L’ex sindaco Damiano Coletta: “La vicenda di Latina Ambiente è veramente inquietante, per non usare altri termini ancora più pesanti”
“Racchiude un pezzo di storia della nostra città fatta di poltronifici, di mala gestione amministrativa e di un sistema torbido in cui hanno navigato interessi privati e conflitti di interesse. La vera vittima di tutta questa vicenda è la comunità di Latina. Se non altro la gran parte di comunità che non chiude gli occhi e non volta la faccia dall’altra parte. C’è un giudizio in corso e quindi massimo rispetto per tutte le parti in causa.
Vi racconto però un po’ di cose su Latina Ambiente sulla base della mia esperienza perché in questi giorni ho letto e sentito molte chiacchiere e troppe illazioni. Teniamo sempre presente che il settore dei rifiuti è molto delicato. Ci sono interessi milionari. Ci sono posizioni ed interessi privati da difendere. Dunque, in estrema sintesi e saltando vari passaggi tecnici per non dilungarci troppo, limitiamoci ai fatti e alle date.
In data 1 dicembre 2015 il Tribunale di Latina rilevava uno “stato di decozione conclamata” della società Latina Ambiente e disponeva la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per l’eventuale presentazione di una istanza di fallimento da parte della stessa Procura.
In pratica Latina Ambiente, le cui vicende insieme a quelle di Acqualatina determinano la caduta dell’amministrazione Di Giorgi, vanterebbe crediti nei confronti del Comune di circa 13 milioni di euro. Crediti che però non vennero mai riconosciuti dagli uffici comunali.
Secondo i revisori tali crediti ammontavano a soli 2 milioni di euro. In conseguenza di ciò, oltre ad altre numerose azioni di malagestio, si veniva a determinare una voragine nei conti.
Anche la Procura della Repubblica rilevava lo “stato di decozione” e quindi in data 21 marzo 2016 proponeva istanza di fallimento per una esposizione debitoria di circa 30 mln di Euro. Il 12 maggio 2016 viene convocata la prima udienza fallimentare. Il 21 giugno 2016 vengo proclamato Sindaco di Latina.
La situazione operativa di Latina Ambiente era in quel momento disastrosa. Lavoratori con contratti trimestrali, con divise e mezzi fatiscenti, una raccolta differenziata al di sotto del 30 %.
Nel frattempo il consulente del Tribunale si rivolse al Servizio Ambiente comunale per chiedere se i crediti vantati, e dallo stesso servizio nel corso del tempo contestati, fossero esigibili. Gli uffici risposero con un diniego. Cioè quei crediti non erano esigibili perché riguardavano servizi non adeguatamente certificati. Ma la storia di quei crediti è lunga e risale nel tempo.
Anche le precedenti amministrazioni e un paio di commissari (Nardone e Barbato) non li riconobbero sulla base della certificazione degli uffici.
Il 7 dicembre 2016, con sentenza del giudice del Tribunale di Latina, viene decretato il fallimento della società Latina Ambiente a seguito di una esposizione debitoria di circa 30 milioni. Nel dispositivo della sentenza di fallimento viene dichiarata inammissibile la richiesta di concordato preventivo.
Il concordato preventivo è stato respinto per difetto di attestazione. Mancava, di fatto, la certificazione del credito vantato da Latina Ambiente con il Comune di Latina (13,8 milioni di tariffazione TIA). I giudici nella sentenza rilevano che non c’è nulla che confermi questo credito poiché non è mai stato riscontrato nel PEF né da eventuali delibere comunali.
Tutto il resto è storia recente. Nel 2018 si costituisce ABC, un’azienda pubblica con i bilanci sempre in equilibrio.
I lavoratori di ABC ritrovano una dignità occupazionale grazie ai nuovi mezzi più sicuri, grazie a nuove divise e grazie soprattutto alla stabilizzazione a tempo indeterminato di oltre 100 dipendenti. Nel 2021 parte il porta a porta con una differenziata che passa dal 28% al 51%, diminuendo così i costi dello smaltimento della quota di indifferenziata presso Rida Ambiente (circa 6 milioni).
Nel 2023 si insedia la nuova amministrazione. La differenziata rimane ferma al 51% e probabilmente rimarrà tale per i prossimi 3 anni. A qualcuno giova continuare a conferire 30 mila tonnellate/anno presso Rida Ambiente continuando a pagare 6 milioni di euro di soldi pubblici? Si configura un danno erariale? Lo stabilirà la Corte dei Conti. Nel dicembre 2023 l’attuale Amministrazione si chiude una transazione con Latina Ambiente riconoscendo, di fatto, 6 milioni di euro di crediti.
L’interlocutore della transazione, nella veste di curatore fallimentare, è il Dott. Palmerini che poi diventa presidente del CdA di ABC a titolo gratuito. Da quanto mi risulta il CdA di ABC si riunisce raramente. D’altra parte sono tutti stimati professionisti e questa situazione di gratuità, al di là del populismo, è assolutamente inefficace.
Tornando alla cronaca giudiziaria, in un primo momento l’Amministrazione Celentano lascia intendere che potrebbe non costituirsi parte civile nel processo che riguarda Latina Ambiente. Processo che vede fra gi imputati due componenti dello staff della sindaca Celentano.
Ma quasi a sorpresa arriva la costituzione di parte civile così come deliberato dal Commissario. Del resto l’Amministrazione rappresenta una comunità che ha subito un danno economico e tra i capi d’imputazione, nel rispetto del garantismo, si parla di bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita.
Da parte di alcuni ex amministratori di Latina Ambiente, in questi giorni, sono partite due diffide nei confronti del Comune riguardo la costituzione di parte civile. Direi che c’è n’è abbastanza. Nel rispetto di tutte le parti in causa nel procedimento in corso, evito di esprimere giudizi. Ho però la sensazione che un certo sistema che è stato tanto combattuto in questi ultimi anni si stia ricostituendo. Per il resto, giudicate voi”.
Così, in una nota, il consigliere comunale di Latina Bene Comune ed ex sindaco di Latina, Damiano Coletta.