Era evaso dai domiciliari in cui era ristretto nel Comune di Minturno, accusato di omicidio è stato arrestato a Milano
Lo scorso 4 ottobre, il personale della Squadra Mobile di Napoli, con l’ausilio del personale della Squadra Mobile di Milano ed il supporto tecnico del Servizio Centrale Operativo, ha fermato Antonio Amoroso (37 anni). Secondo le indagini, Amoroso, parente acquisito della vittima in quanto nipote della moglie, è il responsabile dell’uccisione di Luigi Procopio (45 anni). Il movente sarebbe un debito di appena 5mila euro, sulla cui natura sono ancora in corso accertamenti.
Il giudice per le indagini preliminari di Milano Roberto Crepaldi ha convalidato il provvedimento di fermo emesso nei confronti di Antonio Amoroso, arrestato nel capoluogo lombardo. Il 37enne è detenuto nel carcere di San Vittore dopo l’applicazione della custodia cautelare in carcere.
Secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile di Napoli, infatti, Amoroso, evaso dai domiciliari a Minturno, ha atteso la vittima nell’androne del palazzo. Prima sparava a Luigi Procopio alla gamba e poi lo finiva quanto ormai era a terra con altri colpi di pistola uno dei quali alla testa.
L’uomo avrebbe anche sparato alla moglie di Procopio che era a circa 3 metri di distanza mancando il bersaglio. All’indagato vengono contestati quindi i reati di omicidio volontario aggravato, tentato omicidio, porto abusivo di pistola, possesso di documenti falsi (mostrati ai poliziotti quando l’hanno rintracciato e arrestato) e anche evasione dagli arresti domiciliari dove si trovava a Minturno.
Tre anni fa infatti si costituì presso la compagnia dei carabinieri di Marano alcune settimane dopo aver tentato di uccidere l’ex compagna incinta. Il gip del tribunale di Napoli nord lo aveva condannato a dieci anni concedendogli però gli arresti domiciliari.
Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri Amoroso quel giorno si fece accompagnare da un complice in scooter a casa della ex convivente, una donna di 29 anni, in via Marano – Pianura, e sparò un colpo verso di lei. Per fortuna il proiettile si conficcò in un’imposta. Grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza e al testimonianza della donna si giunse ben presto all’identificazione di Amoroso, originario di Forcella ma da qualche anno residente proprio a Marano.