Legambiente Terracina sulle concessioni balneari e Pua: “Con le due delibere del 29 dicembre l’amministrazione prende saggiamente e senza equivoci la strada delle gare entro il 2024 e della “rivisitazione” del pua adottato dal commissario superando le assurde richieste di semplice proroga e di annullamento del pua avanzate dal comparto balneare nei mesi scorsi. Carente ancora l’attenzione all’ambiente, ai rischi climatici e alla erosione costiera”
Legambiente Terracina si ritiene soddisfatta almeno parzialmente delle due delibere di giunta: con la DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 103 del 29/12/2023, “Rivisitazione Piano di Utilizzazione degli Arenili comunali. Integrazione atto di indirizzo”, il PUA non solo non si annulla o si revoca (come nella orribile Mozione approvata a maggioranza) ma adesso più intelligentemente si “rivisita” in base ad alcuni indirizzi più specifici (solo quelli che si ritengono in linea con il quadro normativo e regolamentare attuale) e finalmente ci si adegua al moderno quadro europeo sulla concorrenza, menzionando esplicitamente, nella delibera di proroga DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 104 del 29/12/2023 “Disposizioni sull’efficacia delle concessioni demani marittime e dei rapporti di gestione per finalità turistico-ricreative e sportive del Comune di Terracina. Adempimenti degli obblighi posti in capo alle autorità concedenti. Atto di indirizzo” le evidenze pubbliche che dovranno essere predisposte prima della fine del prossimo anno, e questo tenendo soprattutto conto del fatto che la Corte di Giustizia Europea (CGUE), con pronuncia C-348/22 del 20 aprile 2023, ha riaffermato l’obbligo di disapplicare disposizioni contrarie, gravante tanto sui giudici nazionali quanto sulle autorità amministrative, comprese quelle comunali e del fatto che, dopo la lettera di messa in mora della Unione Europea del 3 dicembre 2020, e le carenti disposizioni normative, l’Unione Europea ha definitivamente inviato il 16 novembre 2023 alla Repubblica Italiana il Parere motivato (INFR(2020)4118 C(2023)7231 final) ai sensi dell’articolo 258 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea in merito al quadro normativo che disciplina le autorizzazioni per l’utilizzo di beni demaniali marittimi, lacuali e fluviali per attività turistiche e ricreative con l’obbligo di rispondere entro due mesi ovvero entro il 16 gennaio prossimo. Comprendiamo che questa volta per alcuni operatori balneari terracinesi, che nel 2019 affermavano, in piena campagna elettorale europea, che qualcuno, una volta eletto, avrebbe addirittura fatto revocare la Direttiva Bolkestein, sarà un gran brutto risveglio, visto che il nostro Comune ha scelto, saggiamente, la via meno rischiosa per eventuali contenziosi (e quindi di nuovi debiti fuori bilancio) agganciando in modo esplicito la proroga alla definizione delle procedure di evidenza pubblica e purtroppo nella delibera giuntale si omettono anche gli impegni sulla valorizzazione delle piccole e medie imprese, sulla storicità degli esercizi e sugli investimenti effettuati, anzi si ribadisce che fare investimenti è a proprio rischio visto che le gare andranno sicuramente espletate e le concessioni assegnate entro il 2024.
È pur vero che qualche settimana fa, la Giunta Giannetti era stata invece autrice, a seguito della approvazione di una altrettanto pessima Mozione presentata in Consiglio Comunale sulla revoca o annullamento del PUA adottato, purtroppo approvata a maggioranza con l’unico voto contrario di Europa Verde, di una pessima delibera Deliberazione di Giunta Comunale – n. 73 del 13/11/2023 nella quale in barba alla tutela paesaggistica e l’interesse pubblico, si formulavano sciatti e superficiali indirizzi per gli arenili menzionando davvero al limite del ridicolo la “valorizzazione del pescato e dell’agricoltura locale” che non c’entrano nulla con le concessioni balneari, le quali ricordiamo vedono la ristorazione solo come “servizio complementare”. Ma invece con il nuovo quadro deliberativo comunale del 29 dicembre scorso, pur non revocando la pessima delibera, si propongono almeno alcuni indirizzi importanti che porteranno presumibilmente ad una accorta “rivisitazione” del documento adottato in via preliminare (e in corso di approvazione secondo il consueto iter regionale) e non ad un suo annullamento/revoca. Alcuni di questi indirizzi avrebbero potuto includere anche i suggerimenti e le osservazioni proposte dalle Associazioni ambientaliste, tra le quali Legambiente, che con il documento prot. 68281/I, aveva espresso il suo positivo giudizio in merito al PUA adottato nella fase Commissariale, mentre invece si lascia purtroppo sullo sfondo tutta la questione ambientale di riqualificazione delle coste e dell’abbattimento dei manufatti in cemento sostituendoli con gradevoli e amovibili strutture in legno, e la rinaturalizzazione/ripristino dei sistemi costieri per aumentare la biodiversità e anche per prevenire i rischi climatici e l’erosione costiera.
Sono ormai anni che Legambiente Terracina vigila sulla corretta applicazione delle Leggi e Regolamenti regionali in materia demaniale, che denuncia i rischi di costanti e continue violazioni, soprattutto in merito alla occupazione abusiva di demanio pubblico, alle difformità dei titoli edilizi rilasciati, alle “furbesche” interpretazioni delle norme sulla destagionalizzazione che hanno portato a una serie di sentenze avverse del TAR, sul mancato rispetto della Legge regionale sulle percentuali di spiagge libere e la mancanza di definizione (prima dell’adozione del PUA) degli ambiti. E’ anche da questo incessante lavoro di vigilanza e denuncia che nascono vertenze importanti, come quelle sulle spiagge libere e gli accessi negati, che ha portato anche le troupe della RAI (Agora’ e Mi manda rai 3) sulle nostre spiagge, ha fatto aprire vertenze in Regione Lazio, come quella relativa al mancato rispetto del regolamento del 50% di spiagge libere, o quella relativa alla nostra richiesta alla Regione Lazio di un commissariamento ad acta per la redazione del PUA temendo una sanatoria degli abusi, indagini e operazioni di polizia come Free Beach e i molteplici sequestri di stabilimenti e ripristino dello stato dei luoghi, caducazioni e revoche di concessioni, e processi come quello appena iniziato, il primo processo terracinese per abusi edilizi costieri, nel quale Legambiente Terracina è parte offesa per la Procura di Latina e costituenda parte civile.
Vogliamo ricordare a tutti che il DEMANIO è sacro ed è un bene pubblico che non può essere negato ai loro legittimi proprietari, ovvero i cittadini, e grazie alla collaborazione con il Coordinamento Mare Libero e con la Guardia Costiera, ma anche grazie al grande lavoro della Dirigente della Unità Demanio e Sviluppo Costiero Alessandra Pacifico, del Funzionario delegato Fernando De Crescenzo, e alla sensibilità dell’Assessore al Demanio Gianluca Corradini e del Presidente della Commissione Demanio Gavino Di Gregorio che ha voluto audire in Commissione sia Legambiente che Mare Libero, possiamo affermare che Terracina sta facendo i primi timidi passi verso la legalità delle coste e vogliamo riconoscere alla nuova Giunta, e a tutta l’Amministrazione il merito, con queste due delibere, di essersi, per così dire, messa sulla giusta strada, provando ad evitare cause e vertenze.
“Purtroppo dal 2019 il comparto balneare terracinese, a grande maggioranza, ha scelto, inseguendo alcuni pifferai magici locali, la strada delle proroghe fittizie, tutte gravate da profili di illegittimità e criticate perfino dal Presidente della Repubblica Mattarella nella lettera inviata il 24 febbraio 2023, con la quale veniva promulgata la legge di conversione del decreto-legge del 29 dicembre 2022 n. 198, affermando “specifiche e rilevanti perplessità in materia di proroghe delle concessioni demaniali e dei rapporti di gestione per finalità turistico-ricreative e sportive”, invece che continuare a lavorare sugli schemi di bando e le premialità socio-ambientali per il punteggio da assegnare, confidando persino nella assurda revoca o annullamento della Direttiva Bolkestein. Ed è proprio dal 2019 che Terracina ha intrapreso una strada di declino, perdendo una serie di primati regionali anche in ambito di lotta alla plastica sulle spiagge e in mare (qualcuno ricorderà la rete promossa da Legambiente denominata Terracina Plastic Free Beaches – una altra incompiuta terracinese- che avrebbe consentito una valorizzazione in linea con i dispositivi europei e che invece fu fatta fallire proprio dagli operatori balneari, oppure la PRASSI DI RIFERIMENTO UNI/PdR 92:2020 “Stabilimenti balneari – Linee guida per la sostenibilità ambientale, l’accessibilità, la qualità e la sicurezza dei servizi” – Beach services – Guidelines for environmental sustainability, accessibility, quality and safety of services- definita da Legambiente e ormai approvata a livello nazionale e oggi utilizzata da molti stabilimenti della penisola, che pure era stata già proposta anticipatamente nella versione draft agli operatori di Terracina, insieme a tante altre opportunità per utilizzo a basso costo di pannelli solari!). Oggi la politica dei pifferai magici è finita e purtroppo chi l’ha inseguita si trova adesso a combattere con le gare ad evidenza pubblica, con i vincoli paesaggistici e naturalistici del nuovo Piano di Utilizzazione degli Arenili regionale e comunale e senza aver lavorato sui criteri e le premialità (che infatti non sono neanche riportate nella delibera di giunta, così come non vengono esplicitati i criteri di valorizzazione delle imprese a conduzione familiare o le buone pratiche ambientali!). Invece di inseguire facili promesse avrebbero dovuto lavorare seriamente – anche con l’aiuto di Legambiente che si è sempre messa a disposizione del comparto a livello nazionale, regionale e locale- per promuovere tutti i criteri di accessibilità e sostenibilità ambientale e le buone pratiche che avrebbero portato oggi Terracina ad essere un comune leader in provincia. Scelte pessime di un comparto che guidato da una mala politica, la quale oggi se ne lava le mani o scrive letterine di fine anno prive di senso come quella del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sen. Matteo Salvini, per tentare salvataggi in extremis, ha scelto la via apparentemente più comoda e che ora, anche grazie alla pervicace e comoda inerzia del governo Meloni, sperimenterà senza paracadute il vero rischio di impresa e la dura concorrenza con conseguenze che ricadranno sugli attuali gestori, sui cittadini, sui turisti e sulle generazioni future. Ricordiamo poi che il principio di libera concorrenza è un pilastro della Unione Europea e ogni tentativo di aggirarla con meccanismi come la mappatura delle coste, con l’incredibile aumento del perimetro delle coste italiane e assegnando spiagge libere per far avviare nuove imprese, anziché mandare a gara quelle esistenti, è stata già bocciata dal Parere motivato della UE (INFR(2020)4118 C(2023)7231 final) e dall’avvio della procedura di infrazione, dopo la durissima lettera di messa in mora del 2020, infrazione che ricordiamo, costerà al nostro Paese soldi di tutti i contribuenti per reiterate violazioni di un solo comparto, già ampiamente favorito dai bassissimi costi dei canoni di concessione”, dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano”, Consigliere Nazionale dell’Associazione.