Il consigliere comunale d’opposizione Evaristo Silvi si chiede cosa ne pensa il PD e Italia Viva Il silenzio assordante dei Partiti di maggioranza
Il progetto, presentato dalla società I Borghi d’Italia srl, che per ora esiste solo sulla carta, ha dietro una importante e nota società che possiede già numerose strutture sanitarie e socio-sanitarie sia sul territorio nazionale che all’estero.
L’iniziativa privata è sostenuta da tutta la compagine della maggioranza del sindaco De Lillis composta da PD, Movimento per l’Autonomia di Giulianello e Italia Viva, con il consigliere Antonio Betti eletto come indipendente ma successivamente passato nelle file di Italia Viva.
Diversa sembrerebbe la posizione del Consigliere Aristide Proietti del PSI, che si è dichiarato critico sulla localizzazione del progetto, e, proprio recentemente, ha lasciato la coalizione per dissensi sulla gestione dell’ampliamento dello stabilimento Fassa di Artena. Nel corso dell’iter che ha portato alla conclusione positiva della Conferenza dei Servizi e alla pubblicazione dell’avviso per la variante al Piano Regolatore Comunale, non sono mancate polemiche e contestazioni attivate dalla minoranza.
Il Consigliere di minoranza Evaristo Silvi ripercorre le tappe fondamentali delle anomalie messe in evidenza nell’iter del procedimento.
“Innanzitutto ci siamo sempre chiesti se sia giusta l’applicazione della procedura semplificata per la variante al PRG per un progetto di queste dimensioni che prevede la costruzione di una cittadella completa di case 240 appartamenti per anziani autosufficienti con tanto di servizi, palestre, piscine, sale convegni, bar, ristoranti, negozi”.
“Poi è emerso che l’area è stata percorsa dal fuoco, ma l’incendio è stato occultato anche alla Regione Lazio perché avrebbe impedito il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica perché la legge vieta nuove costruzioni per la durata di 15 anni sulle aree percorse dal fuoco.
Inoltre, studiando meglio le carte del procedimento, ci siamo accorti che il parere sismico ed idrogeologico non tiene conto della presenza di una particella (non segnalata) con vincolo sismico sulla quale dovrebbe essere realizzato lo scarico nel fosso delle acque meteoriche. Tra l’altro il parere è subordinato a ulteriori “studi geologico-tecnici e di caratterizzazione sismica specifici le cui risultanze ed indicazioni costituiscano condizione necessaria per l’attuazione di quanto previsto. Tali studi dovranno essere redatti da professionisti abilitati secondo le norme vigenti”.
Sulla base di queste e di molte altre incontestabili irregolarità, già a giugno abbiamo presentato la richiesta di annullamento in autotutela della chiusura positiva della conferenza dei servizi.
Poi a luglio abbiamo presentato analoga richiesta per l’avviso. Sempre senza ricevere alcuna risposta”.
“Il sindaco De Lillis continua a sostenere che si tratta di un progetto di pubblico interesse, ma negli atti resi pubblici, manca la Convenzione Urbanistica con i relativi obblighi assunti dal privato, che dovrebbero giustificare l’interesse pubblico a fronte della concessione di una variante di tale rilevanza.
Ad esempio, non si conosce il valore del contributo straordinario che la società dovrebbe versare nelle casse comunali a fronte della rilevante valorizzazione immobiliare che verrebbe generata dall’approvazione di questo progetto. Su questo aspetto la legge stabilisce che la plusvalenza può essere calcolata nella misura massima del 66% del maggior valore immobiliare che si verrebbe a determinare con la realizzazione del progetto”.
“Poiché il “maggior valore immobiliare” sarebbe veramente elevato, in quanto si andrebbero a trasformare 5 ettari di oliveto, abbandonato e di scarso valore, in una città con miniappartamenti per 240 posti letto, garage, negozi, bar, ristoranti, piscina, palestra, sala convegni, locali amministrativi e di servizio, parcheggi e quant’altro, è lecito pensare che il valore della plusvalenza potrebbe essere milionario, sempre che non si vogliano fare sconti”.
Anche l’assenza del calcolo degli oneri di urbanizzazione rappresenta una carenza fondamentale, nonché l’assenza della definizione degli standard urbanistici, vale a dire di quelle aree che debbono essere cedute al servizio della collettività. “Di cosa stiamo parlando? – si chiede Silvi – quali aree potranno essere messe a disposizione della collettività se il “Borgo” è una cittadella chiusa e inaccessibile?”.
Manca inoltre la definizione delle “condizioni agevolate di servizi/locazioni” per anziani residenti nel comune di Cori. “Per il momento queste agevolazioni sono solo vaghe promesse senza fondamento. E comunque, qualche affitto calmierato per un appartamento nella struttura di lusso, forse potrebbe essere alla portata solo di pochissimi dei nostri concittadini”.
A tutto ciò, la minoranza fa rilevare che mancano alcuni pareri vincolanti, tra cui quello dell’ASTRAL.
A livello locale c’è stata una presa di posizione contraria alla realizzazione del progetto da parte di un pezzo della società civile capitanato dal Comitato Civico di Cori, che da anni si batte per i servizi sanitari pubblici territoriali.
“Come gruppo di minoranza abbiamo ripetutamente espresso la nostra posizione politica su questo progetto: saremmo favorevoli se venisse realizzato all’interno del centro storico, dando la possibilità di una riqualificazione urbana a Cori, che ne avrebbe veramente bisogno, a beneficio non solo dei potenziali clienti del “Borgo”, ma anche dei cittadini di Cori. Siamo stati accusati di essere “strumentali dal punto di vista politico”. E l’assessore all’urbanistica, l’architetta Elisa Massotti, ha dichiarato che il centro storico ha tanti vincoli e non vi si può realizzare un progetto del genere. Certamente per realizzare una rete di case albergo nel centro storico non si può andare con i caterpillar per sbancare un’intera collina, come si farebbe con questo progetto!”.
“Ma finora non sono state mai rese note le posizioni dei Partiti: cosa ne pensa il Partito Democratico e Italia Viva presenti nel Consiglio Comunale? Per una iniziativa di questa portata, enorme per il nostro territorio, e che in più occasioni è stato definito una speculazione edilizia, non possiamo pensare che i Partiti, non solo locali, non abbiamo una posizione, perché si tratta di un ridisegno radicale del territorio”.