Abusi edilizi in via Albinoni nel quartiere Q4 a Latina: il processo continua, quasi tutto è andato in prescrizione
Davanti al secondo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Francesca Coculo, come previsto è stata dichiarata la fine del processo con una annunciata prescrizione di tutti i reati contestati agli imputati. Il pubblico ministero Valerio De Luca ha chiesto lui stesso l’assoluzione per intervenuta prescrizione alla quale si sono associati gli avvocati difensori Archiadiacono, Farau, Paletta, Pandozi e Pietrocarlo. Il Comune di Latina, costituitosi come parte civile e assistito dall’avvocato dell’Ente Cinzia Mentullo, si è dissociato e ha chiesto la condanna per i reati ascritti e per il risarcimento dei danni civili.
Alla fine, il Presidente del secondo collegio, Francesca Coculo, nel primo pomeriggio, ha letto il dispositivo emettendo la sentenza con la classica formula che ha dichiarato la prescrizione.
Gli appartamenti di Via Albinoni furono sequestrati dai Carabinieri il 1 agosto del 2015. Dopo nove anni, la prescrizione ha decapitato, quindi i reati contestati all’ex dirigente “Edilizia Privata” del Comune di Latina Ventura Monti e agli altri imputati. L’immobile fu sequestrato in seguito a demolizione e ricostruzione di uno stabile avvenuti nel 2014. L’unico reato a rimanere in piedi, ma non per molto, era il falso, falcidiato oggi dalla prescrizione. Gli inquirenti, infatti, contestarono la mancanza dei permessi a costruire. Oltreché Monti, ad essere imputati anche Graziano Nardin (titolare della 3F, la società edilizia che realizzò i lavori), Luigi Paolelli (ex funzionario del comune) e i proprietari degli appartamenti di Via Albinoni: Enrico Volpe, Fabio Leggiero, Daniela Sorbo, Maddalena De Santis, Lidia Celentano e Giulio Gaudiello.
Secondo l’accusa, l’edificio sarebbe stato costruito in violazione di una serie di norme urbanistiche calcolando in maniera arbitraria la volumetria concessa dal Piano casa regionale e il secondo piano della palazzina sarebbe del tutto illegittimo tanto che ad agosto 2015 erano stati sequestrati due appartamenti.
Il processo si è dimostrato un “deadman walking”, un morto che cammina proveniente da una stagione che nei cittadini aveva dato entusiasmo: ossia quando furono diverse le indagini sugli abusi edilizi nel capoluogo pontino.