Era stato fermato dai Carabinieri perché la sua auto aveva una targa clonata, dentro il mezzo un arsenale di armi: oggi l’udienza preliminare
È stato condannato alla pena di 6 anni di reclusione, più 10mila euro di multa, il 30enne di Fondi, Giuseppe Notarberardino, 30enne del luogo, difeso dall’avvocato Maurizio Forte. Il giovane, fermato l’anno scorso con 14 pistole all’interno della sua auto, è stato giudicato oggi, 7 novembre, col rito abbreviato dinanzi al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli, che ha comminato la stessa pena così come richiesta dal pubblico ministero Martina Taglione.
Dopo l’arresto dell’anno scorso, Notarberardino, interrogato dal Gip Giuseppe Cario, si era avvalso della facoltà di non rispondere, tanto che il magistrato aveva confermato la misura cautelare del carcere.
I fatti risalgono alla tarda serata del 23 settembre 2023 quando una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Terracina, agli ordini del Maggiore Saverio Loiacono, nel corso degli ordinari controlli per la movida del sabato sera, circolando sulla via Appia, ha ricevuto un alert dal dispositivo di lettura targhe installato a bordo, che ha segnalato il transito di una Fiat 500 X, “clone” di un originale, di proprietà di una donna di origini campane.
Il mezzo stava viaggiando con direzione di marcia verso il centro città di Terracina, proveniente da Latina. Insospettiti, i militari dell’Arma hanno seguito il veicolo, con a bordo solo il conducente, fino a fermarlo all’altezza dell’ingresso nord del centro abitato.
Il giovane alla guida è apparso molto agitato, al punto da stimolare i Carabinieri ad eseguire una approfondita perquisizione, rinvenendo, in un doppio fondo ricavato nel porta oggetti dell’abitacolo, ben 14 pistole, di varia marca e calibro, tutte con matricola abrasa. Alcune di esse sono risultate armi classificate “da guerra”.
Il giovane, incensurato, era stato dichiarato in stato di arresto e tradotto in carcere, su disposizione del sostituto procuratore di Latina, Marco Giancristofaro.
Il 30enne doveva rispondere dei reati di “porto abusivo di armi alterate e riciclaggio del veicolo”. Tutto il materiale che è stato sottoposto a sequestro per gli ulteriori accertamenti.