PUA DI TERRACINA, LA VERSIONE DEL WWF: “AL CENTRO DEVE ESSERCI AMBIENTE E SALUTE”

La Vice-Presidente WWF Litorale Laziale, Franca Maragoni, interviene sulla questione del piano utilizzazione arenili a Terracina

“Sono mesi, forse più di un anno che seguiamo le vicende del PUA per la nostra città. Prima il PUAR (piano della Utilizzazione Arenile Regionale) che ci sembrava, nell’impianto generale, abbastanza accettabile. Accettabile e condivisibile perché partiva (parte) da presupposti importanti ormai ineludibili in qualsiasi parte del mondo: i cambiamenti climatici, ormai accertati e provati, stanno provocando a livello planetario una crisi climatica sempre più presente e pressante sulla natura, sui territori e naturalmente sulle comunità umane, per questo vanno adottate strategie di mitigazione e adattamento per ridurne gli effetti. Queste premesse le abbiamo trovate poi declinate nel PUA comunale, adottato preliminarmente dal consiglio comunale in epoca commissariale, dove venivano precisate alcune prescrizioni nel senso di quanto scritto precedentemente.

Inspiegabilmente invece il consiglio comunale, entrato in carica nel settembre 2023, invece dell’adozione in via definitiva ha optato per una revisione del documento.
Certo le ragioni sono apparse subito chiare tanto che si parla, ancora nell’ultimo consiglio, di “adeguare il PUA alle esigenze dei cittadini” e di quali cittadini è facile immaginarlo, non certo i cittadini che non potendosi permettere le tariffe in vigore presso gli stabilimenti balneari, potrebbero comunque usufruire della spiaggia libera. Ed è ipocrita definire spiaggia libera un tratto di arenile dove l’erosione è evidente e pesante, la pulizia assente e dove in compenso abbondano solo i sassi arrivati chissà da dove; spiagge libere di superfici irrisorie e molto spesso di pochi metri lineari.

Senza considerare che tutta la baruffa, 9 ore di commissione demanio, si è consumata sul tratto di arenile prospiciente la zona urbana. Senza considerare che dalla foce di Badino verso Sisto e dalla spiaggia di levante verso Napoli si assiste ad un vero e proprio Far West. Imprenditori balneari che spianano tratti di duna residua, realizzano ripascimenti, chiamati in un altro modo, in proprio, utilizzano le famose scogliere, quelle del ripascimento del 2006 per intenderci, ad uso e consumo personale; proprietari di ville costruite sulla sabbia che invece del ripascimento alzano muri, anche doppi, al risparmio, per fermare la furia del mare laddove l’erosione è davvero importante. E infine accessi inesistenti, negati perché di pertinenza di ville, villette, bar e campeggi.

Altro tema assolutamente eclissato è quello dell’uso dell’arenile, ormai da 5 anni, da parte delle tartarughe Caretta caretta, specie protetta, i cui individui femmine insistono ad uscire dal mare e tentare la nidificazione sul nostro litorale. Neanche una parola sulla necessità di regolamentare la pulizia della spiaggia, sull’uso dell’illuminazione e altro. Una dichiarazione di “Comune amico delle tartarughe” non si nega a nessuno, una stretta di mano davanti al fotografo e il gioco è fatto. Diverso è operare, di concerto con i ricercatori della Regione che operano sul campo, affinché questi animali possano trovare un ambiente accogliente o quanto meno non respingente o ostile; ne è la prova il ritrovamento di tracce senza nidificazione (U turn) segno che la tartaruga è uscita ma, disturbata, è tornata in mare, oppure il ritrovamento della traccia dell’egg chamber (camera scavata nella sabbia dove la tartaruga depone le uova) scavata ma non utilizzata, vuota, e anche in questo caso pensiamo che la tartaruga sia stata spaventata o disturbata.

E non si pensi che il PUA sia altro rispetto alla gestione del verde o della mobilità nel tratto immediatamente contiguo all’arenile. Molte Tamerici, alberi che regalano un’ombra gradevolissima e senza soluzione di continuità in alcuni tratti, sono inspiegabilmente morte stecchite e la loro mancanza non si è fatta sentire specie per quelle attività commerciali che le vedevano come un intralcio. Il verde delle aiuole viene potato in malo modo e dove ci dovrebbero essere essenze striscianti spesso la terra è desolatamente coperta da plastica o da rifiuti. Per quanto riguarda la mobilità la pista ciclabile, unica in città, è dominio di bici elettriche che sfrecciano anche a 40Km orari e la sede stradale è perennemente invasa da auto che inquinano l’aria. Inoltre sia la sede stradale che la pista ciclabile si allagano puntualmente ad ogni piccola pioggia perché i tombini sono occlusi e le acque, vorremmo ricordare che raccolgono gli inquinanti che si depositano sull’asfalto, si disperdono sull’arenile invece che essere convogliate correttamente.

In questo momento (ore 18.00 di giovedì 3 ottobre), mentre si discute usando bizantinismi per arrivare non si sa dove, una potente mareggiata si è mangiata la spiaggia, viale Circe è tutto allagato e l’acqua arriva a coprire i marciapiedi e in via Badino, davanti alla scuola Giovanni Paolo, le auto affondano fino a metà delle ruote nell’acqua che non è riuscita a defluire a causa della cementificazione e della pessima rete fognaria.

Non si può far finta di niente davanti alle centinaia di metri quadrati di mattoni di cemento lasciati sull’arenile dopo lo smontaggio delle strutture. In termini di impermeabilizzazione del suolo e di erosione equivalgono a un palazzo o un parcheggio. Non possiamo tacere perché non degno di una città davvero sostenibile e solidale, la situazione dell’arenile circa l’accesso ai disabili.

In sintesi quindi la nostra associazione richiama l’amministrazione ad avere a cuore davvero la salute dei cittadini e dell’ambiente cercando e mettendo in atto strategie che aiutino l’economia che in tutto il mondo quando si parla di turismo sostenibile, è un settore in continua crescita. Il focus dell’azione amministrativa quindi si dovrebbe fissare su: PUA (modificato), PIANO DEL VERDE (indispensabile per il caldo estremo e le piogge torrenziali anche sul litorale) e PUMS (con rifacimento del sistema di captazione delle acque meteoriche). E soprattutto controlli”.

Così, in una nota, la Vice-Presidente WWF Litorale Laziale, Franca Maragoni.

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