Caporalato e violenze contro un lavoratore indiano sfruttato su un cantiere: ad essere indagati sono in tre, si decide a giugno
Il destino giudiziario di tre indagati, tra cui il datore di lavoro della persona offesa, sarà deciso il prossimo 18 giugno dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese. Il giudice dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno tre indagati accusati di sfruttamento del lavoro e persino di un episodio di violenza che significa per il codice penale: lesioni.
A sostenere l’accusa della Procura è il sostituto di Latina, Andrea D’Angeli, mentre gli indagati sono difesi dagli avvocati Capponi e Nicoterra. La vittima, difesa dall’avvocato Codastefano, è un uomo di nazionalità indiana che, secondo l’accusa della Procura, tra il 2016 e il 2018, all’interno di un cantiere edile finalizzato alla manutenzione di una abitazione privata, non sarebbe stato mai pagato, in ragione di uno stipendio di circa 1000 euro mai versato “in difformità dei contratti collettivi di settore e di conseguenza inadeguato e sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro”.
C’è di più. Secondo la Procura il lavoratore, oltreché a non essere pagato, pur svolgendo il ruolo di manovale e guardiano notturno sul cantiere, “è stato sottoposto a condizioni lavorative umilianti senza riposi”. Inoltre, quando l’uomo ha provato a chiedere quanto gli si doveva a livello di retribuzione è stato picchiato davanti ad altri colleghi. Il fatto risale al marzo del 2017 quando il datore di lavoro, per tutta risposta, ha sferrato un pugno al lavoratore sfruttato, fratturandogli il naso.
Tra i tre indagati, inoltre, c’è uno di loro che deve rispondere anche di aver negato ai Carabinieri l’episodio violento, rischiando di far evaporare l’indagine. L’uomo, di nazionalità indiana, che chiederà di essere parte civile, esausto dalla situazione, ha fatto partire le indagini con la sua denuncia ai militari dell’Arma dei Carabinieri.
