Si è svolta la nona edizione dell’Ecoforum del Lazio, durante la quale Legambiente Lazio è tornata a presentare i nuovi dati relativi alla gestione dei rifiuti urbani nella regione (dati Arpa Lazio 2023). La raccolta differenziata regionale, raggiungendo il 55,2% (era il 54,2% nella precedente edizione) con un incremento a ritmo lento di circa un punto percentuale all’anno negli ultimi 5. Segnali positivi arrivano dalla riduzione della produzione, nel Lazio infatti sono stati prodotti 2.845.273 tonnellate di rifiuti totali, con una lieve e continua flessione negli ultimi 3 anni.
Premiati i migliori Comuni, quelli Rifiuti Free, dove si sono prodotti meno di 75 kg di indifferenziato all’anno pro-capite: sono 33 i Comuni Rifiuti Free 2024, 5 in più dell’edizione precedente; tra loro spiccano sul podio Sant’Ambrogio sul Garigliano, Vallecorsa e Rocca Santo Stefano.
“Cresce il numero di comuni rifiuti Rifiuti Free che premiamo, eccellenze assolute del nostro territorio – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – troppo poco però cresce la differenziata nel Lazio, legata al dato romano che si muove ma ancor troppo lentamente. Chiediamo alla Regione di far ripartire i percorsi per dare gambe all’economia circolare, con bandi e politiche che negli anni scorsi hanno permesso a molti comuni di fare tanto e bene e che mancano da troppo tempo. Nel frattempo non possiamo che sollecitare il Campidoglio perchè torni a diffondere il porta a porta e far crescere la differenziata, per la quale aspettiamo da troppo tempo gli impianti necessari che sembrano passati in secondo piano soprattutto da quando si è concentrata tutta l’attenzione nel prospettare quel inceneritore che sarebbe un terribile e indelebile sbaglio, nel futuro di Roma e della sua gestione del ciclo dei rifiuti”.
Tra le province la più virtuosa c’è quella di Viterbo con il 66,3% di RD, il miglior capoluogo è Frosinone che si attesta al 69,4%. La peggiore provincia è la Città Metropolitana di Roma con il 52,9% dove pesa il dato di Roma, qui continua un miglioramento lento della percentuale di raccolta differenziata, arrivata al 46,6% (45,8% lo scorso anno). Il dato romano, con oltre 1.600.000 tonnellate complessive di rifiuti urbani, come sempre pesa per più della metà rispetto alla produzione dell’intera regione e il Lazio senza Roma sarebbe oggi al 66,2% di RD. La provincia di Latina è al 63,7%.
“Il Lazio deve fare ancora tanta strada per migliorare il proprio ciclo dei rifiuti se non vuole rimanere tra le regioni meno virtuose d’Italia, come è ormai da troppo tempo – dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente -. Tante altre regioni mostrano la direzione corretta come lo fanno quelle belle esperienze che premiamo oggi: aziende e amministrazioni virtuose, un crescente numero di rifiuti free o gli importanti obiettivi raggiunti da grandi comuni, capoluoghi o intere aree provinciali. Tanto meglio deve fare Roma, rilanciando la crescita della differenziata, generando filiere nuove di raccolta e gestione di tessile, RAEE, prodotti assorbenti, inerti, terre di spazzamento e riciclo chimico delle plastiche miste; e poi raddoppiando in numero di isole ecologiche e attuando la tariffa puntuale per la quale è imprescindibile un porta a porta diffuso ovunque. Per la gestione delle frazioni è poi ancora evidente nel territorio laziale il deficit per tipologie impiantistiche strategiche, con la loro capacità di tramutare i rifiuti in risorsa: a partire dai biodigestori anaerobici per trasformare organico in compost e biometano, o dagli impianti di recupero dei materiali preziosi, nascosti dentro piccoli e grandi apparecchiature elettriche ed elettroniche, grazie ai quali generare una vasta e diffusa miniera urbana di terre rare e di grandissimo valore”.
Sono 6 i comuni grandi, con più di 50.000 abitanti, che hanno superato lo scoglio del 65% di differenziata: Fiumicino il migliore con il 79% di differenziata e poi Velletri, Tivoli, Guidonia Montecelio, Pomezia e Aprilia.