Stalking a Cisterna di Latina: Marco Canale, condannato per omicidio, è stato di nuovo giudicato dal Tribunale di Latina
Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, ha condannato a 2 anni e mezzo di reclusione il 54enne di Cisterna di Latina, Marco Canale, accusato di atti persecutori e difeso dall’avvocato Alessandro Farau. Una condanna identica alla richiesta del pubblico ministero Martina Tagliione.
Canale è un personaggio noto alle cronache giudiziarie. Era libero dal 2019, già condannato con sentenza passata in giudicato per l’omicidio commesso a Cori il 9 marzo 1997 quando a morire furono il 23enne Patrizio Bove e la minorenne di 17 anni Elisa Marafini. Un caso che ebbe una vasta eco mediatica coinvolgendo i media di tutta Italia, tanto da ispirare anche lo scrittore pontino Antonio Pennacchi con il romanzo “Una nuvola rossa”.
I giovani fidanzati Elisa Marafini e Patrizio Bovi vennero ritrovati uccisi con 175 coltellate. Canale si è sempre dichiarato innocente, ma fu inchiodato da sette testimoni che dichiararono di aver visto le due vittime camminare in Piazza Signina a Cori Monte verso le 19:30. Più di qualche testimone, dichiarò inoltre di aver visto un uomo dell’altezza di Marco Canale gettare un sacco dei rifiuti in un cassonetto vicino a Via della Fortuna il pomeriggio del 9 marzo intorno alle ore 18:20, cioè quando l’imputato sosteneva di essere a Cisterna. A casa di Patrizio il secchio dell’immondizia fu trovato senza busta. Neanche lo zainetto che aveva sulle spalle Elisa Marafini fu più trovato.
A causa delle prove schiaccianti (le macchie di sangue sui pantaloni e le testimonianze) Marco Canale – per il quale l’allora Pm Gregorio Capasso chiese l’eragostolo – venne condannato in primo grado di giudizio dalla Corte d’Assise di Latina a 30 anni di reclusione nel dicembre 1998 con risarcimento di 250 milioni di lire alla parte civile, rappresentata dalla famiglia di Elisa Marafini. La pena venne confermata dalla Corte d’Appello e da quella di Cassazione.
Nel 2019, dopo oltre 22 anni di reclusione, Marco Canale è uscito dal carcere definitivamente, grazie ad uno sconto di pena per l’indulto e per buona condotta: fu impiegato dal Comune di Cisterna per un “tirocinio formativo e di reinserimento sociale”. Il problema, però, si è posto ora, poiché gli agenti del Commissariato di Polizia di Cisterna hanno dato seguito a una ordinanza di arresto nei confronti di Canale, che costituisce un aggravamento della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla parte offesa, vale a dire l’ex marito dell’attuale compagna del Canale stesso.
L’ex marito, infatti, negli scorsi mesi, aveva denunciato per stalking Canale, accusato persino di impedirgli di vedere il figlio avuto con l’ex compagna. Canale, dopo un periodo di tensione avuto con l’ex marito della sua compagna, avrebbe preso a inviare minacce tramite le app di messaggistica. Proprio in ragione di questi comportamenti e delle nuove segnalazioni pervenuti alla Polizia dal denunciante, la Procura ha fatto scattare l’aggravamento della misura del divieto di avvicinamento che è costata il carcere a Canale.
Oggi, 13 settembre, per questi fatti avvenuti a Cisterna, è arrivata la condanna pronunciata dal Gip Mattioli.