Una situazione allarmante che a causa della crisi economica ed il conseguente aumento della disoccupazione e della povertà, con costi sempre più elevati di case e canoni di affitto, potrebbe deflagrare. Occorre un Piano Strategico per garantire, nei prossimi anni, il diritto all’abitare, gestendo la questione abitativa con una progettualità e non come un’emergenza del momento.
Nella seduta del Consiglio Comunale del 11 dicembre scorso, è stata discussa, a seguito dell’integrazione dell’ordine del giorno del Consiglio comunale, l’interpellanza presentata da Europa Verde Terracina sulle misure e le azioni che l’Amministrazione intende adottare per contrastare il disagio e l’emergenza abitativa, sempre più presenti nella nostra città e che riguarda singoli e nuclei familiari in difficoltà economica costituiti anche da giovani coppie, disagio che con la pandemia prima, la crisi economica, il caro affitti e il caro bollette e l’aumento dell’inflazione dopo ha visto crescere la disoccupazione e la povertà e con esse, le difficoltà sia di pagare un affitto che di acquistare una casa, a causa dei costi sempre più elevati sia degli immobili che dei canoni di locazione.
Il 66% dei nuclei familiari che vivono in una casa in affitto ha difficoltà nel pagare regolarmente l’affitto, difficoltà aumentate con la fine delle misure di sostegno alle famiglie inserite nei decreti “Cura Italia”, e l’emergenza sfratti è sempre più pressante, legata anche al fenomeno degli affitti stagionali estivi, con tanti inquilini costretti a lasciare l’alloggio all’inizio dell’estate, nonostante nella nostra Città, sia molto consistente il patrimonio edilizio costituito da seconde case vuote e sfitte per tutto o gran parte dell’anno, che da sole basterebbero a risolvere i problemi di domanda di edilizia sia pubblica che privata senza dover costruire nuovi edifici e consumare ulteriore suolo.
Sono numerosi i casi di disagio abitativo che ci sono stati segnalati in questi mesi, come ad esempio i casi relativi alla comunità indiana presso il Quartiere Capanne, ormai diventato un sovraffollato quartiere dormitorio per i lavoratori immigrati impiegati nelle nostre campagne, o quello che riguarda le persone alloggiate presso la struttura del Don Orione, in Piazza della Libertà 5, in situazioni precarie e difficili. Alcune delle persone ospitate presso il Don Orione erano presenti nell’aula consiliare quando è stata discussa l’interpellanza, mostrando un grande interesse per la tematica che li tocca da vicino. La struttura, dal 2018, ha ospitato per periodi brevi e lunghi (due e tre anni) persone senza abitazione: papà separati, persone sfrattate, donne sole e senza lavoro, persone che vivevano per strada o in macchina (italiani e stranieri). Dell’accoglienza, delle utenze e di tutte le spese si è sempre fatto carico la congregazione religiosa del don Orione. Ad oggi nella struttura ci sono 10 uomini di cui uno straniero e 4 donne di cui due straniere. Ma è evidentemente una situazione di alloggio temporaneo (6 mesi eventualmente prorogabili a 12) delle persone alle quali va trovata poi una sistemazione definitiva. Come pure sono numerosi i casi di edifici di edilizia residenziale popolare presenti sul territorio, oramai datati, che necessitano di una riqualificazione anche pesante visti i gravi problemi di manutenzione che ci vengono costantemente segnalati da molti inquilini.
Ora, le risposte all’interpellanza fornite dall’Amministrazione sia nel comunicato stampa del 6 dicembre che nella risposta ufficiale pervenutaci il 7 dicembre, ripresa nella discussione in aula, ci sono sembrate in molti casi parziali e lacunose, a partire dalla annunciata sottoscrizione del protocollo d’intesa con la Caritas cittadina per intervenire nelle situazioni di emergenza e per le attività di accoglienza, sul quale non viene fornito alcun dettaglio sulla data della firma, sui termini e gli impegni reali previsti e con quali e quante risorse si intende sostenerlo. Come anche sui 51 alloggi a disposizione dell’Ente per i quali non basta sapere quanti sono e dove sono, ma è necessario conoscere lo stato di occupazione, quanti di essi sono utilizzabili, quanti hanno l’abitabilità e se necessitano di riqualificazione e come l’Amministrazione intende concretamente incrementare questa disponibilità per far fronte alla domanda crescente di alloggi, intervenendo anche in modo più incisivo sulle occupazioni abusive con maggiori controlli da parte della Polizia Municipale. O sulla graduatoria di assegnazione degli alloggi in cui ci sarebbero ad oggi 215 nuclei familiari, di cui, 38 nuove richieste pervenute nel 2023, con tempi di attesa riferiti alle ultime 9 assegnazioni, effettuate dal luglio del 2022 ad ottobre del 2023, che vanno da 1 anno a 5 anni e 10 mesi. Ci saremmo aspettati di conoscere dall’Amministrazione, soprattutto, come intende ridurre questa graduatoria dal momento che con questo ritmo di crescita e con il peggiorare della situazione economica, la stessa, già oggi allarmante, potrebbe deflagrare visto che negli ultimi due anni sono state fatte solo 9 assegnazioni. Così come per le 23 persone che dal 2017 ad oggi si sono rivolte agli uffici comunali per una situazione di grave emergenza abitativa, sarebbe importante conoscere quale ufficio accoglie queste necessità, vista l’assenza di uno Sportello Casa, quante di quelle situazioni sono relative agli ultimi due anni e quanti dei 23 casi sono stati risolti trovando una sistemazione definitiva. O anche per quanto riguarda il bando per la concessione di contributi per il pagamento di canoni di locazione, finanziato con fondi regionali, sarebbe stato utile utile conoscere se tutte le 154 richieste pervenute, nel 2022, sono state soddisfatte e in che misura, e se l’Ente intende impegnare risorse proprie, oltre quelle regionali, per integrare il sostegno. L’intervento programmato di realizzazione della “Stazione di Posta” in via Anxur 148, poi, seppur importante, visto che ospiterà servizi di supporto alle persone in difficoltà, di certo non risolve le problematiche dell’emergenza abitativa di questa città, ma ci auguriamo che almeno si pensi ad organizzarlo anche per offrire qualche posto letto per la notte e docce ai senza tetto durante le freddi notti d’inverno.
“La risposta, arrivata sulla stampa da parte dell’Amministrazione, prima della discussione in aula dell’interpellanza, ci è sembrata francamente più una “pezza” per far vedere un certo attivismo che un atto meditato e circostanziato con dietro azioni ed impegno concreto, dal momento che non sono emerse, in aula, fatti e indicazioni chiare su cosa questa Amministrazione intende fare su una materia così importante e complessa, al di là dei comunicati stampa di propaganda e della facile retorica, visto che sono tante le criticità reali da risolvere e le iniziative da porre in atto concretamente sul fronte dell’emergenza abitativa e sul momento delicato in cui versa l’intero territorio sul tema alloggi, argomento da molti anni trascurato e che invece necessita di grande attenzione, viste le numerose richieste da parte dei cittadini che vivono in situazioni difficili. Io ed il mio partito porteremo avanti questa battaglia nei prossimi mesi cercando di dare una prospettiva a queste persone ed è mia intenzione, presentare una interrogazione al Consiglio regionale del Lazio, tramite il Consigliere eletto nella lista Verdi e Sinistra Claudio Marotta, fortemente impegnato, da anni, su questa tematica a Roma, e chiedere un incontro finalizzato a comprendere i piani dell’ATER per la nostra città, con riferimento alle problematiche esposte nell’interpellanza. Per il prossimo futuro ritengo fondamentale l’impegno dell’Amministrazione, su tre punti cruciali per fronteggiare concretamente il problema: a) un Piano Strategico, per rafforzare, nei prossimi anni, le politiche per garantire il diritto all’abitare, gestendo la questione abitativa con una progettualità e non come un’emergenza del momento, cercando di utilizzare i lotti già individuati dal Piano di zona di Borgo Hermada ed evitando di fare interventi invasivi all’interno dell’area urbana come quello ipotizzato di rigenerazione urbana di sostituzione delle “casette” di via Leopardi, vista la ferita già inferta, nel recente passato, a questa città, sul piano urbanistico e paesaggistico dalle case popolari al porto; b) un impegno ad attuare gli articoli 2 e 3 della legge regionale n.7 del 2017 (Rigenerazione Urbana), legge che in questi anni ha visto una devastante applicazione in ambito privato nella nostra città ma che è stata completamente negletta riguardo alla componente pubblica di recupero e riqualificazione, attraverso programmi integrati di intervento, delle zone e delle aree degradate, fondamentale per poter offrire concrete prospettive future di soluzione alla questione dell’emergenza abitativa in questa città”. Così dichiara Gabriele Subiaco, Consigliere al Comune di Terracina per Europa Verde, co-portavoce di Europa Verde Terracina, Consigliere Nazionale di Europa Verde.