PESTAGGIO DEL GIOVANE A LATINA, LA RICETTA DEI GIOVANI DEM E DEL PD: “ECCO COSA POSSIAMO FARE”

RISSA

“Comunità, cultura e politiche giovanili: così Latina può essere una città sicura”, l’intervento dei giovani democratico e del PD di Latina

“Il recente episodio di violenza avvenuto tra le strade principali della nostra città, in un luogo di ritrovo dove tante e tanti giovani ritagliano a fatica spazi di comunità condivisa e genuina, è un grido d’allarme che non si può più ignorare. Come segretaria dei Giovani Democratici di Latina – dichiara in una nota Carlotta Paladino – esprimo vicinanza al ragazzo ferito e alle ragazze che hanno subito violenza verbale, un gesto che mi ferisce nel profondo in quanto ex studentessa del liceo classico che ha conosciuto e usufruito di quegli spazi, ma anche come giovane donna che conosce il peso di una società in cui le attenzioni assumono carattere arbitrario e quasi mai rispettoso.

Negli ultimi anni i GD hanno tentato di riportare al centro del dibattito il tema che si configura a partire da questi episodi violenti, un tema chiaro che non conosce colori partitici ma desta ancora poca attenzione. L’educazione sessuale e affettiva nelle scuole è infatti uno strumento quanto più necessario per dialogare sulle emozioni, una guida aperta per imparare a vivere in società favorendo il benessere di tutti, soprattutto per i ragazzi che non hanno luoghi, modi, persone per apprendere come “essere umani. Nella nostra città parlare di sicurezza si traduce spesso nel solo ricorso alle forze dell’ordine, un approccio che, se esclusivo e non accompagnato da altro, riteniamo sia poco funzionale rispetto al bisogno di  cultura, comunità, presidi sul territorio, forme non-violente di educazione che possano garantire la possibilità di vivere Latina anche oltre l’orario di negozio, senza nascondersi nella sua spettralità.

Episodi come questo sono avallati dalla mancanza di spazi culturali, luoghi di aggregazione, iniziative che consentano ai giovani di creare comunità in forme e modi diversi. Questi aspetti fondamentali dovrebbero essere discussi coinvolgendo i giovani per creare un presidio, un percorso con e verso un coinvolgimento capillare.

Dopo un anno e mezzo di amministrazione non è stato fatto nulla in questo senso, così oggi si riscopre che forse avrebbe avuto senso, e continua ad averne, parlare di questi temi.
Tali avvenimento destano preoccupazione soprattutto nei cuori dei giovani adulti, ne minano la libertà d’azione e la spensieratezza che dovrebbe regalare un’uscita in compagnia, per questo ci auguriamo che ci sia un’azione da parte degli amministratori che parta dagli attori principali e che non sia semplicemente una risoluzione calata dall’alto”.

“È arrivato il momento di smascherare l’ipocrisia della destra che governa la nostra città. Parlano tanto di sicurezza, – dice Valeria Campagna, capogruppo consiliare PD Latina – ma lo fanno solo in termini repressivi, affidandosi esclusivamente a una visione di polizia e controllo. Questo approccio è miope e dimostra una totale incapacità di capire quanto sia fondamentale investire nella prevenzione. La vera sicurezza si costruisce con politiche sociali efficaci, con il sostegno alle attività giovanili, con spazi di aggregazione e programmi di educazione che insegnino il rispetto reciproco e prevengano il manifestarsi della violenza. Abbiamo bisogno di progetti che creino una comunità viva, coesa e attenta, e non di soluzioni che guardano solo al breve termine. Il loro fallimento è evidente, dopo un anno e mezzo di amministrazione non è stato fatto nulla per rispondere ai reali bisogni della città”.

“Quando avremo una dotazione di spazi pubblici ed un’offerta culturale adeguata ed integrata, – conclude Leonardo Majocchi, consigliere comunale PD Latina – probabilmente anche questi episodi diminuiranno. Il tema della violenza giovanile, che è complesso e non liquidabile con qualche proposta estemporanea, per noi abbraccia una questione di fondo: la condizione giovanile, globale e locale, con le due dimensioni che si influenzano a vicenda. Sul piano locale c’è troppa frammentazione e poca comunità, è nei luoghi pubblici e di incontro che una comunità si riconosce tale, plasmando nuove e condivise identità. Ci si doti anche di questo sguardo”.

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