Il Tribunale di Napoli Nord, presieduto da Eleonora Pacchiarini, ha condannato a 7 anni per concorso esterno al clan dei Casalesi, l’architetto Carmine Domenico Nocera di Casapesenna residente a Caserta e con un passato al Comune di Cisterna di Latina da cui discese, pur lui non avendo niente a che fare con il mazzettificio/appaltificio, l’inchiesta Touchdown che pose fine alla Giunta di Eleonora Della Penna.
Per conoscere quali sono stati i motivi della condanna, tra i vari episodi contestati all’architetto legato a Michele “Capastorta” Zagaria (famigerato boss dell’organizzazione camorristica del clan dei casalesi), si dovranno aspettare i 90 giorni di rito per la pubblicazione della sentenza.
Nocera, quando era in servizio al Comune di Cisterna, in qualità di tecnico professionista per l’ufficio condono edilizio del Comune, nell’ottobre del 2015 finì arrestato al termine di un’operazione condotta dal ROS di Caserta, dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria e dalla Squadra Mobile di Caserta, che diede esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone, ritenute indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione mafiosa, nella fattispecie al clan dei Casalesi – gruppo Zagaria: concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento personale, intestazione fittizia di beni e ricettazione, tutti aggravati dalle finalità mafiose.
Le ordinanze cautelari dell’epoca riguardarono oltre che all’architetto, anche Filippo Capaldo, l’imprenditore edile Francesco Nobis e Gesualda Zagaria (sorella di Michele).
Nocera era accusato dal collaboratore di giustizia Generoso Restina, e da un altro dichiarante, di aver progettato “il nascondiglio-fortino” a Casapesenna in via Santagata per il boss Michele Zagaria e di aver predisposto i contratti di locazione delle abitazioni ( formalmente locate al suo ex vivandiere Generoso Restina) con incontri avvenuti presso il suo studio con esponenti dei Casalesi. Abitazioni usate come nascondigli in cui l’ex primula rossa della camorra casertana ha trascorso la latitanza prima dell’arresto avvenuto il 7 dicembre del 2011.
Poi, su preciso incarico di Carmine Zagaria, fratello di Michele, lo stesso Nocera curava la fittizia intestazione di un’abitazione sita in Casapesenna occupandosi anche dell’istruttoria finalizzata al rilascio di un’autorizzazione a costruire, e della realizzazione, nello stesso immobile e ad opera di Francesco Nobis, del bunker in cui si nascondeva Capastorta.
Nel 2017, proprio partendo da Carmine Domenico Nocera, le indagini condotte dalla pm di Latina Pigozzo e svolte dai Carabinieri portarono al terremoto che sconvolse la città di Cisterna con propaggini ad Anzio e a Latina – dalla giunta Coletta dovette dimettersi, poiché indagato, l’assessore all’Urbanistica ing. Gianfranco Buttarelli.
I militari dell’Arma cominciarono col verificare l’iter del bando con cui l’architetto Nocera era riuscito ad entrare nell’ufficio di condono edilizio del Comune dei butteri. Il bando risultò regolare e l’architetto, infatti, non rientro nell’indagine Touchdown né in altro tipo di indagini della Procura di Latina. Tuttavia, per Nocera, da ieri ci sono guai più grossi con i sette anni di condanna per concorso esterno a uno dei clan più terribili che la storia criminale d’Italia ricordi.