Una sentenza d’appello condanna il comune di Cori al risarcimento di oltre mezzo milione di euro. Si vuole dirottare il mutuo di Cassa Depositi e Prestiti su lavori di manutenzione stradale
Non c’è pace per il complesso degli impianti sportivi di Stoza. Le ultime novità sono, da una parte che l’amministrazione comunale ha chiesto di dirottare il mutuo di 350.000 euro, avuto da Cassa Depositi e Prestiti nel 2015 per sistemare la piscina del complesso sportivo di Stoza, per la manutenzione straordinaria delle strade di Giulianello. Dall’altra la sentenza della Corte di Appello di Roma emessa a favore della SinTur – Sinergie per il Turismo – srl, che condanna il comune di Cori al pagamento di oltre mezzo milione di euro.
“Nella recente delibera di Giunta – rileva Evaristo Silvi capogruppo de L’Altra Città – si legge che il diverso utilizzo del mutuo è motivato dal fatto che nel 2019 si ipotizzò un project financing della SVECO SpA per rimettere a posto gli impianti sportivi compresa la piscina, progetto morto immediatamente. Ma ci chiediamo: come mai dal 2015 al 2019 il mutuo di CDP non è stato utilizzato per fare i necessari lavori sulla piscina? Ed inoltre, sempre per quella piscina, sono stati accesi altri due mutui agevolati nel 2010 e nel 2012 con l’Istituto per il Credito Sportivo per complessivi 500.000 €. Quindi, nel quinquennio 2010-2015, si sono avuti a disposizione 850.000,00 euro. Non è chiaro se siano stati utilizzati, certo è che le condizioni della piscina e di tutto il complesso sportivo sono ormai al più completo degrado”.
Poi c’è la vicenda del vecchio contenzioso con la Sin.Tur., del quale si apprende da un’altra recente deliberazione, con la quale il sindaco De Lillis ricorre per la cassazione della sentenza della Corte di Appello di Roma che condanna l’Ente al pagamento di oltre mezzo milione di euro.
Questa vicenda prende le mosse nel lontano 1998, quando l’Amministrazione comunale stipulò una convenzione con la Società SinTur per la gestione del complesso sportivo-turistico.
All’epoca della convenzione il complesso sportivo versava già in pessime condizioni, e abbisognava di interventi strutturali importanti, valutati in circa 4 miliardi delle vecchie Lire. Secondo la convenzione questi costi sarebbero stati ripartiti tra l’Ente Comunale per circa 1,5 miliardi delle vecchie Lire e per i restanti 2,5 miliardi sulla SinTur. Le opere in capo all’Ente comunale non andarono mai in porto per mancanza di fondi e la SinTur invece realizzò parte degli investimenti sui quali si era impegnata per totali 950 milioni delle vecchie lire, come attestati dal direttore dei lavori.
In sostanza, la Corte d’Appello riconosce alla SinTur, questa somma che, nell’attuale valuta, ammonta a circa mezzo milione di euro, oltre le spese del primo e secondo grado di giudizio.
“Ora, – sottolinea Silvi – per il ricorso in Cassazione l’Amministrazione Comunale impegna ulteriori 11mila euro per le spese legali. Ci auguriamo che ci siano motivazioni giuridiche forti sulla percorribilità di questo ricorso, per evitare che quest’esborso di ulteriori soldi dei cittadini sia senza risultati”.
“Certo è – continua Silvi – che il destino del complesso degli impianti sportivi di Stoza continua ad essere travagliato e nebuloso. Sembrerebbe che, dopo la proposta di project financing del 2019, ci sia una nuova proposta che il Sindaco, proprio nel consiglio comunale estivo, ci aveva promesso di presentare in modo esteso in una commissione informativa, che, a distanza di mesi, non si è ancora tenuta”.
Nel frattempo l’amministrazione comunale ha dato in concessione una parte degli impianti, in particolare la palestra, ad un’associazione sportiva locale, nonostante i locali e tutto l’intorno, versino in condizioni di scarsa sicurezza. Non è un caso che la convenzione verrà pagata in natura: a fronte dell’utilizzo per un anno, l’associazione si è impegnata a realizzare opere di messa in sicurezza pari a poco più di 10.500 euro, così come prescritte dai Vigili del Fuoco per la prevenzione incendi.
“Intanto, i mutui di 850.000 euro non sono stati utilizzati per ripristinare il complesso sportivo; il ricorso per cassazione è partito, e, se si considerano i 4 anni e mezzo con i quali arrivano mediamente a sentenza questi procedimenti, il problema non sarà più dell’attuale amministrazione”.
Non è però escluso che, nel frattempo, la società SinTur non pretenda il pagamento di oltre mezzo milione di euro riconosciutole con la sentenza di secondo grado, eventualità che difficilmente le casse comunali sarebbero in grado di sostenere.