Dissesto idrogeologico, Europa Verde: “Oltre alla manutenzione, serve un piano di governo del territorio e interventi strutturali per ridurre i rischi maggiori”
Il consigliere comunale di Europa Verde Terracina, Gabriele Subiaco, ha presentato nella seduta del consiglio Comunale del 30 novembre una corposa interpellanza con l’obiettivo di comprendere cosa l’Amministrazione intende fare, nel prossimo futuro, per fronteggiare con misure ed azioni concrete tre rischi importanti e correlati che riguardano il nostro territorio che sono: il rischio climatico, il rischio idrogeologico e quello dovuto agli incendi, a partire dalla dichiarazione di Emergenza Climatica approvata con una mozione all’unanimità nel 2019 con la quale l’Amministrazione si impegnava ad agire definendo obiettivi, interventi, soluzioni, tecnologie, modalità di finanziamento per fronteggiare i rischi locali di natura climatica in coerenza con gli scenari di rischio previsti anche dal Piano Comunale di Protezione Civile.
L’interpellanza pone l’accendo, in particolare, sul rischio idrogeologico vista la dimensione del problema. Infatti dai dati dell’ultimo Rapporto ISPRA del 2021 sul Dissesto Idrogeologico in Italia, basato sui Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) regionali, il totale delle aree pericolose, parliamo di frane (fronti franosi attivi di Monte Cucca, Punta Leano, Pisco Montano, Monte Giove, Parco della Rimembranza, La Ciana e Casaletti) e alluvioni (reticolo idrografico Sisto-Ufente-Amaseno-Portatore-Canale Linea Pio, ed una innumerevole quantità di canali e fossi), nel Comune di Terracina, è pari a 77,1 Km2 su una Superficie Totale di 136,6 Km2 (56,4%), mentre il totale aree molto pericolose nel nostro Comune è pari a 16,9 Km2 (12,4%). Sono 16.807 le persone complessivamente a rischio e 1.879 quelle che vivono in zone a rischio molto elevato e elevato nel nostro Comune. E questi dati sono del 2021, quindi prima che il PAI regionale considerasse a rischio anche il fronte di M.Te Giove che guarda la Città inclusa l’area sovrastante Via San Francesco con il Parco della Rimembranza.
Relativamente al tema degli incendi, che anche quest’anno, nel periodo estivo, hanno flagellato il nostro territorio, l’interpellanza sollecita l’Amministrazione a realizzazione gli interventi di prevenzione e lotta al fenomeno previsti dal PAIB (Piano antincendio boschivo) regionale e richiamati anche nel Piano di Gestione e Assestamento Forestale (P.G.A.F) e finalizzati in particolar modo alla prevenzione ed alla riduzione dell’innesco e propagazione degli incendi boschivi. ll Comune di Terracina presenta una Classe di Pericolosità agli incendi “MOLTO ALTA” con uno storico di superficie percorsa dal fuoco (periodo 2006-2016) di oltre 700 ettari, con una vasta presenza di Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva Europea “Habitat” e, ricordando anche gli incendi drammatici dell’estate del 2017, è assolutamente necessario potenziare il servizio di previsione, prevenzione e controllo delle aree a rischio, manutenendo le zone di interfaccia e le fasce tagliafuoco, e rispettando gli adempimenti previsti nel PAIB a carico delle amministrazioni comunali.
L’interpellanza pone l’accento anche sul Piano di Protezione Civile comunale. Occorre agire sia sul piano della informazione che della formazione, informando la popolazione sugli specifici scenari di rischio previsti nel Piano (Meteo, Idrogeologico, Idraulico, Neve e Ghiaccio, Maremoto, Sismico, Vulcanico, Incendio, Nucleare, Sanitario, Industriale, Ondate di calore), sulle procedure, sulle aree di attesa e quelle di raccolta di primo soccorso e soprattutto. Bisogna organizzare esercitazioni e simulazioni sul campo, coinvolgendo attivamente la cittadinanza, per rendere il Piano di Protezione Civile uno strumento operativo ben conosciuto dalla popolazione, al fine di creare una sana cultura del rischio.
“Voglio ricordare che Terracina e il suo territorio sono stati teatro, negli ultimi anni, di rilevanti eventi climatici, con un disastro climatico devastante di tipo medicane “Uragano Mediterraneo” che il 29 ottobre 2018 distrusse parte della città, provocando danni, crolli e anche vittime, o come quello del 25 novembre 2018 quando, a causa delle forti piogge, è avvenuto il crollo di un viadotto sulla Pontina al km 97,7, nei pressi dello svincolo per San Felice Circeo, con un nostro concittadino disperso e mai ritrovato. Per non parlare delle decine di trombe d’aria di media pericolosità che, in questi anni, hanno devastato il litorale e l’entroterra, distruggendo o causando gravi danni ad attività industriali, balneari, agricole e zootecniche. Come ci dicono i dati del Rapporto ISPRA, il dissesto idrogeologico, nel nostro Comune, ha una dimensione rilevante ed i cambiamenti climatici in atto, con l’aumento della intensità e della frequenza dei fenomeni meteorologici, accentuano la occorrenza e la pericolosità di frane ed alluvioni con la necessità oltre che di una costante manutenzione del territorio, anche di individuare e prevedere interventi strutturali per ridurre i rischi maggiori. Voglio solo ricordare, in tema di rischi e potenziali danni, che con la lottizzazione del Calcatore abbiamo tombinato una intera valle che da millenni è una valle alluvionale, cioè soggetta ad inondazioni improvvise e consistenti, tant’è che molti anni fa fu realizzata una grande opera infrastrutturale, ancora esistente, una condotta di adduzione con una galleria che raccoglieva le acque meteoriche dalla zona della valle, ai piedi delle colline, per portarle a mare sulla costa di levante nell’area del “cappello del prete”. Diciamo che su queste cose non è che possiamo dormirci troppo sopra visto che parliamo della sicurezza e della incolumità di migliaia di persone. Occorre un impegno serio da parte dell’Amministrazione, occorre al più presto un Piano di Governo del Territorio per mappare le aree a maggiore pericolosità e vulnerabilità geologica, idrogeologica e sismica, individuando le maggiori criticità definendo i relativi interventi strutturali per ridurre i rischi. Un piano che definisca anche norme e prescrizioni precise sull’uso del territorio, visto che in Italia, in questi anni si è costruito anche negli alvei dei fiumi o sotto le frane, con i disastri che ne seguono e che la cronaca oramai ci racconta quasi quotidianamente, e tenendo sempre presente che il costo dei danni e della ricostruzione a seguito di un disastro climatico, idrogeologico o sismico, supera sempre di almeno 10 volte il costo della prevenzione”. Così, Gabriele Subiaco, Consigliere al Comune di Terracina per Europa Verde, co-portavoce di Europa Verde Terracina, Consigliere Nazionale di Europa Verde.