Chiesto dalla Procura di Roma il rinvio a giudizio per le 12 persone appartenenti al gruppo antisemita “Ordine Ario Romano”
La Procura di Roma, a luglio scorso, aveva chiuso le indagini a carico di 12 persone appartenenti al gruppo antisemita “Ordine Ario Romano”, smantellato nel giugno del 2021 grazie a un’operazione condotta dai carabinieri del Ros.
Ora, a rischiare il processo c’è, in primis, Francesca Rizzi, la donna che ha vinto nel 2019 il concorso per “Miss Hitler” sul social network russo VK.
Le accuse, nell’inchiesta promossa dall’ex procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino e dal sostituto Erminio Amelio, sono di associazione per delinquere finalizzata alla propaganda e all’istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa. I militanti, che hanno tra i 26 e i 62 anni, pubblicavano sui social contenuti razzisti e antisemiti e risiedono in varie regioni italiane. Sei di loro nel Lazio, di cui 4 tra Roma e provincia, uno a Latina e uno a Frosinone, tre in Sardegna, uno in Calabria, uno in Abruzzo e uno in Lombardia. Tra gli indagati anche un carabiniere, Remo Governatori.
In seguito all’indagine, il Giudice per le indagini preliminari di Roma aveva disposto per tutti l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Secondo l’accusa, gli appartenenti al gruppo neonazista utilizzavano i social e un gruppo Whatsapp per incitare alla discriminazione e alla violenza razziale, xenofoba, etnica, antisemita e religiosa.
Le frasi erano di questo tenore: “Il pericolo ebraico sarà eliminato solo quando gli ebrei di tutto il mondo avranno cessato di esistere”, oppure “affondare tutte le navi Ong nel Mediterraneo e abbattere tutte le chiese, sinagoghe e moschee sarebbe la soluzione di parte dei nostri problemi”. E ancora slogan inneggianti a Hitler, Mussolini, alla negazione della Shoah e al Dottor Mengele, oltreché a materiale ritrovato in casa di uno degli indagati come bandiere con svastiche, il testo delle leggi razziali di Mussolini, i ritratti del Führer.