L’APPROCCIO MONTESSORI NELLA CURA DELL’ALZHEIMER: ECCO LE PROSPETTIVE FUTURE

Si è conclusa con esiti molto positivi la seconda edizione del progetto “Giardino Montessori: contrasto alla fragilità sociale nel distretto LT4” promosso dall’Associazione Ancescao Coordinamento Territoriale Pontino, finanziato per due annualità consecutive attraverso il bando “Comunità Solidali” della Regione Lazio. 

Questa mattina presso il Centro Sportivo Olimpia Club il convegno “L’Abbraccio del Giardino Montessori: Bilanci, Riflessioni e Prospettive Future”, presenti i rappresentanti istituzionali dei Comuni del Distretto LT4: Federico Carnevale, sindaco di Monte San Biagio, Sara Norcia assessore ai servizi sociali del Comune di Terracina, Sonia Notaberardino, assessore ai servizi sociali del Comune di Fondi, Severino Marrocco vice sindaco di Lenola, Riccardo La Rocca delegato alle politiche per la terza età al comune di Monte San Biagio, presenti anche gli operatori del settore, famiglie.

Rivolto a persone affette da malattia di Alzheimer e disturbi di memoria, il progetto “giardino Montessori” è stato realizzato presso il Centro Sportivo Olimpia Club di Fondi. L’iniziativa, sviluppata secondo i principi dell’approccio Montessori applicato all’anziano, è stata concepita con l’obiettivo di favorire la preservazione delle capacità residue, la valorizzazione dell’identità personale e il miglioramento della qualità di vita dei partecipanti e delle loro famiglie.

Le attività hanno previsto l’impiego di materiali sensoriali e cognitivi adattati al contesto geriatrico e riabilitativo. Laboratori creativi, esercizi di manipolazione fine, utilizzo di puzzle tattili e decorazioni a tema stagionale hanno contribuito a sollecitare le funzioni mnemoniche, l’attenzione e la concentrazione. Sono stati inoltre promossi momenti dedicati all’identità personale attraverso fotografie, racconti di vita e oggetti significativi, in un’ottica di stimolo affettivo e relazionale.

Il progetto è stato condotto da un’equipe multiprofessionale, composta da psicologi, operatori formati sull’approccio Montessori per l’anziano, un Operatore Socio-Sanitario (OSS), fisioterapisti, specialisti dell’attività motoria e volontari. Questa integrazione ha garantito una presa in carico globale dell’anziano, un supporto specialistico adeguato alle esigenze fisiche e cognitive, nonché una comunicazione continua con le famiglie, informate regolarmente sulle attività svolte e sulle possibilità di replicare alcune esperienze tra le mura domestiche.

La scelta di spazi “aperti” e non esclusivamente dedicati alla cura ha incoraggiato un contatto spontaneo con la comunità locale: giovani sportivi, visitatori occasionali e altri cittadini hanno interagito con i partecipanti, promuovendo un clima inclusivo, solidale e intergenerazionale. Tale approccio innovativo ha reso possibile un coinvolgimento significativo sia sul piano terapeutico sia su quello sociale.

Il dialogo costante con le famiglie, facilitato da incontri informali, canali social e gruppi di messaggistica, ha fornito ai caregiver non solo un quadro chiaro delle attività svolte, ma anche strumenti pratici per favorire la stimolazione cognitiva e sensoriale a casa. Ciò ha contribuito a ridurre il carico emotivo e lo stress familiare, rafforzando la rete di sostegno e promuovendo una migliore qualità di vita sia per gli anziani sia per i loro cari.

Il presidente regionale dell’associazione Ancescao Giuseppe Pascale dichiara: “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati ottenuti da questa seconda edizione del progetto “Giardino Montessori”, un traguardo che conferma l’efficacia di un approccio centrato sulla persona e sulla valorizzazione delle capacità residue. Grazie alla rilevazione costante degli esiti, sia a livello cognitivo che relazionale, abbiamo potuto constatare un sensibile miglioramento nella responsività dei partecipanti, una concreta riduzione del senso di isolamento e un incremento del benessere psico-emotivo. L’elemento più significativo, a mio avviso, è l’individualizzazione degli interventi: calibrando le attività sulle competenze e gli interessi di ciascun individuo, non solo siamo riusciti a rafforzare l’identità e il senso di utilità personale di ogni partecipante, ma abbiamo anche fornito un modello di cura più umano, dignitoso ed efficace, capace di coinvolgere a pieno le famiglie e l’intero tessuto sociale.”

Grazie al successo ottenuto, il gruppo di lavoro sta valutando la stabilizzazione e l’istituzionalizzazione del progetto, coinvolgendo le amministrazioni locali e regionali, il Terzo Settore e le istituzioni socio-sanitarie. L’obiettivo è garantire continuità, crescita e diffusione di questo approccio centrato sulla persona, sul territorio e sulla comunità. 

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