Aprilia scende in piazza dopo gli arresti del 3 luglio che hanno portato alle dimissioni del Sindaco Lanfranco Principi, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa
Associazione, politici, sindacati, cittadini. Tutti insieme nel pomeriggio di ieri, 5 luglio, in piazza Roma al sit-in per la legalità promosso e organizzato da Reti di Giustizia. La piazza, con circa 200 persone, ha chiesto che consiglio comunale e giunta apriliani siano sciolte. L’indirizzo è chiaro: i cittadini vogliono il commissariamento per l’ente, alla stregua di Anzio e Nettuno.
“Quando nel 2018 presentammo la richiesta al comune di costituirsi parte civile nel processo Gangemi – ha spiegato Irene Giusti presidente dell’associazione Reti di Giustizia – ci furono resistenze e vennero addotte scuse assurde e inesistenti. Oggi sappiamo il perché. Perché l’allora vicesindaco, Lanfranco Principi, era l’uomo di mezzo tra il clan mafioso e l’amministrazione. Nella ricostruzione fatta dalla Procura di Roma emergono responsabilità politiche evidenti di alcuni soggetti che facevano parte di quella maggioranza. I fatti alla fine ci hanno dato ragione. Oggi chiediamo lo scioglimento del consiglio comunale e della giunta e l’immediato commissariamento dell’ente comunale”.
“La conferenza stampa del procuratore di Roma è stata agghiacciante visto che la nostra città è stata paragonata a Corleone o Partinico – ha aggiunto Filippo Fasano presidente dell’Anpi – e dall’ordinanza emerge un quadro di malcostume generalizzato. Non è assolutamente possibile che nessuno all’interno del palazzo sapesse nulla di ciò che è accaduto dal 2018 in poi. Questi episodi allontano le persone dalle urne, siamo già ad un livello di partecipazione democratica preoccupante. Il 23 maggio, giorno della commemorazione della strage di Capaci, il sindaco Principi si è recato al parco dedicato a Falcone e Borsellino posando dei fiori davanti al monumento dedicato ai due magistrati. Cosa avrà detto il sindaco? Questa è una storia impregnata di profonda ipocrisia”.