Beach Litter è una delle più importanti ed articolate azioni internazionali di Citizen Science sul tema dei rifiuti spiaggiati, organizzata in Italia da Legambiente. Nei giorni scorsi il Circolo Intercomunale Legambiente “Luigi Di Biasio” APS ha scelto per Beach Litter un’area della spiaggia di Capratica, sul litorale di Fondi, già monitorata dal 2020. Per l’occasione, l’evento è stato organizzato con il contributo degli studenti e dei docenti dell’I.I.S. “Gobetti-De Libero” di Fondi e della scuola spagnola “Collado Villalba” di Madrid, presenti in Italia con il progetto Erasmus+.
È stata scelta un’area secondo le indicazioni del protocollo Beach Litter, di lunghezza 100 metri e larghezza determinata dall’estensione della spiaggia, dalla battigia sino al sistema dunale. Con l’aiuto dei ragazzi e dei loro insegnanti sono stati raccolti rifiuti di almeno 2,5 cm di lunghezza, per essere sicuri di includere nel monitoraggio tappi, coperchi e mozziconi di sigarette. Gli oggetti rinvenuti nell’area campionata sono stati contati e catalogati.
Dichiara Paola Marcoccia, presidente del Circolo Intercomunale Legambiente: “Abbiamo raccolto nell’area campionata 355 rifiuti, di cui la maggior parte è rappresentato da plastica. Al primo posto si confermano i frammenti; seguono tappi, cotton fioc, frammenti di polistirolo, pezzi di reti. A questi bisogna aggiungere numerosi mozziconi di sigarette. Il problema aggiuntivo, di enorme portata, è che i rifiuti non scompaiono ma, ad opera degli agenti atmosferici, si frammentano in rifiuti sempre più piccoli difficili da rimuovere, le cosiddette microplastiche. Con l’indagine Beach Litter ogni anno monitoriamo e classifichiamo i rifiuti dispersi sulle nostre spiagge, per tenere alta l’attenzione su questa emergenza che colpisce duramente anche i nostri lidi. Il “marine litter”, ossia i rifiuti dispersi in mare o lungo le coste, resta una delle grandi minacce ambientali da affrontare a livello globale. Sono causa di inquinamento che arreca gravi danni agli ecosistemi oceanici, impattando sia sulla fauna selvatica che sugli esseri umani.” La fotografia emersa dal lavoro compiuto insieme agli studenti sulle nostre spiagge è una preoccupante testimonianza di abitudini scorrette e nocive per l’ambiente oltre che per noi stessi.