Si intitola “Prendi in casa” ed è un progetto che ha l’obiettivo di far incontrare generazioni diverse per un aiuto reciproco.
Persone anziane che restano sole, che hanno una casa grande, che vogliono compagnia o un sostegno per le spese, possono mettere a disposizione una stanza per uno studente o una studentessa che con il pagamento di un piccolo affitto può risolvere il problema abitativo. A questa proposta si lavora da tempo al tavolo Welfare di Latina Bene Comune, di cui è referente Stefania Krilic, mutuando l’esperienza di cohousing con gli studenti, già sperimentata in altre città.
“Un’idea che stava maturando già ai tempi del Covid – spiega Elettra Ortu La Barbera, segretaria di Lbc – era quella di incrociare due problematiche: la solitudine delle persone anziane e l’emergenza abitativa per gli studenti fuori sede. Latina come tante altre città sta vivendo da un lato la crescita vertiginosa degli affitti dall’altro scarsità dell’offerta di alloggi e questo rischia a lungo andare di penalizzare il polo universitario. Abbiamo così concepito un questionario da sottoporre a un campione di popolazione anziana, per valutare opinioni e suggerimenti relativi a questo progetto. Abbiamo ritenuto importante il coinvolgimento dei cittadini attraverso gli strumenti della partecipazione. Se infatti non c’è una piena conoscenza delle problematiche legate all’emergenza abitativa e delle possibilità che esistono per superarla si rischia solo di calare scelte dall’altro, non calibrate sulle peculiarità della città”. L’attenzione al momento si è concentrata in particolare sul bacino di chi vive nel centro storico di Latina, la zona più vicina al polo universitario.
“Il cohousing un’ottima occasione per promuovere anche l’invecchiamento attivo. L’incontro fra generazioni diverse è arricchimento culturale, esperienziale e umano. L’engagement con la comunità delle persone anziane attraverso studenti e giovani lavoratori è l’antidoto all’isolamento e alla depressione – spiega Patrizia Migliozzi, componente del tavolo Welfare e promotrice dell’iniziativa – Questo è un lavoro che Lbc sta portando avanti da mesi e che non si è ancora concluso, partito proprio con la somministrazione dei questionari. Le prime risposte evidenziano una scarsa conoscenza del cohousing ma non una netta preclusione. Una cosa che colpisce è che le risposte di chi è favorevole mostrano l’esigenza di condivisione dei pasti e fanno emergere dunque il peso della solitudine a tavola, mentre altre risposte rivelano il desiderio di essere utili.
Una volta completato il sondaggio su un campione di popolazione anziana passeremo a coinvolgere quella studentesca attraverso i suoi rappresentanti, incrociando così le esigenze di tutti. Una volta che il lavoro sarà completato raccoglieremo le risposte ed elaboreremo una proposta e un progetto da sottoporre alla commissione Welfare”.