AZIENDA VOLA DI ROCCAGORGA, RESTAINI: “IL DG VIVE UNA REALTÀ VIRTUALE”

Lubiana Restaini
Lubiana Restaini

Azienda Vola di Roccagorga, interviene la consigliera comunale d’opposizione Lubiana Restaini: “Sorpresa dalle parole del direttore generale”

“Ho letto con stupore le dichiarazioni del direttore generale dell’Azienda Vola, Francesca Ballali, e mi sono convinta come lei stia vivendo una realtà virtuale. Parla di servizi migliorati, di un nuovo asilo, della farmacia; ma in tre mesi di incarico, a Roccagorga sarà venuta – stando a quanto mi dicono i suoi dipendenti – al massimo una decina di volte”. Ad affermarlo è Lubiana Restaini, consigliere comunale e capogruppo di Roccagorga Rinasce e presidente dei piccoli Comuni Anci. Restaini è intervenuta in merito alle dichiarazioni del dg della Vola Francesca Ballali.

“Il paese è talmente sporco che io stessa, in qualità di consigliere comunale, dopo aver inviato sei Pec senza mai ricevere risposta mi sono permessa di inviarle alcune foto, a testimonianza della situazione, sul suo cellulare. In risposta sono stata invitata dal comandante dei carabinieri a non contattare il direttore generale della Vola perché non ama essere disturbata, col rischio – in caso contrario – di ricevere una denuncia”.

Poi la Restaini affronta la questione stipendi dei dipendenti della Vola. “Il direttore generale dell’azienda speciale si vanta di aver pagato uno stipendio a fronte di tre mensilità non erogate e di contributi non versati ai dipendenti – ha aggiunto Restaini – ma ad oggi non c’è traccia di questo stipendio che sarebbe stato versato. Personalmente ho contattato gli uffici della Vola per prendere un appuntamento, senza alcun risultato. E poi ho letto come sia stata messa in risalto la bonifica del verde, ma veramente il dg pensa che un taglio dell’erbetta come manutenzione ordinaria sia qualificabile come straordinario? La realtà che vuole presentare la Ballali, è diversa da quella che si vive a Roccagorga e ancor più differente da quella che vivono i dipendenti della Vola. Inoltre quando ha deciso di aumentare le ore settimanali di lavoro da 20 a 36, ha pensato anche a come pagare i lavoratori? Ma poi, questa modifica l’ha decisa in accordo con i sindacati? C’è un piano preciso? La risposta è no.

E infine, quando parla di benessere dei dipendenti a cosa si riferisce? Forse al fatto che una malata oncologica in cura terapica sia stata scelta per lavorare in cucina? O forse all’incarico di manutenzione nel cimitero dato ad un invalido che già era stato tolto da quell’impiego per problemi di salute? Pensasse a dotare i lavoratori di scarpe infortunistiche e vestiario che ad oggi non l’ha ancora fatto in barba alle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro, E adesso preferisco fermarmi qui. Nello specifico entreranno i sindacati”.

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