MAXI INCENDIO ALLA FARLA: ECCO COSA È SUCCESSO

L’incendio devastante che ha distrutto i locali della Farla, il deposito di medicinali che si trova in Via Monti Lepini a Latina

Un disastro, così come appariva non appena la densa colonna di fumo nero si è sprigionata dai capannoni della società cooperativa Farla, che si occupa dello stoccaggio dei medicinali. Un magazzino in cui depositano le case farmaceutiche, da cui attingono migliaia di farmacie pontine e laziali e che contiene medicine di ogni tipo.

L’incendio è divampato poco dopo le ore 19 di ieri, 15 luglio, tanto che il fumo poteva essere visto sin dal centro di Latina e dai Monti Lepini. I dipendenti, mentre lavoravano, si sono accorti che qualcosa aveva preso fuoco dentro i locali. Dapprima hanno provato a spegnere l’incendio, successivamente è scattato il protocollo di sicurezza e sono usciti tutti fuori dal capannone.

L’incendio ha divorato i locali del magazzino e ben preso si è levato un denso fumo nero che è stato sospinto verso Borgo San Michele dal vento che spirava verso ovest e quindi i Monti Lepini. La struttura, al momento, potrebbe anche essere in pericolo di crollo.

Sul posto tre squadre dei Vigili del Fuoco dalle sedi di Aprilia, Terracina e Latina. In supporto anche 2 autobotti e un’autoscala dalla sede centrale, il Nucleo Nbcr da Roma, i soccorritori del 118 e i Carabinieri della Compagnia di Latina. Immediato anche l’intervento dell’Arpa Lazio per capire i danni provocati dall’incendio: a bruciare, infatti, è materiale chimico farmaceutico e quindi altamente dannoso per la salute umana. A Borgo San Michele, sin dal tardo pomeriggio, alcuni cittadini si sono lamentati per il bruciore agli occhi e alla gola. Effetti della diossina.

I locali del magazzino sono andati completamenti a fuoco. L’incendio è stato causato da un corto circuito interno, in particolare dal motore elettrico di un rullo trasportatore. L’incendio sin da subito era molto serio, anche se, dopo circa un’ora, si è aggravato ancora di più, così da avere uno sviluppo incontrollato. Fiamme e scoppietii che hanno fatto temere il peggio, con i Vigili del Fuoco che hanno lavorato fino a tarda notte, supportati dai Carabinieri che mantenevano l’ordine, sopratutto per evitare che i curiosi si fermassero davanti al deposito in fiamme. Tutto sommato la viabilità è stata garantita in maniera eccellente e nessuno dei dipendenti è rimasto intossicato.

I tecnici dell’Arpa Lazio si sono presentati in loco per iniziare i rilevamenti i cui esiti, ovviamente, saranno disponibili tra il 17 e il 18 luglio. Ciò che preoccupa non sono in farmaci andati a fuoco, che dopo una certa temperatura non rappresenterebbero più un pericolo, ma soprattutto l’ingente quantità di plastica che è andata a fuoco. Il disastro, seppur in forme più ridotte, assomiglia a quello della Loas di Aprilia avvenuto il 9 agosto 2020: in quel caso ci vollero tre giorni per spegnere le fiamme.

Se in un primo momento sembrava che l’amministrazione di Latina non avrebbe disposto nessuna ordinanza, in attesa dei dati Arpa – che, però, come detto, arriveranno non prima di due giorni – successivamente, su impulso della Prefettura di Latina e dell’Asl, l’ente di Piazza del Popolo si è deciso a redigere un’ordinanza firmata dalla sindaca di Latina, Matilde Celentano: chiudere le finestre e lavare bene frutta e verdura per chi abita nel raggio di 1 km. Un provvedimento di prammatica, ma necessario. Oggi, l’ex sindaco di Latina, Damiano Coletta, attuale consigliere comunale di opposizione ha criticato la lentezza dell’amministrazione a reagire a uno stato di cose che si presentava grave sin dalla serata.

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