Una sentenza per certi versi clamorosa è stata quella emessa dalla 1^ sezione penale della Corte d’Appello di Roma lunedì 8 luglio. La Corte romana ha accolto i ricorsi dei difensori e ha completamente ribaltato l’esito del giudizio di primo grado, prosciogliendo entrambi gli imputati della vicenda, ma soprattutto disponendo la revoca di tutte le gravose statuizioni civili disposte dal Tribunale
Collegiale di Cassino.
Gli ex Amministratori Almerindo Norcia e Claudia G. vennero tratti a giudizio a seguito di una denuncia da parte di alcuni soci della cooperativa MILA di Gaeta e di un successivo accertamento della Guardia di Finanza di Formia, coordinata dal pubblico ministero cassinate Alfredo Mattei.
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Secondo le indagini vi erano state delle irregolarità nella gestione della Cooperativa. In particolare venivano contestate al presidente, all’epoca dei fatti, “false comunicazioni sociali” al fine di conseguire profitti personali e quest’ultimo veniva colpito da una misura cautelare di natura interdittiva, oltre a subire il sequestro di un immobile. Stessa sorte toccava alla vicepresidente della cooperativa, alla quale veniva sequestrato un altro immobile al fine di confiscarlo.
In primo grado il Tribunale di Cassino, presieduto dal giudice Assunta Tillo, aveva condannato l’ex
Presidente del Consiglio di Amministrazione e la vice presidente della Cooperativa Edilizia MILA
disponendo pesantissime sanzioni civili tra cui una provvisionale di 50.000 euro in favore dei
vertici della cooperativa costituitasi parte civile, oltre alla confisca di beni di proprietà degli imputati finalizzata a risarcire il danno procurato.
Avverso la sentenza di primo grado avevano presentato ricorso in appello i legali dei due imputati –
gli Avvocati Vincenzo Macari, Arcangela Campilongo e Matteo Macari – i quali, in oltre cento
pagine di ricorso, hanno ricostruito la storia trentennale della MILA, una realtà capace di creare negli ultimi 15 anni ben 34 alloggi nei quartieri “Calegna” ed “Eucalipti” di Gaeta, tutti regolarmente finiti nei tempi e costi previsti e consegnati ed abitati dai rispettivi soci.
La discussione del processo si è protratta per più udienze e, se il Procuratore Generale aveva accolto
la tesi difensiva circa la intempestività della querela sporta dal Sig. Erasmo Valente per conto di sei soci della cooperativa, chiedendo la proporzionale riduzione di pena, la parte civile, aveva insistito per la integrale conferma della sentenza di condanna espressa in primo grado.
Di diverso avviso i difensori dei due imputati i quali in oltre due ore di discussione hanno smontato
punto per punto l’originario castello accusatorio, articolato in più capi di accusa.
Dopo una camera di consiglio durata oltre due ore, la Corte d’Appello di Roma, recependo pressocchè totalmente le richieste dei difensori, ha emesso la propria sentenza, ribaltando integralmente quanto deciso dal Tribunale di Cassino, ovvero disponendo il proscioglimento del Norcia dalle accuse che gli venivano ascritte, oltre alla assoluzione a carico della ex vicepresidente della Cooperativa.
Adesso i soci dovranno restituire le somme, nel frattempo versate dalla Guarnaccio quale parte civile, avendo la MILA posto in esecuzione la sentenza di primo grado, poiché le statuizioni civili sono state integralmente revocate a carico degli imputati, ora assolti, oltre a dover risarcire i danni provocati con l’esecuzione della statuizione emessa in via provvisoria in prime cure.
“È stata la liberazione da un incubo durato oltre sei anni. È stata riconosciuta la piena legittimità e regolarità all’operato della Coop. MILA e del sottoscritto”, sono state le prime parole, lapidarie, di Almerindo Norcia dopo la lettura della sentenza. Adesso bisognerà attendere 90 giorni per leggere le motivazioni della sentenza.