Il concorso per un posto nella Polizia Locale di Sabaudia finisce male per il figlio del noto esponente politico di Forza Italia
Attualmente in servizio presso la Polizia Locale di Gaeta, il figlio dell’ex consigliere regionale di Forza Italia e noto esponente in provincia vicino al senatore Claudio Fazzone, Pino Simeone, ha provato a partecipare al concorso come Istruttore Direttivo di Vigilanza indetto dal Comune di Sabaudia. Un upgrade per la carriera.
La prova scritta si è svolta un mese fa, il 6 novembre, mentre le prove orali, concluse ieri, hanno visto la pubblicazione della graduatoria nella giornata di oggi, 6 dicembre, con il vincitore e gli altri classificati (il concorso metteva in palio un unico posto al Comune di Sabaudia). Ciò che è successo prima, però, è degno di nota, almeno dal punto di vista dell’informazione.
Nel corso della prova scritta che si è svolta in Comune, a Sabaudia, uno dei commissari d’esame, chiamati a vigilare sul corretto svolgimento del concorso, ha dovuto bloccare Gianluca Simeone, in considerazione del fatto che il 38enne formiano era provvisto di cellulare che ha provato a nascondere. Una volta sorpreso dal commissario d’esame, la sua prova scritta è stata interrotta. Tra i motivi di esclusione, infatti, c’era quello di avere con sé, durante lo scritto, un cellulare.
Il motivo è ovvio. Avere un dispositivo del genere può rappresentare un vantaggio, dal momento che tutti i cellulari del mondo sono collegati con la rete Internet da cui è facile poter avere risposte che non si conoscono, soprattutto durante un esame. Il figlio di Pino Simeone ha dovuto così lasciare la prova, non potendo più concluderla. Beccato, come si suol dire, con le mani nella marmellata tanto da essere espulso, per utilizzare un gergo calcistico.
Al momento dell’esclusione, nessuno tra i commissari sapeva che si trattasse del figlio del noto esponente politici di Forza Italia, in passato anche consigliere comunale a Formia e assessore in Provincia di Latina. Una carriera senza soluzione di continuità, sempre nel solco del centrodestra.
Ad ogni modo, i commissari d’esame non hanno potuto far altro che compiere il proprio dovere ed escludere dalla prova il candidato. Che poi si fosse trattato “un figlio di” o di una “persona comune”, la cosa non interessava a coloro che erano chiamati a far rispettare le regole. Una circostanza imbarazzante, invece, per il figlio del politico forzista: escluso nel concorso del Comune che, peraltro, è trazione Forza Italia.