Sanificazione dei rimorchi che trasportano carcasse di suini a Latina. Lo stop all’altezza di Civitanova Marche.
Da due rimorchi carichi di carcasse di suini, abbattuti in un allevamento del Nord in cui si erano registrati casi di peste suina e destinati a un inceneritore, percolava liquido con ogni probabilità infetto e dall’odore nauseante. La segnalazione è arrivata due giorni fa quando il trasferimento delle carcasse che da Lodi dovevano raggiungere Latina, si era fermato in un’area di sosta di Civitanova Marche (Macerata) per il cambio degli autisti. Lo riporta l’Agenzia ANSA.
In quel momento è emerso che dai cassoni, evidentemente non ben sigillati, usciva del liquido organico. Sono scattate le procedure per sanificare l’intera area e sigillare i cassoni dei rimorchi al fine di evitare la dispersione dei liquidi infetti e far riprendere il trasporto per raggiungere ai mezzi la destinazione nel Lazio.
Sul posto, un’area di parcheggio a Civitanova Marche, sono arrivati i carabinieri, i vigili del fuoco, personale dell’Azienda sanitaria territoriale e l’Arpam. Per mettere in sicurezza i carichi a protezione della salute pubblica i vigili del fuoco sono intervenuti con attrezzature particolari e tute di protezione. Sono in corso le procedure di sanificazione al termine della quale il trasporto potrà proseguire e gli accertamenti per verificare la dinamica di quanto accaduto. Il trasferimento delle carcasse avviene dopo una procedura di abbattimento nell’area metropolitana di Milano a seguito dell’emersione di casi di peste suina in un allevamento.
Il Comune- come riporta il notiziario Cronache Maceratesi – ha dichiarato che “non è avvenuto alcun contatto con le falde e con le fogne bianche. Questo dà la certezza che non ci siano rischi per la salute umana e pertanto non scatta l’obbligo di ordinanza sindacale”. Il trasporto ha riguardato 170 suini.
Intervistato ieri dal Fatto Quotidiano sulla PSA, Francesco Feliziani Responsabile laboratorio Referenze Nazionali Pesti Suine (IZSUM) metteva in guardia dal “fattore umano”. Le cause di diffusione di infezione “sono riconducibili essenzialmente al contatto diretto tra animali malati e animali sani e, in alternativa, all’opera del cosiddetto ‘fattore umano’”. Quest’ultimo è particolarmente importante: “Mentre il contatto diretto tra animali malati e sani comporta una diffusione lenta – aggiunge – il fattore umano è in grado di accelerare questo processo e di trasportare l’infezione a distanze molto più importanti. È anche capace di oltrepassare le barriere di biosicurezza che difendono gli allevamenti domestici”.