La Coldiretti Lazio scrive al Presidente della Regione Francesco Rocca e ai consiglieri regionali e annuncia la mobilitazione
“Alla base della nostra mobilitazione, c’è l’inconsapevolezza da parte dell’assessore al Bilancio e all’Agricoltura Giancarlo Righini, della situazione di crisi e di spossatezza, che investe molte delle principali filiere agricole della nostra regione. Ne é prova eloquente, il fatto che il primo tavolo di rappresentanza è stato istituito solo dopo le nostre proteste l’8 novembre e si terrà ufficialmente lunedì 18, ad un anno e mezzo dall’avvio del governo regionale!
L’elenco delle carenze più gravi comprende diverse questioni. I ritardi sulla fauna selvatica: i cinghiali devastano i nostri campi; i lupi mettono in ginocchio gli allevamenti di ovini e noi — mentre perdiamo i raccolti — restiamo in attesa dell’adozione del piano straordinario di contenimento, che altre regioni hanno già deliberato.
II contenimento della PSA risulta inefficace: certo i maiali sono stati abbattuti, ma il depopolamento dei cinghiali invece è di là da venire.
II settore ovino — dove abbiamo perso 250.000 capi negli ultimi quattro anni — è investito dalla “lingua blu”, ma le aziende colpite non trovano nessun ristoro per il semplice fatto che l’Assessore non è a conoscenza del tema, letteralmente ignora che ci sia.
Le misure dello sviluppo rurale — essenziali per la vita di tutte le imprese agricole del Lazio — affondano in una dimensione di voluta e responsabile opacità, conoscono ritardi inaccettabili e le scelte fatte spesso non coincidono con le reali esigenze del settore, proprio perché fino ad oggi non se ne è discusso.
Nella filiera dell’ortofrutta, la crisi del kiwi è solo uno degli esempi peggiori di mancanza di intervento. Nella filiera bufalina, assistiamo ad un crollo del prezzo pagato agli allevatori (-30% in pochi mesi), senza interventi davvero risolutivi da parte della Regione.
Ai problemi della zootecnia e della filiera da latte e da carne, che avrebbero bisogno di una profonda riorganizzazione e di una chiave di programmazione, si risponde senza lungimiranza mettendo quattro spicci sul tavolo.
Da tutto ciò ricaviamo due considerazioni. La prima è che l’Assessore non desidera misurarsi con la Coldiretti e appena gli è possibile ne fa a meno! La seconda è che la guida di due assessorati è un carico eccessivo.
Il nostro mondo non può permettersi né un assessore a mezzo servizio, né un assessore molto “distratto”, tranne che nella sua volontà carsica, e della sua tecnostruttura, di disintermediare politicamente e sindacalmente Coldiretti.
Queste sono le ragioni che portano la Coldiretti alla scelta di una mobilitazione permanente fino a quando non verrà ridata all’agricoltura nel Lazio la giusta centralità. Per farlo si deve partire da un assessore che lavori a tempo pieno solo per l’agricoltura. Per questo il giorno 19 novembre settemila produttori agricoli laziali faranno sentire la loro voce sotto il palazzo della Regione Lazio”.
Così, in una nota, il Presidente Coldiretti Lazio, David Granieri.