Un insieme di persone e associazioni apriliane ha deciso di rompere il silenzio di questa città su quanto sta avvenendo nella striscia di Gaza e in tutta la Palestina. “Un genocidio – spiegano gli organizzatori di “Aprilia Libera” – che si protrae da mesi e che ha sterminato oltre 33.000 persone, tra cui 15.000 bambini, assassinato 190 giornalisti, distrutto completamente ogni forma di vita nella STRISCIA di GAZA e perpetua senza tregua l’olocausto della Palestina. Ci vuole coraggio ad ignorarlo! Le nostre motivazioni a reagire a tanta assurdità sono racchiuse nel seguente passaggio della giornalista, ricercatrice, filosofa, storica e docente Bruna Bianchi:
Affamare, dilaniare, distruggere tutto ciò che sostiene la vita. Siamo di fronte all’ultimo atto del progetto sionista? Malgrado tutto, sono tante le persone che a Gaza, con straordinaria forza d’animo, soccorrono, proteggono, consolano, salvano umani e animali. Intanto, ovunque nel mondo, non smettono di svolgersi manifestazioni per chiedere il cessate il fuoco e la fine della occupazione. Dare risonanza a queste voci, denunciare le sofferenze inflitte, conservare la memoria, contribuire a spezzare la catena delle complicità, denunciando gli Stati che inviano armi, che accettano di sospendere gli aiuti, chiarire la natura del colonialismo sionista, contribuire a creare un movimento di opinione, sono le uniche vie per fermare l’orrore della violenza coloniale e genocida che si è fusa con la violenza delle armi pesanti all’avanguardia.
Tutti possiamo, dunque, fare qualcosa per fermare le atrocità! Annientare un popolo, distruggere la sua Terra, cancellare la sua storia, perpetrare con accanimento ogni misura distruttiva della vita, non è difesa, non è sicurezza, non è umano: è solo diabolico! Crediamo che il boicottaggio di Israele sia doveroso e utile per la fine delle barbarie nella Striscia. Alcune Università d’Italia e il CNR hanno sospeso progetti di cooperazione scientifica e tecnologica con Israele, ad esempio.
Un avvocato palestinese ha denunciato il governo italiano, che dopo il 7 ottobre, ha adottato i seguenti comportamenti:
1) Non ha fermato la vendita di armi, 2) non ha fermato la stipula di nuovi contratti della difesa per la fornitura di macchinari/strumenti destinati all’esercito israeliano, 3) non ha vietato l’uso dello spazio aereo nazionale per la “spedizione di materiale bellico verso le basi militari israeliane e per l’esecuzione di missioni di ricognizione militare dalla base di Sigonella”, 4) non ha mosso un dito quando il più volte richiamato “diritto di Israele di difendersi” ha assunto le caratteristiche di un genocidio, per citare la Corte internazionale di giustizia, 5) ha “omesso di svincolarsi dalle posizioni assunte da Israele” quando la Repubblica del Sudafrica si è mossa contro Tel Aviv proprio dinanzi alla Corte dell’Aja, 6) non ha fornito appoggio al Sudafrica, come invece ha fatto la Repubblica d’Irlanda, 7) non ha partecipato al processo relativo all’illegalità dell’occupazione israeliana in Palestina, attivato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 13 gennaio 2023, 8) non ha votato a favore delle diverse risoluzioni presentate all’Assemblea Generale dell’Onu per il cessate il fuoco, 9) ha tagliato i fondi all’Unrwa, 10) si è rifiutata di ristabilirli, a differenza di quanto fatto da Svezia, Finlandia, Canada, Francia e Commissione europea, 11) e ha autorizzato la stipula da parte di Eni di un “contratto per ottenere licenza per esplorazione ed acquisizione di gas naturale nelle aree marittime della Striscia di Gaza appartenenti alla Palestina”. Queste azioni, insieme ad altre, hanno di fatto garantito l’impunità di Israele nel perseverare nelle atrocità.
Ha detto Michael Fakhri, giurista canadese-libanese, esperto in diritti umani e relatore speciale ONU a proposito dell’inedia che ha colpito le giovani generazioni di Gaza: La velocità con la quale si è manifestata la denutrizione nei bambini piccoli è stupefacente. I bombardamenti e le uccisioni dirette sono brutali, ma l’inedia, il deperimento e l’arresto della crescita dei bambini sono forme di tortura e sono vili. Tutto ciò avrà un impatto a lungo termine sulla popolazione dal punto di vista fisico, cognitivo e morale […]. Tutto indica che questo è stato intenzionale.
Noi siamo liberi di scegliere se rimanere in complice silenzio o urlare la nostra indignazione.
Alla kermesse hanno aderito volontariamente numerosi artisti; questa la scaletta a partire dalle 16:00:
Trio Lindeza
Pino Galiena «Un uomo in blues»
Enrico Capuano «Set Acustico»
Valerio Calisse/Frank Armocida Band
«Gaza jam» Mario Donatone, Alberto Clemente, etc. Borderline
Zephyro
«Free Gaza Rock Band»
Angelo Capozzi «one man band»
Claudio Maffei.
Intercalate ai musicisti, sono previste testimonianze di giovani e meno giovani palestinesi.
Durante la manifestazione, artisti e pittori effettueranno una estemporanea di arte e doneranno le loro opere, per ricavare donazioni da inviare a Gaza. Inoltre, sarà possibile degustare cibi e bevande della tradizione palestinese. Una mostra fotografica commentata e un video sul genocidio in corso accompagneranno il percorso di consapevolezza che vorremmo condividere.