MOGLIE E FIGLIA DI 13 ANNI INSULTATE, MINACCIATE DI MORTE E PICCHIATE: 40ENNE DI LATINA CONDANNATO

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Rende un inferno la casa dove abita: un 40enne di Latina è stato condannato col rito abbreviato per maltrattamenti in famiglia

Uno spaccato di violenza iniziato dal 2022 fino ai giorni nostri. Sono pesanti le accuse nei confronti di un 40enne di Latina che, secondo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Valerio De Luca, ha maltrattato e picchiato più volte sia la coniuge che la figlia di 13 anni.

Un’escalation di violenza iniziato nel 2022 quando la donna viene accusata da dal marito di “non fare un cazzo” e di “non muovere mai il culo”. E ancora altre offese: “non capisci un cazzo, sei una menefreghista di merda…merda umana”. I comportamenti violenti non erano solo rivolti alla madre, ma anche alla figlia di 13 anni, appellata anche a “puttana”. In un caso, nel novembre 2022, il 40enne, arrabbiato con la ragazzina, le prende il cellulare buttandolo a terra fracassandolo.

Dopodiché, non pago, l’uomo afferra per le spalle la figlia, poggiandola con forza al muro: “Sei una razzaccia bastarda come tua madre”. La colpa di quei comportamenti, tanto per cambiare, è della coniuge: “Questo succede perché non capisci un cazzo e non fai un cazzo”.

Un raptus originato dal fatto perché quel giorno, il 27 novembre di due anni fa, l’uomo entrando in casa vede la moglie e la figlia sedute sul divano. Non ci vede più: stringe la figlia per un braccio, la porta in camera e la prende a schiaffi in faccia. Non è finita perché l’uomo se la prende anche con la coniuge tirandola per i capelli e picchiandola. Poi, mentre la vittima prova a fuggire, la minaccia di morte rivolta alla figlia: “Adesso prendo la pistola e ammazzo te e quella bastarda di tua madre”.

Tutti episodi, peraltro, accaduti davanti agli occhi dell’altro figlio della coppia: un bambino di appena 9 anni. Dopo il pestaggio, madre e figlia si recano all’ospedale per le cure del caso e anche lì arriva un messaggio audio di morte via Whatsapp: “Quando vengo a casa ti ammazzo di botte”.

Infine, alla vigilia di Natale del 2022, l’uomo perde di nuovo la testa e inizia a tirare pugni sul divano di casa per poi rompere tutti i piatti sbattendoli a terra. Rivolto alla coniuge, una nuova minaccia di morte: “Ti ammazzo adesso qua, davanti agli occhi dei tuoi figli”.

Un vero e proprio sistema di maltrattamenti tanto da causare nelle vittime un senso di terrore e di totale soggezione psicologica.

Oggi, 17 dicembre, l’uomo è stato condannato dal giudice per l’udienza preliminare, Barbara Cortegiano, alla pena di 2 anni e 8 mesi col rito abbreviato. Il pubblico ministero Giuseppe Miliano aveva chiesto una pena più alta: 3 anni e 6 mesi. L’uomo è tuttora attinto dalla misura del divieto di avvicinamento alla casa famigliare.

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