Violenza sessuale su una minorenne di 17 anni, inizia il processo per il giovane latinense arrestato ad aprile
Si è aperto il processo l’udienza davanti al II collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Elena Nadile, che vede alla sbarra il 25enne di Latina, Alessio Buda, difeso dall’avvocato Marco Nardecchia. Il giovane è accusato di violenza sessuale aggravata su minore e si trova tuttora ai domiciliari. Nell’udienza odierna sono state ascoltate le testimonianza dei Carabinieri che hanno eseguito l’arresto e della ragazza di 17 anni considerata dall’accusa la vittima del comportamento del 25enne. A sostenere l’accusa il pubblico ministero Giuseppe Miliano.
Lo scorso aprile, Buda, interrogato dal giudice per le indagini preliminari, Laura Morselli, ha spiegato, rispondendo alle domande, di non aver palpeggiato affatto la minorenne, negando ogni addebito. L’arresto del giovane risale allo scorso 24 aprile. All’esito di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina, i Carabinieri della Stazione di Latina avevano tratto in arresto il 25enne con l’accusa di violenza sessuale.
Le investigazioni dei Carabinieri hanno avuto origine a seguito della denuncia da parte della vittima, che ha riferito ai militari dell’Arma di come, dopo aver raggiunto alcuni amici in centro, in Piazzale dei Bonificatori, e iniziato a girare contenuti video per la propria pagina social, è stata raggiunta dal giovane che, cogliendola alle spalle, dapprima l’avrebbe palpeggiata, per poi infilare la mano nei pantaloni. Il giovane l’avrebbe avvicinata quando la minorenne si è allontanata dal gruppo di amici per girare i video e pubblicarli su Tik Tok. È qui che sarebbe scattato l’approccio del 25enne che conosceva solo di vista la ragazza non ancora maggiorenne.
Alle resistenze della vittima, che ha tentato di divincolarsi, l’uomo avrebbe afferrato la ragazza per il braccio tirandola a sé, infilandole una mano sotto la maglietta nel tentativo di palpeggiarla e rivolgendole apprezzamenti volgari. Solo le urla della vittima, che hanno fatto avvicinare altri giovani presenti sul luogo degli eventi, avrebbero fatto desistere dalle sue intenzioni l’uomo, che si è allontanato facendo perdere le proprie tracce.
Una ricostruzione confermata in parte dalla minorenne interrogata oggi in aula. La 17enne, infatti, ha detto che, dapprincipio, il 25enne ha tentato di infilare le mani nel leggins, dopodiché ha provato ad alzare la felpa. La ragazza, alla domanda del Pm e dell’avvocato difensore, non ha però detto chiaramente di essere stata palpeggiata nelle parti intime.
Dopo l’episodio, la giovane ha raccontato di essere andata via insieme ad un’amica e di aver raggiunto il suo ragazzo. Quest’ultimo, dopo aver contattato Buda tramite messaggio, avrebbe ricevuto insulti e minacce di morte. Ad ogni modo, la giovane, la mattina successiva al fatto, ha raccontato tutto alla madre, per poi sporger denuncia ai Carabinieri del Comando Provinciale di Latina. Quello che è certo, almeno dalla testimonianza della giovane, è che il 25enne ha tentato di prenderla per un braccio, dopo averla preso da dietro. Nella denuncia presentata ai Carabinieri, uno dei militari escussi ha spiegato che Buda avrebbe anche “fatto sentire” alla minorenne i suoi genitali, appoggiandosi da dietro.
L’avvocato Nardecchia ha chiesto la sostituzione della misura dei domiciliari in cui è ristretto Buda, con obbligo di firma, braccialetto elettronico e divieto di uscita notturna, ricevendo il parere favorevole del pubblico ministero e della madre della 17enne.
Il processo riprende il prossimo 14 gennaio con l’escussione degli ultimi testimoni dell’accusa e di quello della difesa.