BANCAROTTA LT AMBIENTE, L’EX ASSESSORE NON CI STA: “IN CORSO TENTATIVO MAFIOSO DI INCOLPARE COLETTA”

L'ex Assessore all'Ambiente del Comune di Latina Roberto Lessio durante la manifestazione a Rio Martino
L'ex Assessore all'Ambiente del Comune di Latina Roberto Lessio

Bancarotta Latina Ambiente, dopo la diffida arrivata al Comune che si è costituito parte civile, arriva l’intervento dell’ex assessore Roberto Lessio

È stato assessore nella prima Giunta Coletta, Roberto Lessio, giornalista ed ex assessore all’Ambiente voluto proprio dal primo governo a trazione Latina Bene Comune che, bel 2016, sconfisse il centrodestra alle elezioni amministrative del dopo “Maiettopoli”.

La diffida pervenuta al Comune di Latina, amministrato dal centrodestra, da parte di uno dei 26 indagati per bancarotta aggravata in merito al fallimento della Latina Ambiente, ex partecipata dell’ente di Piazza del Popolo, non ha generato contro-repliche da parte di nessuno

Come noto, a diffidare il Comune sulla costituzione di parte civile presentata dall’avvocatura dell’Ente è stato uno degli ex presidenti della partecipata, Giuseppe Caronna, che gestiva il servizio d’igiene urbana e che è stata dichiarata fallita nel dicembre 2016. Dopodiché, l’allora amministratore Coletta, oggi accusata di aver fatto fallire la società non corrispondendo i debiti milionari alla Latina Ambiente (pagati quasi totalmente dall’amministrazione Celentano tramite transazioni di milioni di euro), istituì l’attuale azienda speciale Abc.

A intervenire sul caso, seppur non citando la diffida, è proprio l’assessore dell’epoca, Roberto Lessio, che rivendica le scelte fatte in passato, parlando ora di un “tentativo mafioso in atto”.

“È in corso – scrive Lessio sul suo profilo Facebook – un tentativo mafioso (ripeto mafioso, ove qualcuno fraintenda ciò che voglio dire) per attribuire all’amministrazione Coletta la responsabilità del fallimento della Latina Ambiente Spa con l’obiettivo malcelato di agevolare la costituzione dell’attuale ABC (Azienda per i Beni Comuni di Latina), interamente di proprietà del Comune. Evento questo (il tentativo mafioso) ampiamente previsto e atteso.

Inutile sottolineare che di quella scelta chi scrive questa nota porta ancora con orgoglio la maggior parte delle responsabilità delle scelte effettuate. Ma non è questo il punto, anzi.

Sarà molto divertente, ripeto: divertente, verificare come gli apprendisti stregoni che hanno determinato il più grande disastro economico, politico, amministrativo, ecologico e occupazionale che ha ulteriornente umiliato, insieme alla vicenda “maiettopoli” l’intera Comunità dei latinensi, riusciranno anche in quest’impresa. Un attacco per altro preannunciato e atteso grazie alle recenti sentenze del governo centrale tese a cancellare la lavagna sulle responsabilità penali degli amministratori di parte propria.

Gli aspiranti apprendisti stregoni in sostanza vorrebbero riportare “in bonis’ una società dichiarata fallita dal Tribunale di Latina il 7 dicembre 2016 (giorno del compleanno del Sindaco), accusando l’amministrazione appena subentrata all’epoca della responsabilità del fallimento. Quando in realtà, carte alla mano e memoria funzionante, la richiesta di tale pronunciamento del Tribunale risale a due mesi prima delle elezioni amministrative di quell’anno: per la stessa memoria il primo turno c’è stato 5 luglio e il ballottaggio il 19 giugno. La sentenza parlava e parla di stato di “decozione” (società non più in grado di adempiere alle sue fuzioni) che ne ha determinato l’irrreversibilita del fallimento. La sentenza sarebbe definitiva in uno stato di diritto, ma nel percorso di depenalizzazione legislativaa attualmente in corso tutto torna in ballo.

Lo scopo del tentativo mafioso degli aspiranti apprendisti stregoni in sostanza è l’idiota prospettiva di restiture la gestione del servizio alla fallita Latina Ambiente ed ai suoi fallimentari ex amministratori. Che così, tra l’altro, si ritroveranno con la fedina penale immacolata mentre è in corso a loro carico un procedimento penale per bancarotta procurata. Cioè di un’azienda posseduta al 51% dal Comune di Latina, mica da una associazione a delinquere qualunque.

Ovviamente al contempo verrà eliminato il “problema” ABC che, non essendo mai andata in passivo finora (come invece lo sono stati tutti i bilanci della Latina Ambiente), fa ancora troppa ombra ad un meccanismo preesistente che va ripristinato a tutti i costi. Per costi si intende quelli posti a carico dei cittadini “beduini” con la Tari. In particolare quelli consenzienti perché già votanti degli aspiranti apprendisti stregoni”.

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