Corteo rumoroso e colorato tra le vie della città delle dune. Strumenti musicali, canti, balli e cori di ragazze e ragazzi, famiglie e cittadini. Tutti uniti per un obiettivo preciso: dire basta alla violenza. Non solo per oggi, ma ogni giorno dell’anno. La terza edizione della giornata contro la violenza di genere, intitolata “Alleniamoci a vincere la violenza”, ha raccolto centinaia di persone unite dal desiderio di sensibilizzare, cambiare e costruire una società più giusta. Perché vincere la violenza, come ha ricordato l’assessore alle Pari Opportunità Anna Maria Maracchioni, organizzatrice della manifestazione, è una lotta che si combatte ogni giorno.
“La violenza di genere non si combatte con un atto isolato, ma con un allenamento quotidiano. Come un atleta si prepara per raggiungere un obiettivo, così tutti noi dobbiamo prepararci ogni giorno, con impegno e passione, per costruire una società in cui ogni persona possa vivere libera dalla paura”. Queste le parole dell’assessore Maracchioni, sottolineando come il 25 novembre non sia solo un giorno di commemorazione, ma un momento di riflessione che deve spingere a un impegno costante.
Quest’anno, l’evento ha avuto un formato inedito, pensato soprattutto per gli studenti, per i giovani, i veri protagonisti della giornata. Invece della consueta marcia silenziosa, infatti, sono state le loro voci a risuonare, forti e potenti, attraverso coreografie, musica e creatività per le vie della città. Un invito a esprimere il proprio ‘no’ alla violenza con strumenti che utilizzano quotidianamente: il corpo, la danza, e soprattutto i social. Da TikTok alle performance in piazza, la violenza si combatte anche con l’arte, con il linguaggio che parla alle nuove generazioni.
L’Istituto Comprensivo Valentino Orsolini Cencelli ha aperto le danze con una coreografia intensa e significativa, sulle note di “Io non ho paura”. I ragazzi non solo hanno ballato, ma hanno raccontato una storia di forza, di coraggio e di lotta. Una lezione di speranza. A seguire, un gruppo di studenti dell’Istituto Giulio Cesare ha regalato una performance musicale sulle note di “Experience” di Ludovico Einaudi. Una melodia che, nella sua dolcezza, ha reso palpabile l’emozione di un cambiamento possibile. Non solo musica, però. Un momento di riflessione ha accompagnato il pubblico verso una lettura che ha sottolineato l’importanza della parola, della denuncia, e della consapevolezza.
Poi, un’esibizione che ha lasciato il segno, e alla quale non poteva mancare anche l’assessore all’Istruzione e servizi sociali Pia Schintu, dal titolo Malò di Bebe, interpretato da un gruppo di otto ragazze dell’Istituto Giulio Cesare. La danza, potente ed espressiva, ha raccontato con il corpo ciò che la parola non può dire: la forza delle donne, la resistenza, l’affermazione della propria dignità. Un grido silenzioso ma deciso contro ogni forma di abuso.
Il sindaco Alberto Mosca e il parroco don Massino Castagna hanno concluso la parte istituzionale, ringraziando tutti i partecipanti e sottolineando l’importanza di eventi come questo per la costruzione di una comunità consapevole.
“Denunciare è il primo passo verso la libertà. Lo sportello antiviolenza è un punto di riferimento, ma il cambiamento dipende anche da ciascuno di noi”. Così Chiara Sanseverino, rappresentante del Centro Donna Lilith che questa mattina ha condiviso con i ragazzi l’apertura a Sabaudia dello sportello antiviolenza intitolato a Cinzia Pacini e Gabriella Capozzi, le due donne sabaudiane vittime di femminicidio.
La lotta contro la violenza di genere è quotidiana, costante, e deve attraversare tutte le sfere della nostra vita. Non basta ricordare le vittime, bisogna intervenire, sensibilizzare, educare. E questo i ragazzi lo hanno capito. L’arte, la musica, la danza, ma anche il linguaggio dei social sono oggi strumenti potentissimi nella battaglia per la libertà e il rispetto.