ANNEGATA NELLA PISCINA DI SPERLONGA, AD APRILE LA SENTENZA

Sara Francesca Basso
Sara Francesca Basso

Affogò nella piscina del Virgilio Grand Hotel di Sperlonga il 12 luglio 2018: nuova udienza del processo per la morte della minorenne Sara Francesca Basso

Ad essere ascoltato come testimone l’ingegnere Corpolongo, figlio dell’imputato Ermanno Corpolongo, che insieme alla ditta del padre montò l’impianto nella piscina dove la 13enne Sara Francesca Basso trovò la morte un seguito all’annegamento avvenuto ormai sei anni fa, nel 2018. Il testimone, chiamato dagli avvocati difensori Vincenzo Macari e Massimo Signore, che hanno depositato il certificato con cui l’impianto della piscina fu realizzato nel 2004, ha spiegato che al momento del montaggio il medesimo impianto era stato assemblato con tutti i crismi e secondo norma.

Corpolongo ha detto che dopo aver montato l’impianto nel 2004 non sono mai tornati all’Hotel di Sperlonga dove è avvenuta la tragedia. Eppure, guardando le foto, l’ingegnere ha constatato che successivamente l’impianto di aspirazione, causa della morte della bambina, era stato modificato. Si sa che a modificare l’impianto fu la ditta di un altro indagato, successivamente archiviato dalla Procura di Latina: Nicolangelo Viola.

La prossima udienza è stata fissata per il 23 gennaio quando dovrebbe essere ascoltato l’ultimo testimone della difesa, dopodiché il 24 aprile è fissata la discussione e la sentenza, alla presenza del pubblico ministero Valerio De Luca.

Devono rispondere di omicidio colposo le tre persone considerate responsabili della morte della 13enne di Supino, così come disposto, a settembre 2020, dal Giudice per l’udienza preliminare Pierpaolo Bortone su richiesta del Pm Giuseppe Miliano. I fatti afferiscono alla tragica morte della bambina di 13 anni, originaria di Supino, deceduta mentre era in vacanza con i genitori a luglio di sei anni fa.

Secondo l’accusa, sarebbe stato il cattivo funzionamento dell’impianto di aspirazione dell’albergo “Grand Hotel Virgilio” a causare il decesso della 13enne ciociara che si trovava in vacanza con la famiglia a Sperlonga in quel maledetto 12 luglio 2018. Per l’accusa la 13enne è stata risucchiata dal bocchettone di aspirazione della piscina, non trovando più la forza per emergere. Tanto più che furono i soccorsi prestati, come fu inutile averla trasportata in eliambulanza al Gemelli di Roma dove morì qualche ora dopo. La causa della sua morte, come spiegato anche dai medici ascoltati nel processo, è stato il soffocamento dovuto all’annegamento.

Il processo (che ha visto già il cambio dei giudici chiamati a emettere la futura sentenza) ha avuto diverse battute d’arresto tanto che il Tribunale di Latina ha ricevuto un sollecito dagli avvocati Calogero Nobile e Francesca Minotti, difensori dei genitori della bambina che si sono costituiti parti civili, affinché fosse anticipata l’udienza odierna.

Sul banco degli imputati, accusati di omicidio colposoMauro Di Martino (46 anni), rappresentante legale della società che gestisce l’albergo, Francesco Saverio Emini (73 anni), ex proprietario dell’albergo e Ermanno Corpolongo (60 anni), il costruttore che aveva realizzato nel 2004 l’impianto di aspirazione della piscina. I primi due imputati sono difesi dagli avvocati Vincenzo e Matteo Macari e Alfredo Zaza D’Aulisio, mentre Corpolongo è assistito dall’avvocato Massimo Signore.

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