successive volte ad eliminare le tracce dei fatti occorsi (procedeva al lavaggio del furgone, allo spostamento dei mezzi coinvolti nell’incidente, alla rimozione delle copiose tracce ematiche e alla sottrazione dei telefoni cellulari del ferito e della moglie). In questo modo cagionava, accettandone il rischio, la morte del predetto, intervenuta a seguito di shock emorragico causato dall’amputazione del braccio destro, derivato dal mancato tempestivo soccorso; in particolare, non mettendo in atto un soccorso tempestivo per il trattamento delle lesioni gravissime riportate da Singh Satnam poneva in essere un contegno omissivo-commissivo, in quanto le mancate cure immediate e indicate nel caso, hanno configurato il rischio, che ha poi avuto effettiva efficacia causale nella evoluzione delle lesioni e dunque nell’exitus del paziente”.
Tra le fonti di prova citate dal sostituto procuratore Marina Marra, l’informatica dei Carabinieri della Sezione Radiomobile e della Stazione di Borgo Podgora, che hanno eseguito l’indagine, oltreché all’informativa del Dipartimento Spesal dell’Asl di Latina, le dichiarazioni dei testimoni, i referti medici, le intercettazioni e la consulenza medico-legale.
A margine è arrivata anche la dichiarazione del Sindaco di Latina, Matilde Celentano: “Il Comune di Latina si costituirà parte civile al processo per la morte di Satnam Singh”. La Sindaca ha chiesto all’Avvocatura dell’ente di predisporre ogni atto utile, e relativa proposta di delibera, per la costituzione di parte civile dell’amministrazione comunale.
“Continua l’impegno dell’amministrazione nella garanzia dei diritti dei lavoratori stranieri nel territorio. La costituzione di parte civile è un atto dovuto nei confronti di chi è rimasto vittima di un indegno sfruttamento lavorativo, in spregio ai diritti umani, e nei confronti dell’imprenditoria locale che con onestà rappresenta l’eccellenza del territorio”, ha aggiunto la sindaca Celentano.