L’attivista del Movimento Cinque Stelle di Aprilia, Andrea Ragusa, chiede l’interessamento del Commissario prefettizio per il degrado interno alla Eco Imballaggi: “Nel tempo l’azienda ha accumulato, in maniera smisurata e spropositata, all’interno del suo cortile, rifiuti di ogni genere che, in caso di incendio, potrebbero sprigionare sostanze nocive per l’uomo e per l’ambiente”
“Già osservandola esternamente – spiega Ragusa in riferimento all’azienda di Via delle Scienze – è possibile vedere la grande mole di rifiuti ammassati per ogni dove, comprese le aree non pavimentate, che, come una bomba ad orologeria, in caso d’incendio, potrebbero arrecare danni importanti vista la presenza, nelle vicinanze, di una conduttura del gas”.
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“La ditta gruppo Eco Imballaggi S.r.l. era stata autorizzata all’attività di gestione dei rifiuti non pericolosi, con un provvedimento risalente al 2016. La ditta, nel 2019, già 3 anni dopo l’inizio dell’attività, era stata destinataria, da parte della Provincia, di una diffida dal continuare quell’attività, condotta in difformità alle norme tecniche vigenti, dopo che il sito era stato già preventivamente sequestrato dalla Polizia Locale di Aprilia, a seguito di un controllo presso l’impianto, sia in ragione della quantità di rifiuti stoccati rispetto alle dimensioni del piazzale, sia relativamente alle modalità di stoccaggio.
Non avendo il proprietario provveduto a bonificare il sito, nel frattempo sequestrato dalla Procura, a conferma di quanto segnalato dalla Polizia Locale, il Comune si era dovuto fare avanti chiedendo alla Provincia di procedere con l’escussione della polizza fideiussoria di 50.000 €, depositata dalla Ditta all’atto del rilascio dell’autorizzazione provinciale, per metterla a disposizione del Comune ai fini dell’attività di caratterizzazione, classificazione e quantificazione di rifiuti presso il sito, finalizzata, cioè, a tutte quelle attività propedeutiche alla bonifica.
Il 23 gennaio del 2020, l’Autorità giudiziaria ha autorizzato l’accesso all’area per provvedere, nei modi e nei termini prescritti dalla legge, alle attività di quantificazione e caratterizzazione dei rifiuti. Dopo che il Comune aveva individuato una ditta competente, le era stata affidata l’attività preliminare allo smaltimento dei rifiuti. La ditta si era impegnata a portare a termine quanto commissionato in 20 giorni, ad un costo di circa 10.500 €.
Ricapitolando, dal sequestro avvenuto agli inizi del 2019, siamo arrivati, quindi, al 30 aprile del 2020, data in cui sarebbero terminate le operazioni propedeutiche, necessariamente, alla bonifica e, da allora, visto che sono stati resi disponibili anche i fondi per realizzarla, si sarebbe potuta iniziare la rimozione di quei rifiuti indice della potenziale bomba ecologica, pronta all’incendio e con la conseguenza di far subire ai cittadini non solo l’ennesima insopportabile puzza ma, fatto di gravità determinante, la distribuzione nell’aria di sostanze altamente nocive da respirare.
Che la bonifica spettasse al Comune era stato anche confermato dalla Regione Lazio in risposta ad una interrogazione presentata nel 2019 da un consigliere della Pisana. In conclusione, malgrado la riscossione dei 50.000 € della polizza fidejussoria da utilizzare per la bonifica del sito, alla Eco Imballaggi nulla è cambiato, cumuli di rifiuti altamente infiammabili come legno, carta e plastica, accatastati a dismisura che in caso d’incendio potrebbero emettere nell’aria sostanze tossiche, le amministrazioni cittadine che si sono succedute non sono riuscite a disinnescare questa bomba ecologica ad orologeria, speriamo che ci riesca il Commissario prefettizio”.